Il Maracanà, la ragazza di Ipanema, il Pan di Zucchero e il Corcovado. Tom Jobim, Vinicius de Moares e la bossa nova, Fla-Flu e una certa eccitazione nell’aria, il Carnevale che fa sentire la sua energia, un susseguirsi di paesaggi mozzafiato. Gli stessi che, per la loro bellezza, fecero confondere Amerigo Vespucci che quando scoprì questo incanto scambiò una baia con un fiume e mise il nome di Rio de Janeiro. E’ davvero, come testimonia la canzone che è diventata il suo inno, la ‘Cidade Maravilhosa’, la Città Meravigliosa, che fa innamorare perché è difficile vedere altrove qualcosa del genere e per questo fa sempre male andarsene. E’ sintesi di molteplici culture, in cui nessuno si prende mai troppo sul serio: i suoi abitanti si chiamano ‘carioca’ e come pochi altri hanno una straordinaria capacità di godersi la vita. E’ ancora così nonostante in questi ultimi anni il costo della stessa sia salito in modo spropositato: una omelette o una pizza margherita possono arrivare a costare 30 euro. Lo sviluppo urbano di Rio è avvenuto in modo selvaggio, il traffico ha raggiunto livelli a volte infernali, anche a causa dei lavori per l’Olimpiade del 2016, la criminalità è un problema ancora non risolto come la corruzione di politici e autorità pubbliche. Ma Rio accoglie tutti con un sorriso, e senza fare domande. Qui c’è perfino il monumento al ‘bum bum’ femminile nel sambodromo, a disegnare il quale ha collaborato il grande Oscar Niemeyer, o un locale di giorno negozio di antiquariato e di notte sala da ballo, quello Scenarium proclamato ‘Pavilhao da Cultura’. Ma Rio, dove le autorità locali hanno deciso di rendere festivi tutti i giorni in cui in città si giocheranno partite del Mondiale, è tante altre cose ancora, con le sue spiagge che sono il paradiso di chi ama praticare sport e dove si vede un’interminabile sfilata di corpi atletici e bikini mozzafiato. Duecento milioni di brasiliani sono accomunati da un’unica immensa passione, il ‘futebol’, ecco perché a Rio non si prende neppure in considerazione l’idea che il prossimo 13 luglio possa diventare il giorno di una nuova grande tragedia nazionale come quella del 1950. La Selecao stavolta deve vincere, sarà così e comincerà un interminabile Carnevale fuori stagione.
Ecco anche lo stadio di Rio: