Speciale Calcioweb – Giovani al potere: da Perin a Lamela, i mgiliori giovani della Serie A

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120304708ML009_AC_MILAN_V_AIeri su calcioweb abbiamo evidenziato come la cessione di Sneijder sia esatto termometro dell’impoverimento da fuoriclasse di cui soffre, patologicamente, il nostro campionato. Ma, allo stesso tempo, abbiamo parlato di come, questa situazione non certo esaltante, stia contribuendo al lancio nelle varie prime squadre di giovani che, un tempo, difficilmente avrebbero avuto le stesse possibilità. E per un tempo ci riferiamo ad una decina di anni addietro. Di ragazzi dotati di grosso talento ne stiamo vedendo parecchi, e chissà quanti altri – si spera – ne vedremo ancora. E la cosa ci fa talmente piacere, che abbiamo deciso di stilare una sorta di undici ideale con i ragazzi che maggiormente si stanno distinguendo in questa prima metà di stagione.

In porta, è automatico fare il nome di Mattia Perin. Il ragazzo, classe 1992, è al suo primo anno in Serie A e non è certo stato il più facile degli esordi. Il Pescara, squadra in cui milita in prestito dal Genoa, ha dalla sua una difesa a dir poco ballerina, come dimostrano i 39 goal subiti dal povero Perin nelle 20 partite sin qui disputate, che ne fanno il portiere più battuto della massima serie. Eppure, nonostante ciò, ed a dispetto di qualche indecisione iniziale, Mattia ha dimostrato di avere colpi da autentico campione del ruolo, che inducono a pensare come meriti sul serio la nomea di nuovo Buffon. Adesso sulle sue tracce si è messo con insistenza il Milan, anche se ultimissimi voci lo danno niente meno che in orbita Barcellona, che dalla prossima stagione necessiterà di un nuovo portiere, stante la decisione di Victor Valdes di lasciare il club.

Tra i difensori, sulla fascia sinistra puntiamo su Mattia De Sciglio, anch’esso nato nel 1992. Allegri ha il grosso merito di aver portato avanti questo ragazzo, che, dopo aver assaggiato il sapore della prima squadra nella scorsa stagione, adesso non solo ne fa parte ma si è addirittura conquistato il ruolo di titolare indiscusso. L’onda emozionale che ha travolto qualche esperto del settore ha tirato in ballo accostamenti con una leggenda vivente della storia del Milan come Paolo Maldini. Un paragone che forse adesso è ancora prematuro da registrare alla voce dei confronti riusciti, ma che ha tutte le carte in regola per essere tale. Tra le tante cose, a stupire di De Sciglio è stata l’impressionante abilità con cui si è disimpegnato su entrambe le corsie laterali ed addirittura anche nell’inedito ruolo di difensore centrale: siamo di fronte ad un sicuro gioiello del calcio italiano, ed il Milan farà bene a tenerselo stretto.

Come terzino destro citiamo Mario Sampirisi,  un altro facente parte della produttiva nidiata classe 1992. Sampirisi, di proprietà del Genoa dopo un passato nelle giovanili del Milan, è stato seguito di recente da club molto blasonati, anche d’Oltremanica, ma la crisi irreversibile in cui si trova la squadra ligure ha finito col coinvolgere anche lui. Ed è un peccato, perchè le doti di questo ragazzo, che di mestiere un tempo faceva il centrocampista offensivo, sono evidenti sia in chiave difensiva che, soprattutto, in quella d’attacco. Per lui si parla con insistenza dell’Atalanta, squadra presso la quale, forse, ritroverebbe la giusta serenità per tornare a farsi apprezzare per il bravo giocatore che realmente è.

Tra i difensori centrali è impressionante la sicurezza che dimostra ogni qualvolta scende in campo – cioè sempre – Marquinhos della Roma. Parliamo di un ragazzino nato nel 1994, che la squadra capitolina ha prelevato dal Corinthians dopo il contributo decisivo dato proprio dal difensore ai successi del team brasiliano. Marcos (questo è il nome che porta sulle spalle quando gioca con la Roma) ha dimostrato una personalità incredibile nel momento in cui è stato lanciato da Zeman al centro della difesa giallorossa, scansando una sorta di mostro sacro come Burdisso. E non che il gioco del tecnico boemo sia propriamente il più adatto per un difensore, soprattutto se alla prima esperienza in Serie A e con alle spalle pochissime partite da professionista. E’ dai tempi di Aldair che nella Capitale romanista non ci esaltava tanto per un difensore centrale: qualcosa vorrà pur dire, no?

Importante è diventate anche la presenza di Juan Jesus nella difesa dell’Inter. Questo classe 1991, giunto l’anno scorso in nerazzurro, è stato per i primi sei mesi del 2012 una sorta di oggetto misterioso, al punto che, nell’estate passata, si dava per scontata una sua esperienza in prestito. Così non è stato, perchè Stramaccioni – uno che di giovani se ne intende… – lo ha voluto nella sua formazione titolare, affidandogli il delicato ruolo di centrale di sinistro nella retroguardia a tre dell’Inter. Il ragazzo ha talento, e rappresenta il futuro della difesa della nazionale brasiliana, assieme al Marquinhos di cui sopra.

Tra i centrocampisti, impossibile tacere di Pogba: uno che più che un calciatore pare un extraterrestre. Nato nel 1993, la Juventus ne ha acquisito il cartellino l’estate passata non pagando alcun euro, grazie ai buoni uffici col suo procuratore – Mino Raiola – ed all’insolita sprovvedutezza di Sir Alex Ferguson. Che ha capito troppo tardi di aver lasciato andare un giocatore straordinario, dalle immense doti fisiche e dalle enormi qualità tecniche, esaltate dalla fresca doppietta con cui ha mandato al tappeto l’Udinese nell’ultima di campionato. Campione in erba, nella preghiera che rimanga umile come appare ogni qualvolta parla alla stampa.

Dotato di grande straripanza fisica e di buona visione di gioco è lo spagnolo classe 1992 Pedro Obiang, titolare indiscusso del centrocampo della Sampdoria. Obiang, cresciuto nel vivaio dell’Atletico Madrid, è stato acquistato nel 2008 dalla Sampdoria, che dopo due anni nelle giovanili lo ha visto sbocciare dal 2010 ad oggi, come una promessa destinata a farsi importante realtà. Al primo impatto con la difficile dimensione della Serie A, non si è fatto spaventare ed ha continuato a giocare sulla falsariga della stagione passata. L’impressione è che, in blucerchiato, ci resterà davvero poco.

A completare il nostro trio di centrocampo, una sorta di predestinato che, nel futuro della sua carriera, quando verrà intervistato, non mancherà mai di ringraziare il suo mentore Zeman: Alessandro Florenzi. Il tecnico della formazione giallorossa ha voluto tenere questo ragazzo, nato nel 1991, in prima squadra, senza mandarlo in prestito come accaduto lo scorso anno, quando fece furore in quel di Crotone, con la cui maglia collezionò nella serie cadetta ben 35 partite ed 11 reti. Il boemo, come fatto con Marquinhos, lo ha lanciato da titolare, e lui non ha tardato a farsi conoscere dal grande pubblico, con la rete segnata in quella calda sera del settembre scorso, contro l’Inter, con un tempo d’inserimento da far invidia al più consumato dei centrocampisti offensivi. “Romano de Roma”, proprio come Totti e De Rossi…

Tra tutti i giovani, il più fenomenale è stato sinora Stephan El Shaarawy, anch’egli generazione 1992. Il giovanissimo italiano è un altro che deve molto a Massimiliano Allegri, che gli ha affidato l’attacco del nuovo corso rossonero, ricevendo in cambio 14 goal in 21 partite di Serie A ed una personalità da calciatore consumato, nel momento in cui si è caricato sulle spalle la squadra che viveva una crisi dalla quale, adesso, è uscita grazie al suo contributo fondamentale. E’ a secco da qualche partita ma tornerà a segnare, dando l’ennesima impressione di somigliare tantissimo, per alcune movenze in campo ma soprattutto per il suo equilibrio fuori, ad un certo Alessandro Del Piero…

Sempre rimanendo in tema attaccanti, ci affascina moltissimo il talento di Ihska Belfodil (1992), francese del Parma. Dopo i sei mesi passati in prestito, lo scorso anno, a Bologna, nell’estate del 2012 il Parma ne ha prelevato il cartellino dal Lione. Ed in molti si chiedevano perchè, visto che Ishak in terra felsinea non aveva impressionato granchè. Ma il ragazzo, col sudore della fronte e con tanta abnegazione, ha scalzato addirittura Amauri dal ruolo di centravanti titolare del Parma, dimostrando una classe ed un fiuto del goal che lasciano ben sperare anche i francesi, che rivedono in lui le movenze di uno dei più grandi giocatori prodotti dalla terra transalpina nell’ultimo decennio: Karim Benzema. Su di lui è forte l’interesse del Milan: prevedibile…

Per il ruolo di terzo attaccante abbiamo deciso di puntare su Erik Lamela: troppi i 10 goal in 17 partite per essere ignorati. Anche l’argentino, come Marquinhos e Florenzi, deve ringraziare Zeman, che ne ha fatto elemento imprescindibile del tridente giallorosso. Dopo che lo scorso anno in molti si erano interrogati sul reale valore di questo classe 1992 costato nell’estate del 2011 alla Roma ben 17 milioni di euro: troppo discontinuo e poco serio per poter diventare un campione, affermavano in parecchi. Quest’anno è arrivata però la smentita, a base di fatti, che valgono più di qualunque chiacchiera. Per la gioia dei tifosi capitolini.

Ricapitolando, ecco l’undici dei migliori giovani di questa parte di stagione, basato su un 4-3-3: Perin; De Sciglio, Marquinhos, Juan Jesus, Sampirisi; Obiang, Pogba, Florenzi; El Shaarawy, Belfodil, Lamela. Insomma, di talento qui ce n’è parecchio, ed è stato dolorosissimo lasciar fuori altri prospetti che si sono ritagliati un ruolo importantissimo nelle loro attuali squadre. Per dovere dobbiamo infatti quantomeno citare i vari Savic (Fiorentina – 1991), Pjanic (Roma – 1990), Insigne (Napoli – 1991), Gabbiadini (Bologna – 1991), Destro (Roma – 1991), Immobile (Genoa – 1990), Paloschi (Chievo -1990), Muriel (Udinese -1991), Icardi (Sampdoria-1993). Ed altri ve ne sono in rampa di lancio, come Benassi (Inter – 1994), Luca Marrone (Juventus – 1990) e Mbaye Niang (Milan – 1994). Che dire, abbiamo proprio di che consolarci…

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