Il giorno dopo, l’eco delle dichiarazioni del Capo della Polizia, Antonio Manganelli – che aveva annunciato ”risposte, se possibile ancora piu’ clamorose” alle inchieste sul Calcioscommesse condotte dalle varie Procure della Repubblica – non si e’ ancora placato, ma e’ sicuramente smorzato dal presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete. ”Non so nel dettaglio a cosa si riferisca Manganelli, ma e’ noto che ci sono filoni sul calcioscommesse ancora aperti alle Procure di Bari e Cremona. Noi invitiamo tutti alla prudenza, e’ presto per dare giudizi”, ha auspicato il numero uno del calcio italiano, come a voler tranquillizzare un mondo del pallone continuamente scosso dagli scandali. ”Aspettiamo gli atti”, ha quindi aggiunto Abete. Quelli di Cremona, appunto, che permetteranno alla Procura federale diretta da Stefano Palazzi di chiudere le situazioni pendenti ormai da mesi: la questione del vice capitano laziale, Stefano Mauri, e dell’ex genoano Omar Milanetto, entrambi arrestati a fine maggio, e dai cui dipendono le sorti di Lazio e Genoa. Ma, non solo: i pm lombardi attendono da tempo l’arrivo in Italia di Almir Gegic, lo zingaro del Calcioscommesse che potrebbe dare nuovo impulso a un’indagine che potrebbe arricchirsi ulteriormente dal know-how dell’Interpol. Gli 007 federali, invece, dovranno attendere meno per ricevere gli atti dalla procura pugliese. Il filone relativo alle partite del Bari – con un’attenzione particolare per Bari-Treviso (maggio 2008) e Salernitana-Bari (maggio 2009) – della stagione della promozione in Serie A sta per essere esaurito. Una ventina i calciatori biancorossi, tra cui l’interista Andrea Ranocchia, indagati dai pm baresi. Con l’allora tecnico, Antonio Conte, sentito come persona informata dei fatti. Palazzi, che gia’ dispone del fax-denuncia del pentito Vittorio Micolucci e delle audizioni in Procura Figc degli ex ‘galletti’ Andrea Masiello e Davide Lanzafame, avrebbe voluto utilizzare parti di quelle deposizioni gia’ nel processo d’appello allo juventino Leonardo Bonucci, per dimostrare la validita’ delle dichiarazioni dell’ex capitano barese. Si limito’ pero’ a fornire ai giudici d’agosto copia degli articoli di giornale che ne parlavano, ”nell’impossibilita’ di poter produrre i verbali di Lanzafame e Masiello nella loro integrita’ per non intralciare il lavoro della Procura di Bari”. Sara’ ancora piu’ ridotta l’attesa per i deferimenti sul filone partenopeo dell’inchiesta: quella nata dall’autodenuncia dell’ex terzo portiere del Napoli, Matteo Gianello, che ammise ai pm campani e confermo’ ai federali, la tentata combine di Sampdoria-Napoli (del maggio 2010). L’inchiesta napoletana e’ gia’ stata chiusa e, negli uffici di via Po, non dovrebbe arrivare nuovo materiale a riguardo. Entro fine mese dovrebbero scattare i deferimenti per Gianello e il Napoli che, per responsabilita’ oggettiva, potrebbe, incappare in un’ammenda e, forse, anche in una penalizzazione. Rischiano l’omessa denuncia, invece, i calciatori partenopei Paolo Cannavaro e Gianluca Grava e lo juventino Fabio Quagliarella, che non avrebbero denunciato la proposta illecita dell’ex compagno.