Più di qualcuno ha disapprovato la scelta della Juve di dare la 10 a Pogba: ecco perché si sbagliano
Diciamoci la verità, l’assegnazione, da parte della Juventus, della maglia numero 10 a Pogba ha colto tutti di sorpresa. Si pensava che la sacra casacca, lasciata libera da quel fenomeno che è stato Carlos Tevez, dovesse finire sulle spalle del tanto agognato – soprattutto da Massimiliano Allegri – trequartista. Trequartista che, aldilà delle mille voci, a Torino non si è ancora visto. E chissà mai se si vedrà. Ma tant’è, niente Draxler o Gotze e neppure Vazquez: il pesantissimo indumento sarà appannaggio del campione francese. Un campione che ha l’obbligo, nonostante la giovane età, di diventare adesso fuoriclasse. Le qualità gliele ha date madrenatura, lui ci ha messo coraggio ed abnegazione in quantità non comuni per un ventenne. Per potere essere iscritto all’olimpo dei grandissimi, però, gli manca ancora qualcosa. Questione di maturazione, uno sforzo in più e Pogba potrà sedere al fianco dei vari Zidane, Del Piero e via dicendo.
Ma torniamo alla questione numerica. In molti si sono scandalizzati nel veder finire la numero 10 sulle spalle dell’ormai ex numero 6 della Juventus. Come se parlassimo di un giocatorino qualunque, di un normale mestierante della pedata e nulla più. Sarebbe opportuno ricordare che Pogba è il giocatore più forte e talentuoso della Juventus e, forse, dell’intero campionato di Serie A. Toccherà a lui, oltre che ai soliti noti – leggasi Buffon e Marchisio – caricarsi quest’anno la squadra sulle spalle e portarla a confermarsi su alti livelli, nonostante il profondo rinnovamento che sta conoscendo la rosa a disposizione di Allegri. Spalle che sembrano abbastanza larghe per poter reggere il peso di quella che è stata la maglia di Sivori, Platini, Del Piero e Tevez. Tutti attaccanti, a differenza di Pogba, centrocampista con licenza di offendere ed incantare le platee.
Già, perché è vero che la numero 10 deve essere competenza di chi sa fare infiammare gli spettatori allo stadio ed in tv, di chi sa far sognare con un giocata eseguita con disumana naturalezza nonostante l’alto coefficiente di difficoltà. Caratteristiche che non sono però esclusiva di chi di professione fa l’attaccante. Non è certo in difetto Pogba, capace con i suoi piedi di disegnare meraviglie. Insomma, la 10 sulle spalle del francesino ci sta eccome. Se a ciò aggiungiamo che è stato lui stesso a chiederla, ci rendiamo conto – per chi ancora avesse qualche dubbio – di quanto carattere abbia il diretto interessato. Altra prerogativa importante, basti guardare a quanto abbia influito la leadership dell’ultimo numero 10 della Juve, Tevez, nell’economia dei successi bianconeri: tanto, davvero tanto.
In molti hanno anche collegato la scelta presa dalla Juve con un netto disimpegno in fase di mercato. In soldoni, la malizia di più di qualcuno ha portato a ritenere la consegna dell’ambita maglia bianconera come una definitiva rinuncia alla ricerca di un trequartista. Nulla di più sbagliato. La Juve continua la caccia ad un determinato tipo di giocatore, il cui arrivo non sarebbe certo condizionato dal fattore numero 10. Per farla breve, i vari Draxler o Gotze, se volessero trasferirsi a Torino, non vincolerebbero il trasferimento a quello che, per quanto prestigioso sia, è pur sempre un dettaglio. In sintesi, può anche darsi che, alla fine dei giochi di mercato, Marotta e Paratici non porteranno ad Allegri il giocatore che dovrebbe collegare centrocampo ed attacco. Questo, però, nulla avrà a che vedere con l’argomento di cui stiamo parlando.
Adesso, come detto, tocca a Pogba. Il campioncino deve farsi fuoriclasse, la numero 10 sarà di ulteriore stimolo e responsabilizzerà il ragazzo ancora di più. Ha il carisma giusto per mantenere ben salda la testa sulle spalle. Dal suo canto la Juve spera di poterlo trattenere per più di un anno e l’aver avallato la volontà del giocatore di vestire la maglia che è stata di Tevez è stata una scelta che, forse, va proprio in quella direzione: convincere Pogba a diventare una bandiera della Juventus e non dar retta alle continue avance che, da ormai due stagioni, subisce senza tregua. Se sarà stato utile o meno lo sapremo tra un anno circa di questi tempi. Nel frattempo ci iscriviamo al partito di coloro i quali, nella decisione di dare la numero 10 ad un giocatore del genere, non ci vedono nulla di assurdo. Senza scordare che, volendo dirla tutta, anche due anni fa fu criticata la stessa operazione fatta con Tevez, pur se per motivi diversi: sappiamo tutti come andarono le cose…