La Juve sogna il Triplete, il paragone viene da sé: è più forte dell’Inter di Mourinho?

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I bianconeri accarezzano il sogno realizzato nel 2010 dalla squadra nerazzurra: ma sono davvero a quei livelli?

“È assai sbagliato confrontare fra loro uomini grandi della stessa specie, per esempio, grandi poeti, grandi musicisti, filosofi, artisti, perché è quasi inevitabile che nel far ciò, almeno per un momento, si sia ingiusti. Proprio questo confronto fa sì che l’occhio colga i pregi peculiari dell’uno e trovi subito che mancano all’altro; motivo per cui quest’ultimo viene sminuito. Se poi si parte dai pregi peculiari e di tutt’altro genere che distinguono l’altro, inutilmente li si cercherà nel primo, sicché ora anche questi subisce una diminuzione parimenti immeritata.” 
Arthur Schopenauer rappresenta la nostra premessa ideale, che va ad introdurre un discorso molto complesso e che in queste ore sta facendo notevolmente discutere tutti gli appassionati di calcio in Italia: la Juventus di Massimiliano Allegri è realmente ai livelli della leggendaria Inter di Josè Mourinho?
Il sogno triplete che la Juve sta accarezzando ha già messo in moto la fantasia di molti, che già sulla base di teorie bizzarre ed inventate, riescono a produrre delle loro certezze: noi abbiamo pensato ad un’analisi dettagliata e poi lasceremo a voi il giudizio.

PORTIERI: JULIO CESAR O BUFFON?

LaPresse/Daniele Badolato
LaPresse/Daniele Badolato

I portieri rappresentano per motivi diversi un punto fondamentale di entrambe le squadre: il Julio Cesar del 2010 aveva quella sicurezza e quell’istintività da brasiliano vero, unite alla voglia di arrivare in fondo che rende un portiere normale, qualcuno di veramente grande. Era nel pieno delle forze e mentalmente pronto al salto di qualità.
Il Gigi Buffon di quest’anno invece, esplosivamente non è neanche paragonabile al Buffon dei tempi d’oro, che a malapena faceva passare le zanzare, ma è più esperto, è più temuto dagli avversari e sa che questa è la grande occasione della sua vita per centrare quella coppa che fino ad ora gli è sempre sfuggita.

DIFESA: CUORE E ORGANIZZAZIONE

zanettiLa Juventus di Antonio Conte prima, e Max Allegri poi, ha fondato tutte le sue fortuna su una fase difensiva pensata e riprodotta in maniera perfetta: un meccanismo ben oliato, che non punta ad evitare i pericoli, ma ad evitare che nascano i pericoli.
L’Inter del triplete era una cosa totalmente diversa: non era inusuale che gli avversari dei nerazzurri arrivassero a tirare almeno 10, 15 volte in porta nell’arco dei 90 minuti, ma sapevi che alla fine Samuel avrebbe risolto tutto, che Lucio si sarebbe immolato sulla linea o che capitan Zanetti avrebbe ripreso e fermato avversari che a livello anagrafico, potevano essere i suoi figli.

CENTROCAMPO: QUALITA’ E QUANTITA’

Pirlo1La prima cosa che dobbiamo mettere in chiaro è l’utilizzo, da parte delle due compagini, di due diversi sistemi di gioco: Mourinho, dall’ottavo di finale col Chelsea in poi, preferì puntare sul 4-2-3-1, per garantire sempre la superiorità sulle fasce, tratto distintivo di quasi tutte le big europee (Barcellona, Bayern Monaco, Chelsea). La Juve invece gioca sempre, con almeno 3 giocatori in linea mediana, anche perchè se hai Pirlo, Marchisio, Vidal, Pogba e Pereyra cosa fai? Li lasci fuori?

La svolta tattica di entrambe le compagini è però caratterizzata dall’utilizzo di un trequartista: il 28 Agosto 2009 l’Inter dovette rinunciare definitivamente a Deco e Hleb, virando su Wesley Sneijder, che il Real Madrid venderà a pochi milioni. Contro tutti i pronostici, Sneijder rappresenterà la vera svolta della storia nerazzurra, il perfetto collante tra reparti che serviva a Josè Mourinho e che forse in quell’anno solare, avrebbe meritato maggior considerazione per il Pallone d’Oro.

ATTACCO: TALENTO E BOMBER AL SERVIZIO DEI COMPAGNI

LaPresse/Daniele Badolato
LaPresse/Daniele Badolato

Nella Juventus il ruolo di trequartista è sulla carta di Arturo Vidal, ma il vero regista avanzato è il numero 10 argentino: l’Apache, Carlitos Tevez, che sta giocando una stagione ai limiti della perfezione calcistica, sia a livello motivazionale che tecnico. Poi c’è Alvaro Morata, che non sta segnando un numero impressionante di gol, ma sta facendo quelli che servono, facendosi trovare sempre nella giusta posizione (inoltre il tempo va con lui, è il futuro del club).
Il calcio però non è solo una questione di impegno e motivazioni: il calcio è una favola e spesso una cosa se deve andare bene, va bene, indipendentemente da quanto si impegnino gli altri. Pensiamo a Paolo Rossi nel 1982, a Salvatore Schillaci nel 1990: giocatori che in un determinato periodo della loro carriera, sono finiti sotto l’influsso magico di qualche dio del calcio.

Inter Milan vs AC MilanUn altro calciatore, per un intero anno ha beneficiato di quell’influsso: stiamo parlando di Diego Alberto Milito. Centravanti straordinario, di rara efficacia e furbizia, che in quei 12 mesi ha toccato non solo la perfezione, ma il cuore dei tifosi dell’Inter: ha segnato contro tutti, dagli ottavi fino alla doppietta di Madrid, diventando il finalizzatore perfetto dell’intera manovra. Samuel Eto’o, che per tutta la carriera ha segnato caterve di gol ed è stato ovunque un eccellente rapace d’area, è stato dirottato più a sinistra, trasformandosi in esterno.
Eto’o forse si sarà lamentato, forse, ma cosa ci vuoi fare? Quello lì (Milito) mette dentro tutti i palloni che tocca!!

IL MOURINHO CONDOTTIERO E L’ALLEGRI GESTORE

mourinhoL’Inter è stata la trasposizione ideale di quello che è realmente Josè Mourinho: una squadra che sembrava telecomandata per il modo in cui interpretava ogni gara. Abbiamo il dubbio, vero, che qualche giocatore avrebbe ucciso, se Mourinho l’avesse chiesto.
Massimiliano Allegri ha svolto invece il lavoro inverso: ha letteralmente spogliato la Juve di tutte le tensioni accumulate nei tre anni di Conte.
I bianconeri adesso sono più leggeri, più tranquilli, come se non sentissero il peso reale di quello che stanno vivendo.

Adesso tornate ad inizio articolo e rileggete la citazione di Schopenauer.

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