Da “Di furore e lealtà”, Vincenzo Nibali (parte prima): la banda dello Squalo dello Stretto

CalcioWeb

Dal libro dedicato al campione Vincenzo Nibali, “Di furore e lealtà”, le sue scorribande da ragazzo

Domani parte il Giro d’Italia. Vogliamo onorare questa gara ciclistica attraverso alcune frasi tratte dal libro di Vincenzo Nibali, “Di furore e lealtà”. Abbiamo scelto Vincenzo Nibali come rappresentante italiano di un ciclismo vincente e allo stesso tempo finalmente pulito, basato sulla sana voglia di sport e di competizione. Nelle pagine del libro dello Squalo dello Stretto ci sono molte storie da ricordare. Quella che segue è un po’ l’inizio del tutto: “Con la mia nuova cavalcatura (bici) iniziai una serie sistematica di uscite pomeridiane. La coppia inossidabile formata da me e Nino Smiriglia si trasformò in un trio grazie all’ingresso di un nuovo elemento, Mariano Maimone, un ragazzino del quartiere, coetaneo di mio cugino. Adesso che pedalavamo in tre ci sentivamo una piccola banda. E non ci importava che i ragazzi più grandi, seduti davanti ai bar sui loro scooter, ci rivolgessero sguardi di sfida o battute impertinenti: sapevamo stare al mondo, noi, e coprivamo più strada di loro senza bisogno di spendere soldi per la benzina”.

Condividi