Beppe Furino analizza il periodo della Juventus e loda Allegri: “si è calato nella realtà della squadra in un momento difficile”
“Gigi è eterno. Spero giochi ancora per tanti anni, gli auguro di raggiungere Zoff”. Così Giuseppe Furino, ex centrocampista della Juventus, si complimenta con Buffon che nel derby di ieri ha toccato quota 528 presenze in bianconero, raggiungendo proprio l’indimenticabile ‘Furia’. Unico ‘neo’, la sconfitta contro i granata: “Il Toro ha avuto grandi meriti. Certo, qualche svarione difensivo poteva essere evitato, e se si sbagliano i tiri o prendi così tanti pali…”, commenta Furino a LaPresse. “Si sa, nel calcio cinque centimetri possono fare la differenza”.
L’ex bianconero però salva la prestazione di Buffon e compagni e non vuole sentire parlare di cali di concentrazione: “La squadra mi è piaciuta, l’atteggiamento era quello giusto. Non scordiamoci che si gioca ogni tre giorni e tutte gare di altissimo livello. Nessun’altra formazione in Italia è sottoposta ad un tale stress. Sono partite che drenano tanta energia”. Entrando in tema Champions League, Furino si manifesta fiducioso: “Siamo tra le prime quattro, e una sfida così contro i Blancos è un’opportunità unica. Come reggere l’urto di Ronaldo e compagni? Non bisogna fare calcoli, Allegri e i suoi giocatori – prosegue – sanno benissimo come affrontare una gara del genere. Cosa temo di più del Real? Hanno tutto, qualità, esperienza. E a livello internazionale hanno un peso enorme”.
Comunque andrà la doppia sfida con i ‘Galacticos’, la stagione di Allegri può già essere premiata con il massimo dei voti: “Il suo più grande merito è stato calarsi subito nella realtà della squadra. Ha trovato il modo giusto per affrontare una situazione non facile, dettata dalla partenza improvvisa di Conte. E’ entrato in casa Juventus in punta di piedi e si è fatto apprezzare con le scelte tecniche“. Riguardo il tema mercato, l’ex centrocampista bianconero non si strapperebbe le vesti per un’eventuale partenza di Pogba: “Sono cresciuto e vissuto in un periodo in cui nessun giocatore era incedibile, nessuno era insostituibile. In ogni caso, i ‘sacrifici’ sul mercato si fanno se si hanno a disposizione degni sostituti con cui ridisegnare la squadra“.