Il presidente del Bayern spiega i trionfi del club tedesco
Tutti a scuola dal Bayern Monaco. Ci sono anche il Real Madrid e il Barcellona, ma oltre al campo ci sono anche i bilanci e probabilmente l’eccellenza e’ li’ a Monaco di Baviera. Alla guida del club piu’ organizzato e piu’ potente d’Europa c’e’ Karl Heinz Rummenigge che, in un’intervista al Corriere della Sera, spiega i segreti del modello Bayern. “Credo abbia ragione Moratti quando dice che la forza trainante di una societa’ e’ la squadra – dice l’ex bomber dell’Inter – Sono convinto che l’elemento essenziale siano i risultati sportivi. La svolta nella nostra storia recente e’ stata la rinuncia a cedere Ribery un anno dopo il suo arrivo. Nel 2008 abbiamo detto un no a un’offerta alla quale avrebbe risposto con un si’ il 99% dei club europei. Se la squadra gira, se vince, se gioca bene, tutto diventa piu’ semplice: i tifosi vengono allo stadio, i grandi giocatori sono contenti di trasferirsi qui e gli sponsor sostengono il club, lasciando spazio agli investimenti. Per questo e’ fondamentale il ruolo dell’allenatore. I giocatori di qualita’ sono indispensabili, ma e’ l’allenatore che riesce a trasformare la classe dei singoli nella forza di una squadra”.
E sulla panchina dei campioni di Germania c’e’ un certo Pep Guardiola. “La sua forza e’ quella di aver messo al centro di tutto il gioco, il gioco e ancora il gioco. Il 5 ottobre 2013, a Leverkusen, il Bayern aveva giocato una grandissima partita, ma alla fine avevamo raccolto soltanto un punto: 1-1. I giocatori erano arrabbiati, i dirigenti anche. Lui nello spogliatoio ha detto alla squadra: e’ stato il miglior match giocato fin qui; avanti cosi’, arriveremo molto in alto. E’ stato il momento decisivo della stagione”.
Rummenigge conosce il calcio italiano, nel 1984 lo prese l’Inter e in Italia c’erano i migliori del mondo: da Maradona a Platini, da Zico a Falcao. Adesso le cose sono drasticamente cambiate.”Si sentiva che il calcio in Italia era un fatto importantissimo e che la gente era orgogliosa delle proprie squadre. Io avevo richieste da Real e Barcellona e anche da altri club europei, ma ho scelto l’Italia e l’Inter e non mi sono mai pentito. Anzi. Sono stati tre anni magnifici, per me e per tutta la mia famiglia, anche se purtroppo non si e’ vinto, perche’ ci e’ mancata anche un po’ di fortuna. Con un po’ di pazienza Inter e Milan torneranno in alto.Ora si tratta di ricostruire, servono calma e idee chiare. Sono cambiati i tempi. L’Italia si sta muovendo per migliorare la struttura organizzativa del calcio e si vede: c’e’ la volonta’ di crescere e di costruire”. “Il Bayern, ad esempio – continua Rummenigge – e’ formato da alcuni grandi campioni acquistati anno dopo anno, perche’ un club vincente non lo si costruisce in un’estate sola e da un grande numero di giocatori del vivaio da Lahm a Schweinsteiger, da Alaba a Muller. Forse ci vorrebbe piu’ aiuto da parte dei Comuni, per facilitare la costruzione degli stadi di proprieta’. Non e’ bello vedere impianti vecchi e mezzi vuoti”.