Morata e la depressione: “per le critiche non volevo uscire con i miei figli”

L'attaccante del Milan, Alvaro Morata, ha parlato dei suoi momenti difficili legati alla depressione e agli attacchi di panico

CalcioWeb

Alvaro Morata, attaccante del Milan, ha recentemente rilasciato un’intervista toccante, al podcast spagnolo “Cope”, in cui ha parlato apertamente della sua lotta contro la depressione e gli attacchi di panico, rivelando come questi abbiano influenzato la sua vita personale e professionale.

“Quando passi per momenti veramente duri, con depressione e attacchi di panico, è uguale che lavoro fai o la situazione che vivi. Devi lottare contro quest’altra persona che hai dentro di te tutti i giorni e tutte le notti. Per me la cosa migliore era lasciare la Spagna, non ce la facevo più.

Noi siamo ciò che si vede alla tele o sui social, però a volte la vita reale è molto diversa. Devi dare una certa immagine  – ha dichiarato l’attaccante – perché è il tuo lavoro, ma sono stato malissimo. Sono esploso e a un certo punto non riuscivo neanche ad allacciarmi le scarpe.

Appena tre mesi prima dell’Europeo non ero nemmeno sicuro di poter tornare a giocare una partita. Non sapevo ciò che mi succedeva, è stato un momento delicato e complicato, perché ti rendi conto che ciò che più ti piace nella vita diventa ciò che più odi.

Ogni volta che uscivo con i miei figli succedeva qualcosa. Senza cattiveria, magari con la gente per cose successe in partite precedenti. E così alla fine anche loro non volevano più uscire con me e fare cose che fanno normalmente genitori e figli. È arrivato un momento che mi dicevano tante di quelle cose brutte davanti ai miei figli che non volevo più uscire con loro, mi vergognavo. Ero una specie di scherzo facile, un bersaglio indifeso per far ridere chi ti sta vicino.

La Spagna mi manca – ha concluso Morata – È il Paese più bello del mondo ed è stata una decisione difficile. Qui in Italia però è tutto diverso. I miei figli vedono che il loro padre è rispettato. Vedono che il loro padre è un calciatore che ha giocato nelle migliori squadre del mondo. Critiche? Molte volte ho superato il limite. Molte volte, quando sono stato insultato, ho cercato di mettere in imbarazzo le persone che cercavano di farmi sentire in colpa. Il Campionato Europeo ha cambiato la mia vita, perché adesso mi rispettano di più. È una spada che avevo conficcata dentro di me. Posso terminare la mia carriera con più o meno gol, ma la foto dei campioni sarà sempre lì”.

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