E’ un momento delicatissimo in casa Milan e sono in corso delle valutazioni. La squadra di Fonseca è reduce dalla sconfitta in Champions League contro il Liverpool e in generale un inizio di stagione deludente. L’allenatore è finito nel mirino e rischia l’esonero ma anche le critiche nei confronti di Zlatan Ibrahimovic sono all’ordine del giorno.
Il giornalista Giancarlo Padovan non si è risparmiato ai microfoni di MilanNews.it. “il ciclo Fonseca è già finito? Fosse per me nono sarebbe mai cominciato. Sono stato l’unico giornalista italiano ad averlo stroncato prima che arrivasse. Il Milan ha sbagliato scelta perché Fonseca non si era meritato il Milan. Non è da Milan, perché non ha né esperienze precedenti positive né carisma, niente da sviluppare che noi avessimo intravisto”.
Poi non risparmia lo svedese: “Ibrahimovic, che l’ha scelto, crede di essere infallibile, crede di essere Dio e queste sono le conseguenze. Fonseca invece resta Fonseca, mentre Ibra non è un dirigente. Per come ragiona, per come parla e per come sceglie l’allenatore non c’è nemmeno una parvenza di dirigente. Il Milan è già fuori strada. C’è un allenatore già delegittimato dai fatti contro la Lazio, un allenatore perdente. Solo Ibra e una dirigenza sconclusionata non lo sapevano.
Ibra parla come se fosse un capopopolo. Un’espressione simile con una tracotanza che non appartiene né allo spirito dirigenziale non solo italiano, ma mondiale e men che mai nella filosofia Milan. Ibrahimovic crede ancora di essere un giocatore e resterà tale. È l’ennesima dimostrazione che non si diventa dirigenti e allenatori solo perché sei stato calciatore. Sono mestieri diversi, sistemi diversi, cultura diversa. Se proprio devo dirla tutta, Ibrahimovic non ha né cultura sportiva né calcistica. Se va via Fonseca dovrebbe andar via anche Ibrahimovic”, continua Padova.
Infine su Cardinale: “è quello che ha scelto Ibra e avallato Fonseca. Ha mandato via Maldini. Si assuma le responsabilità anche lui di ciò che ha fatto, perché il bilancio finora è fallimentare. Come tanti anche lui pensa che il calcio italiano sia una cosa semplice. E chi dice che il calcio è una cosa semplice fa una brutta fine. Il calcio è un coacervo di complessità, per chi va in campo e non. E credo che Cardinale stia sperimentando cosa significhi il calcio italiano”.