San Siro, Inter e Milan gettano la maschera: vogliono il nuovo stadio a fianco al “Meazza”

Il dado sembra essere tratto: i clubs milanesi hanno delineato il futuro dell’impianto (o degli impianti). La palla ora è al Sindaco Sala

CalcioWeb

Sarà che di tempo se ne è buttato abbastanza, sarà il cambio di proprietà dell’Fc Internazionale e il passaggio di mano a un gruppo che parla la medesima lingua (non solo in senso strettamente letterale) dell’Ac Milan, ma il cambio di passo è evidente.

Il dato principale è che i due clubs percorreranno una strada comune, qualunque essa sia e continueranno a dividersi lo stadio, diversamente da come fanno i più grandi clubs del mondo (City e United, tutte le compagini londinesi, Real e Atletico Madrid, Boca Juniors e River Plate).

E se questa è una novità che di fatto non lo è perché mantiene lo status quo operativo dal 1926 (anno di inaugurazione dello stadio di San Siro), l’altra novità (e in realtà non lo è nemmeno questa perché rimette le lancette indietro di un paio di anni almeno) è che il pensiero di Milan e Inter è chiarissimo: “Noi dall’area di San Siro non ci muoveremo mai“. Da un lato non lo dicono chiaramente ma lo fanno capire e dall’altro aleggia lo spettro dell’emigrazione fuori Milano (ma questo lo vedremo più sotto).

Troppo radicati, troppo sentimentalmente legati i tifosi di entrambe le squadre a una location che, tra l’altro, proprio il Comune, negli anni, ha provveduto a urbanizzare egregiamente mettendola anche al centro di un piano trasporti che ora consente di raggiungere lo stadio direttamente dall’aeroporto di Linate in metropolitana, nulla togliendo a chi abbia voglia di camminare un po’, di continuare a mettere in atto quella lunga e storica passeggiata che, passando da piazzale Lotto, ti consente di andare e venire dal centro a San Siro e piedi.

Dunque Inter e Milan chiedono di costruire il nuovo stadio di San Siro a fianco a quello vecchio (e questa proposta si era già vista da anni), bocciando l’ipotesi di totale ristrutturazione del “Meazza“.

La bocciatura origina da due enormi problemi che deriverebbero: il primo riguarda i costi (oltre 700 milioni di euro) e il secondo – attesa la complessità dei lavori – andare incontro a un lungo periodo di convivenza tra cantiere e eventi a getto continuo al “Meazza” che renderebbe molto ridotta la capienza e comunque una serie di problemi grossi di ordine pubblico, sicurezza, gestione ingressi, etc.

La novità, quella vera, della proposta è che, a fronte della concessione dell’area attigua per la realizzazione del nuovo San Siro, i clubs sono disposti anche a riqualificare e rifunzionalizzare il “Meazza” (dopo, ovviamente, l’apertura del nuovo impianto), a condizione che le richieste del Comune di Milano non siano stellari.

In settimana prossima è previsto un nuovo incontro, Milan e Inter brandiscono l’arma dell’ipotesi – ormai ben nota – di costruzione di impianti fuori Milano, ma concretamente nemmeno loro ci credono tanto, i tifosi non capirebbero e non gradirebbero; dal Comune si aspettano risposte, prezzi e idee molto concrete e operative.

Il tutto, ovviamente, col consenso dell’eterno convitato di pietra a questa partita infinita: la Soprintendenza e ciò che porta in dote: i suoi vincoli infiniti.

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