Israele-Italia 1-2: azzurri vincenti ma un passo indietro rispetto a Parigi

L'Italia vince anche contro Israele nella 2ª giornata della fase a gironi di Nations League

CalcioWeb

Vince con merito ma non senza soffrire in almeno due fasi della gara la Nazionale azzurra contro Israele. A lungo sterile con un 3-5-1-1 che lascia fuori dal gioco Kean, l’Italia chiude la pratica con paio di fiammate, ma, comunque, dimostra di mantenere atteggiamento giusto e compatto anche quando c’è da soffrire.

Il previsto turnover che lascia fuori la metà dei calciatori di movimento consente a Spalletti di mascherare la bocciatura di Di Lorenzo ma non evita il solito avvio morbido della Nazionale che – sia pur senza rischiare nulla o quasi – nei primi minuti soffre Israele; pressing blando, baricentro basso e anche qualche sbavatura nello scalare delle marcature sulle imbucate avversarie sono la cifra dell’avvio di gara degli azzurri.

Bastoni a sinistra (finalmente riportato sull’asse mancino con Dimarco), Bongiorno al centro a Gatti a destra costituiscono la linea difensiva, Dimarco stesso (come gli altri due interisti in campo anche stasera) e Bellanova sono gli esterni mentre Frattesi, Ricci e Tonali fanno densità in mezzo al campo e consentono a Raspadori e Keane di pungere.

O almeno così dovrebbe essere perché per vedere un tiro verso la porta di Israele bisogna attendere 15 minuti con Dimarco a concludere alto sulla traversa un calcio a due appena fuori dal lato corto dell’area di rigore.

Il clima ambientale (si gioca sul “neutro” quasi vuoto di Budapest) non aiuta gli azzurri, anche stasera in maglia bianca, a regalare spinta agonistica alla prestazione, ma con l’andare dei minuti la Nazionale italiana acquisisce personalità (o voglia) e porta su il pressing andando a prendere gli avversari uno a uno, molto alti, ma a fiammate.

L’iniziativa resta ancora tra i piedi degli israeliani, Dimarco manda oltre la tettoia e dunque fuori dallo stadio un improbabile tentativo col suo piede sbagliato (il destro) dal limite dell’area, Kean si muove tanto ma raramente si incrocia col pallone.

Bellanova ci prova ma anche lui punta la curva più che la porta e la mezzora del primo tempo certifica un grosso spavento per Donnarumma che accompagna con lo sguardo fuori dal campo il tiro di Solomon.

Raspadori si sacrifica, si abbassa in mezzo alla linea di centrocampo, ma le castagne dal fuoco le leva al minuto 38 ancora una volta la premiata ditta Dimarco-Frattesi, col centrocampista dell’Inter ad accompagnare di petto in porta un cross al bacio del suo compagno di club.

L’aria è cambiata, il morale anche e gli spazi ora si moltiplicano, sicchè Raspadori e Bellanova vanno vicino al raddoppio, ma, soprattutto, Israele pare neutralizzato da una linea di centrocampo che, finalmente, pare aver preso le misure degli inserimenti.

Al riposo si va con l’Italia in vantaggio per 1-0, 38 minuti da dimenticare e nessun tipo di assistenza per Kean, con Raspadori che gli gira distante come un ex fidanzato.

La ripresa

Nella ripresa l’Italia torna pigra, tuttavia Frattesi va vicino al raddoppio ma poi è ancora Israele a sfiorare il pareggio e lo fa non per caso, perché prende campo, come a inizio primo tempo. Gli azzurri fanno i conti con una manovra che non riesce a innescare l’attacco che, rispetto alla Francia, pare davvero orfano di Retegui; la sensazione è che non si accende Dimarco gli azzurri fanno fatica, tanta fatica e il primo quarto d’ora della ripresa se non è un incubo ci assomiglia parecchio per Spalletti.

Ancora una volta nel momento più difficile, però, l’Italia la rovescia: break prepotente di Frattesi che innesca Raspadori. Il miracolo del portiere israeliano è solo il migliore assist per Kean che raddoppia a porta vuota e ora gli azzurri giocano sul velluto, anche con i cambi che danno freschezza.

Il resto è accademia ma anche, nuovamente, distrazione, calo di tensione che porta al gol dell’ 1-2 di Abu Fani (che gioca nel Ferencvaros, dunque è di casa a Budapest) per una Nazionale che torna comunque a casa con due vittorie su altrettante trasferte e di questi tempi è grasso che cola… Ma si deve crescere ancora tanto.

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