Adesso i problemi del Milan sono Leao e Theo Hernandez?

Leao e Theo Hernandez nella bufera dopo essersi staccati dal cooling break: davvero i due calciatori rappresentano i veri problemi del Milan?

CalcioWeb

L’inizio di stagione del Milan è stato tutt’altro che positivo. Appena 2 punti in 3 gare, nessuna vittoria, 6 gol subiti, una sensazione di confusione generale, fragilità e ridimensionamento delle aspettative già alla prima sosta per le nazionali. Ma i tifosi rossoneri stiano tranquilli, i problemi sono già stati individuati e hanno un nome e un cognome: Rafael Alexandre da Conceicao Leao e Theo Bernard Francois Hernandez.

Da sabato sera, i due migliori calciatori della rosa del Milan sono finiti al centro di una vera e propria bufera mediatica dopo essersi staccati rispetto al resto dei compagni durante il cooling break del secondo tempo di Lazio-Milan. L’immagine, ripresa dalle telecamere, mostra Leao e Theo Hernandez intenti a parlottare e abbeverarsi dall’altra parte del campo, mentre il resto della squadra (compresi i compagni entrati contestualmente, Abraham e Musah) a cerchio intorno a Fonseca. Ma davvero Leao e Theo Hernandez sono i veri problemi del Milan?

Ammutinamento!

Un ammutinamento bello e buono, sotto gli occhi di Cardinale presente allo stadio. Nel post partita Fonseca ha avuto bisogno di sottolineare quanto fosse sincero nel dire che il problema non esiste, non c’è stata alcuna protesta, che Theo Hernandez avesse già chiarito tutto, che i due sono rimasti in disparte perchè appena entrati in campo.

Un tentativo di mettere una toppa che è peggiore del buco. Oltre all’ammutinamento, la nave imbarca acqua e rischia di affondare. Fonseca cerca legittimazione quando è il primo a delegittimarsi: lascia Theo Hernandez e Leao fuori per scelta tecnica, consapevole di rinunciare alle due stelle della squadra, poi li lancia nella mischia quando subisce le due reti dei biancocelesti nello spazio di pochi minuti.

Dov’è finita la scelta tecnica? Probabilmente è stata cancellata da quel disperato grido di aiuto che ha portato al quadruplo cambio. Sostituzioni che hanno sortito l’effetto sperato: Theo Hernandez e Leao protagonisti del gol e cooling break della discordia.

Leao Fonseca Milan
Foto di Riccardo Antimiani / Ansa

Il Milan cosa ne pensa?

Calabria è il capitano per onore di fascia e non era nemmeno presente in campo, Theo Hernandez è il vice capitano, nonchè il calciatore più smaliziato del gruppo. Leao è il numero 10, il calciatore più pagato, l’MVP dello scudetto, l’uomo da 175 milioni di clausola. Leader carismatico e leader tecnico della squadra non partecipano alle riunioni con i compagni, allenatore e società non muovono un dito anzi, si affrettano a specificare che non si trattava di una protesta.

Una corsa affannata a salvare le apparenze, come se fosse normale, invece, che i due calciatori più rappresentativi della squadra, in un momento difficile, si auto-escludano guardando la scena da lontano. Un vero leader, in quei momenti, sta nel proprio gruppo, ascolta, a volte parla anche al posto dell’allenatore perchè ne è espressione diretta della volontà. Leao e Theo hanno lanciato un messaggio chiaro: un attacco diretto che fa cadere le suddette, fragili, apparenze.

Rafael Leao
Foto di Riccardo Antimiani / Ansa

Lo specchio dei tempi

Chi critica Leao e Theo Hernandez oggi parla al passato. Se anche qualcuno avesse agito in quel modo, sarebbe stato “appeso al muro a cazzottoni”, ha detto Di Canio a Sky Sport, con ‘Don’ Fabio Capello che annuiva di fianco. “Ai miei tempi“… ma quei tempi sono passati da 20-30-40 anni. È cambiato il calcio, è cambiata la società, sono cambiate le generazioni.

Con le dovute eccezioni e l’inutilmente doverosa premessa di non voler fare di tutta l’erba un fascio, i calciatori di oggi sono vip, influencer e giocatori. In quest’ordine preciso. Le stelle delle squadre sono anche sex symbol, uomini copertina dei brand di moda, addirittura rapper (come nel caso di Leao per altro). Sentirsi superiori al proprio club è un attimo.

Oggi ai Theo Hernandez e ai Leao va allenato prima di tutto il carattere, vanno corrette le esuberanze personali ancora prima che tattiche. Allenatore e dirigenti hanno il compito di mantenere la barra dritta, promuovere i valori del club e, quando serve, far abbassare qualche cresta. Nella gestione umana, Stefano Pioli, nonostante le critiche e i limiti evidenziati in campo, era riuscito a non difettare, almeno pubblicamente.

Fonseca, invece, rischia di andare allo scontro diretto, dopo 3 giornate, e farsi male. Perchè non ha lo status di Theo Hernandez e Leao, perchè i risultati non sono dalla sua, perchè la società che lo ha scelto, resta in silenzio. Ibrahimovic, il collante squadra-dirigenza, non era nemmeno presente allo stadio, era in vacanza: del resto, per citare la narrativa biblica del mercato rossonero, nel giorno 7 di 7, anche Dio si riposò.

Nessun segnale forte da una dirigenza che è sembra sempre più adatta a fare i conti che a gestire le questioni di campo. “Io di calcio non capisco niente“, tornano in mente le parole che Paolo Maldini aveva dichiarato di aver sentito spesso durante le riunioni con la nuova dirigenza.

Gerry Cardinale Milan
Foto Ansa

Ma il Milan dove vuole andare?

La situazione del Milan ricorda da vicino quella di Rudi Garcia a Napoli dell’anno scorso, ai ferri corti con Kvaratskhelia e Osimhen. Com’è finita? Garcia esonerato, 3 allenatori cambiati, Osimhen rinnovato in ottica cessione e rimasto sul groppone a 11 milioni e Kvara che ha minacciato più volte l’addio. Al Milan Theo Hernandez ha messo in dubbio il suo futuro, Leao ha una clausola alta ma pagabile in 3 stagioni, Fonseca è già in dubbio.

La società lo ha scelto fra le polemiche ma non lo legittima nel momento nel bisogno per non scontentare le proprie stelle. Venezia, Liverpool e Inter potrebbero essere già 3 gare decisive per un Milan che si ritrova a guardare Inter e Juventus destinate al testa a testa Scudetto, con un allenatore in bilico e una società debole che farà passare a Leao anche il post social con Di Canio che fa il saluto fascista senza dire una parola.

Noi vi riproponiamo la domanda iniziale: davvero i problemi del Milan sono Leao e Theo Hernandez? E ne aggiungiamo una seconda: ma il Milan, in questo modo, dove vuole andare?

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