Gravina prova a isolare Balata rispetto ai suoi club ma Balata colpisce durissimo

Sullo sfondo il tentativo estremo di Gravina di restare in sella e il suo conflitto di interessi tra Figc e Uefa. Mentre le serie minori affogano...

CalcioWeb

Possono manifestarsi problemi di forma o problemi di sostanza. Possono, poi, manifestarsi entrambi, soprattutto in un ambiente come quello del calcio laddove – almeno nei palazzi istituzionali – la forma è sostanza. La faccenda è complessa e antipatica e richiede uno sforzo esplicativo che si traduca in sintesi e linguaggio chiari, diretti. Ci proviamo, come abbiamo sempre fatto.

La querelle, in apparenza, è una cosa personale tra il Presidente della FIGC, Gabriele Gravina e il Presidente della Lega B, Mauro Balata. In sostanza, invece, la questione è molto più seria perché in ballo c’è il futuro del calcio italiano inteso come tutto ciò che esula dei clubs più grossi della serie A e che coinvolge milioni di tesserati, dalla B (ma anche dalla bassa A che prima o poi in B ci torna) a scendere.

Proviamo a procedere con ordine, partendo dalle prerogative: il Presidente federale dovrebbe tutelare l’intero movimento calcistico italiano, con un occhio particolare, evidentemente, proprio a quelle realtà più deboli ma che costituiscono da sempre la base del sistema.

Ma la situazione – cosa, in verità, tipica del Paese – è molto ingarbugliata, perché Gravina, oltre a essere il custode del calcio italiano, è anche il vicepresidente dell’Uefa e, circostanza ancora più grave, è Presidente di una commissione particolare, quella, cioè, che alloca le risorse. Insomma è colui il quale tiene i cordoni della borsa del football europeo.

Peccato che, nell’apoteosi della contraddizione, proprio lui ha recentemente dichiarato che “i soldi (delle tv ndr) vanno via dall’Italia in direzione estero (verso le competizioni Uefa ndr bis)”. E di questo, tuttavia, Gravina stesso, nei mesi non è parso particolarmente preoccupato, né ha mai fatto cenno in Consiglio federale. D’altra parte perché dovrebbe essere preoccupato Gravina? I soldi escono da un sistema del quale è Presidente ed entrano in un altro, più grande, del quale sempre lui è vicepresidente.

Una sorta di “giroconto” istituzionale che, tra l’altro, va contestualizzato nel momento storico di grandissima difficoltà per Gravina stesso che, in maniera evidente, per restare in sella cerca di aggrapparsi ai potenti (Uefa, grossi clubs italiani)… E che il sistema calcio in sofferenza si arrangi, in qualche modo.

Nel frattempo la Lega B, orfana dell’appoggio della Figc che dà le carte – in teoria, perché in pratica la sensazione è che le dia sempre e comunque l’Uefa di Ceferin e Gravina (sempre lui, si, non è un omonimo o un parente) – ha salutato Sky e, al momento, ha portato a casa un aumento di contratto con Dazn e l’intrigante novità Amazon. Questo il quadro generale, dunque.

La ‘dichiarazione di guerra’

In questo scenario si colloca il colpo di artiglieria di Gravina che è una vera e propria dichiarazione di guerra – nei modi e nella forma – e che tra organi istituzionali (Gravina, tra l’altro a libro paga, in qualche modo, dello Stato) certifica il “muoia Sansone e tutti i Filistei, purchè mi salvi io” che prelude al lancio degli stracci e alle comiche finali.

Gravina Figc
Foto di Cesare Abbate / Ansa

Il Presidente federale (che dovrebbe essere garanzia di equilibrio e, soprattutto, unità del movimento), smaltite le atmosfere briose per tutti di Ferragosto, si produce in una durissima missiva che manda al Presidente Balata e, soprattutto, in copia ai clubs prima che la stessa finisca sul Corriere dello Sport, e, in buona sostanza addossa interamente alla Lega di B e, soprattutto, a Balata la responsabilità dello stallo nei diritti tv della B.

La cosa che crea imbarazzo (parola, tuttavia, sconosciuta ai più) è che Gravina si produce in un documento ufficiale che preferisce rispetto alla polemica sui giornali per “non creare ulteriori danni d’immagine al sistema”.

Ora, a parte il fatto che più scuro della mezzanotte non è possibile e l’immagine del sistema calcio negli anni è stata devastata in maniera inimmaginabile, il giochetto è, francamente infantile: Gravina parla duramente a Balata ma non dice ai giornali che lo fa, però manda la lettera (in maniera irrituale e irrispettosa delle prerogative insite alla qualifica di Presidente e della Lega B) in copia ai 20 singoli clubs che Balata stesso rappresenta.

Ovviamente su 20 club qualcuno che gira la cosa alla stampa ci sarà matematicamente, ma di questo Gravina non può essere responsabile… Come uscire nudi sul balcone in pieno inverno e poi prendersela col caso se ti sale la febbre…

E lo schema della sponda subdola affinchè la cosa arrivi sui giornali in via indiretta è tanto scontato che Balata stesso risponde – ovviamente – con le medesime modalità e la lettera, di sponda con una delle 20 società di B, finisce (anche) sul tavolo della nostra redazione.

Balata ‘inchioda’ Gravina

Balata si sarà anche un po’ scocciato di dover cantare e portare la croce e allora inchioda Gravina alle sue responsabilità (ma il concetto di responsabilità è autoportante, nel senso che se uno non si sente responsabile i chiodi non tengono) sia sul piano formale che fattuale. Rispetto alle modalità Balata sottolinea di accogliere “con stupore la Tua missiva per il suo contenuto e per l’invio diretto della stessa alle Associate, in tal modo ignorando il ruolo e le prerogative degli Organi di rappresentanza della LNPB. Circostanza tanto più grave se si considera che la predetta missiva proviene dal Presidente della FIGC, nei Suoi ruoli istituzionali”.

E già basterebbe questo affinchè, ad esempio, il Presidente del Coni chiedesse conto di cosa diavolo stia accadendo in via Allegri.

Ma Balata rovescia il tavolo entrando con tutte le scarpe dentro il cuore dei problemi e lo fa senza mezzi termini e senza timore di urtare qualcuno, alla fine bisognerà pur dirlo che il re è nudo: “per quanto riguarda le precisazioni in ordine all’impatto da parte delle competizioni internazionali sui campionati domestici”, rintuzza Balata.

“Debbo constatare che tale circostanza, nel pieno rispetto della dialettica e del naturale confronto tra le componenti federali, è stata evidenziata dalla Lega B, attraverso il sottoscritto, da circa un anno in più occasioni anche durante i Consigli Federali, e testimonia la forte preoccupazione per l’erosione del valore dei campionati domestici, che potrebbe avere effetti economici gravissimi per il sistema del calcio e dell’intero comparto dello Sport nazionale, con riflessi a livello macroeconomico poiché, come ben noto, il Calcio rappresenta un volano importante di risorse anche per lo Stato”. 

Ma che Balata non intenda più fare sconti a nessuno, visto che in ballo c’è la sopravvivenza di decine di clubs, di piazze è chiaro nel passaggio successivo, dove smentisce clamorosamente Gravina, richiamando proprio un passaggio della sua missiva:

“A partire dalla stagione 2024/2025, la solidarietà a favore di club e Leghe minori è stata molto aumentata (da 172 a 308 milioni totali a stagione)” – ha scritto il Presidente FIGC – “e il tavolo per la nuova suddivisione è stato costituito dall’UEFA con le Leghe Europee e l’ECA (nessuna Federazione presente)”. 

“Tuttavia”– ribatte Balata – “dal report della European League si evince che se pur vero che la quota per i club non qualificati per la fase a gironi né partecipanti ai turni di qualificazione è stata aumentata dal 4% al 7% delle entrate totali, tuttavia tali risorse non andranno a beneficio dei club delle serie cadette e ciò determinerà innegabilmente un costante impoverimento del calcio di territorio, con il rischio di ulteriori riduzioni di investimenti da parte dei broadcaster”.

Bene, il gioco è scoperto, il re è nudo, il malato (il sistema calcio dalla base) se non terminale non ha grosse prospettive e Balata gioca definitivamente a carte scoperte e chiede – a questo punto coram populo – “quali interventi sono stati attuati o possono ancora essere attuati a tutela dei campionati domestici? Quali diverse allocazioni delle risorse è possibile immaginare? In che modo sarà possibile garantire la distribuzione solidaristica delle risorse europee. Anche ai campionati inferiori alle prime divisioni?”. 

La mossa sembra banale, le domande retoriche, ma in effetti la formalizzazione di tali gravissime problematiche messe sul tavolo (nell’interesse di quegli stessi clubs di fronte ai quali Gravina ha inteso indebolire Balata con la sua missiva inviata a loro per conoscenza e che Balata stesso rappresenta) apre nuovi scenari, o perchè nessuno potrà dire di non sapere o non avere capito.

E la palla passa, a questo punto, totalmente nelle mani di Gravina al quale Balata – con una clausola di stile evidentemente derivata dalla sua formazione giuridica che lo pone un passo avanti sempre – si rivolge in modo formale e istituzionale: “auspichiamo” – dice Balata a Gravina – “che tali preoccupazioni possano essere fatte proprie da Te, quale Presidente Federale, anche per il prestigioso ruolo che ricopri quale Vicepresidente UEFA e Presidente del Club Competition Committee UEFA, cui compete tra le altre cose anche il compito di proporre ‘modelli per la distribuzione dei ricavi delle competizioni per club’, incluse le forme solidaristiche di cui all’ art.2 dello statuto UEFA”.

Un modo garbato per ricordare a tutti, Gravina in testa, stato dell’arte e responsabilità, ruoli e conflitti d’interesse, mentre il calcio italiano è sempre quello dei 6 clubs penalizzati prima ancora che cominci la stagione e del Taranto senza casa (ma queste sono altre storie… o forse no…)

Da oggi, ad ogni modo, in poi tutta la serie B saprà a chi chiedere conto di rubinetti sempre più chiusi nei flussi della ripartizione delle risorse e del decrescente “potere” contrattuale che le singole leghe hanno con le tv.

Via Allegri, citofonare Gravina…

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