Acque putride e atleti come barboni: la Francia esce con le ossa rotte da queste Olimpiadi

Il caso della Senna continua a tenere banco alle Olimpiadi di Parigi 2024: l'editoriale di CalcioWeb sulla situazione in Francia

CalcioWeb

Immaginate di avere una figlia o un figlio. Immaginate che vi chieda di andare a fare un bagno nella Senna (o nel Tevere, o in qualunque fiume che attraversa una Capitale o grosso centro urbano). Voi, ovviamente, oltre a negare in maniera assoluta il permesso, vi chiedereste se lui o lei stessero bene con la testa, se fossero completamente impazziti o incoscienti.

Bene, ora pensate che la scelta di immergere degli atleti dove nessuno immergerebbe neppure una canna provenga dal Comitato Organizzatore delle Olimpiadi, spinto dal Presidente francese e con l’ovvia benedizione del Cio in base al principio che chi mette i soldi comanda e i soldi li ha messi la Francia.

L’idea di utilizzare le Olimpiadi come una gigantesca vetrina per Parigi (cosa che ha portato a tradire lo spirito olimpico dello stare tutti assieme già dalla cerimonia inaugurale per la prima volta sparpagliata e divisa, per quanto bella) è naufragata miseramente sotto i colpi di clamorose insufficienze rispetto alle condizioni di soggiorno e gara per gli atleti.

Tutti i disastri della Francia

Tra letti di cartone, atleti che dormono nel parco come i barboni perchè le stanze sono caldissime, tra mille problemi logistici e di trasporti, sembrava che ce ne fosse abbastanza per la povera Francia. Ma dall’ovvio non si sfugge e le malattie certificate a carico di parecchi atleti che si sono immersi nella Senna è, ovviamente, la cosa più ovvia (e da indagine penale per chi li ha costretti in quella fogna) che potesse succedere.

Ancora non è finita, perchè, dopo i ricoveri, agli atleti del triathlon è vietato andare in acqua, nel fiume, per allenarsi, cosa che altera evidentemente la competizione stessa. Certo, probabilmente nella storia dei Giochi Olimpici nessun atleta, per il solo fatto di partecipare, ha messo a rischio la propria salute e, in via non così ipotetica, la propria vita.

Morbidissimi – e complici in ossequio al principio del cane non mangia cane – gli atteggiamenti, le scelte e i silenzi delle Federazioni di ogni singolo Stato (tranne il Belgio che ha ritirato la squadra), in ossequio agli interessi economici, si intende. Comunque sia, la Francia esce con le ossa rotte da queste Olimpiadi, con buona pace della tipica spocchia transalpina, sperando che non ci scappi il morto. Ma sì, alla fine, che vuoi che sia, allez la France, allons enfant de la Patrie…

Condividi