Sinner-Berrettini: la pressione di Jannik, la rivalsa di Matteo e l’amicizia fra i due

Sinner e Berrettini hanno regalato spettacolo a Wimbledon: l'analisi dopo la sfida del secondo turno

CalcioWeb

Dopo sole poche ore dalla fine della partita tra i nostri due giganti del tennis, il lato tecnico è già stato analizzato ed è chiaro a tutti i veri appassionati, ma quello emotivo?

Il tennis italiano è in grande ascesa, con talenti che arrivano e stupiscono fin da subito, inutile fare nomi. Ma ieri la partita riguardava qualcosa in più di un semplice derby, era la partita dei nostri “senatori”, di coloro che hanno iniziato questo processo, spingendo tanti ragazzini ad appassionarsi al tennis. Eppure i due, hanno approcciato la partita in modo totalmente diverso.

Il confronto Berrettini-Sinner

Jannik arriva a Wimbledon, il torneo più importante sull’erba, da numero uno del mondo, con il vento che tira a favore ed i titoli di fenomeno che sventolano sui giornali. Arriva forte del torneo appena vinto ad Halle, il primo da N.1 al mondo, scaricandosi di un peso che poteva essere fatale. Uscire al secondo turno non era ammesso e la pressione a Jannik arriva di conseguenza, ma a farla aumentare ci pensa Berrettini.

Finalista proprio a Wimbledon nel 2021, dove si è dovuto arrendere solo ad un super Djokovic, primo italiano del nuovo corso ad accedere alle Finals e soprattutto considerato uno dei migliori giocatori su erba, Matteo ha tutte le carte in regola per battere perfino un Sinner 1º al mondo, soprattutto qui, nel “suo” torneo, nella “sua” superficie.

Purtroppo The Hammer, il martello (Berrettini), arriva in Inghilterra dopo un periodo di buio pesto, dove la luce in fondo al tunnel era offuscata e le speranze di riavere il Matteo che tutti vogliamo, lontane. Dopo l’Australian Open del 2022 la carriera di Berrettini ha subito uno stop, forzato dai mille infortuni di cui ha sofferto.

Ora sembra tutto risolto, ma la condizione atletica non può essere paragonata ad un Sinner che si sta avvicinando al prime. Per questo in qualunque modo fosse finita la partita, l’ex N.6 al mondo sarebbe stato soddisfatto del suo lavoro, anche se perdere non va bene a nessuno sportivo.

Jannik Sinner
Foto di Adam Vaughan / Ansa

Nonostante tutto Jannik, nelle dichiarazioni pre-match, ha confessato di essere terrorizzato da questo match, perché Matteo Berrettini su erba non va mai sottovalutato, specie a Wimbledon. Alla fine di un match combattutissimo, dove la differenza l’hanno fatta solo i pochi chilometri macinati da Berrettini in campo, ne escono tutti felici.

Sinner per aver dimostrato ancora una volta quanto sia forte su ogni superficie e soprattutto per non aver perso una partita che non poteva permettersi di perdere. Matteo per aver ritrovato il suo gioco, magari non al 100%, ma sempre incisivo e pericoloso. Alla fine vissero tutti felici e contenti. Amici come prima, amici come sempre.

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