La grande impresa di Spalletti-Gravina: mettere tutti d’accordo, da Nord a Sud, di destra e di sinistra

Le analisi sul percorso dell'Italia a Euro 2024 e tutte le colpe della coppia Spalletti-Gravina

CalcioWeb

Spalletti e Gravina sono riusciti in una grande impresa: quella di unire quasi tutta Italia sulle critiche nei confronti della Nazionale italiana per il rendimento a Euro 2024. Il percorso degli azzurri è stato imbarazzante: dopo l’esordio (stentato) contro l’Albania, la squadra non ha quasi toccato palla contro la Spagna, poi la ciliegina sulla torta delle prestazioni contro Croazia e Svizzera.

In particolar modo la gara contro Xhaka e compagni è incommentabile: l’Italia è stata completamente schiacciata da un avversario nettamente inferiore, non ha dato mai l’impressione di rientrare in partita e l’unica vera occasione da gol è nata da un ‘pasticcio’ della difesa della Svizzera. Alla squadra italiana è mancato tutto: qualità, cattiveria e idee di gioco. Il principale responsabile è ovviamente Luciano Spalletti.

Il Ct azzurro si è dimostrato in grande confusione, dalle convocazioni alla formazione contro la Svizzera. L’ex Napoli ha cambiato continuamente modulo, interpreti e non ha dato un minimo di gioco alla squadra. Ovviamente anche il presidente Gravina è uno dei principali responsabili del disastro italiano. “Il progetto va avanti” sono state le parole in conferenza stampa della coppia Spalletti-Gravina.

Gravina Spalletti
Foto di Daniel Dal Zennaro / Ansa

Spalletti ha fallito e in una condizione normale si sarebbe già dovuto dimettere. E subito a ruota Gravina. L’unico a chiedere scusa è stato Gigio Donnarumma, uno dei pochi orgogli italiani. Spalletti e Gravina avrebbero dovuto prendere esempio dalle coppie Prandelli-Abete e Ventura-Tavecchio e comunicare dimissioni immediate. Ma evidentemente le ‘poltrone’ valgono più della dignità.

Le reazioni: tutti sulla stessa direzione

Da Nord a Sud, di destra o di sinistra: il coro è comune ed è di indignazione per il percorso dell’Italia a Euro 2024 per la coppia Spalletti-Gravina. “Adesso mister tonfo ci risparmi l’agonia, serve un passo indietro di Spalletti”, è il titolo in prima pagina di ‘Libero’. Il primo attacco è per Gravina: “l’operazione di ringiovanimento della Nazionale che il Ct ha annunciato forse dovrebbe iniziare proprio da lui e dalle sue 65 primavere, anche se l’età è l’ultimo dei problemi”. 

Poi l’attacco al Ct: “in conferenza l’allenatore ha sparato palle in tribuna. Ha detto che qualcuno non avrebbe tirato i rigori, se necessario, ma siamo arrivati ben lungi da quella meta. Ha spiegato che la cosa più importante è stata la telefonata di sua figlia. Ha buttato lì che fino alla qualificazione era andato tutto bene, ma in un Europea a 24 squadre, dovrebbe essere scontata per l’Italia”. 

“Non abbiamo nulla contro l’uomo e per continuare a non volergliene gli consigliamo di fare quello che tutti gli altri Ct presenti in Germania avrebbero fatto al suo posto, un passo indietro. Assumersi le responsabilità e andarsene dopo un fallimento così clamoroso. La Nazionale di Spalletti ha fatto innamorare del tennis, del motomondiale, della pallavolo femminile quello che è sempre stato un paese di malati di calcio”. 

Pesante il commento anche de ‘Il Fatto Quotidiano’: “day after. Come tanti, in questi anni disgraziati del nostro calcio. E, come sempre, fiumi di parole, ma nessun gesto forte. La vita è fatta anche di atti responsabili: coraggiosi, generosi, etici. Invece nulla, avanti tutti insieme. Gravina non molla e non molla Spalletti. Nel 2026 ci sarà il Mondiale in Usa, Canada e Messico: l’Italia rischia la terza bocciatura di fila, evento mia accaduto nella storia delle grandi nazionali. Tra 60 giorni l’Italia torna in campo con la Nations League e non ci sarà un Mbappé a compiere subito il miracolo”. 

Poi l’attacco a Spalletti: “i limiti della squadra sono noti ma il maggior responsabile del disastro il Germania è Spalletti: cambi di modulo, convocazioni discutibili. Il Pelato vive male le critiche e le pressioni”, tuona il ‘Fatto Quotidiano’. “Domanda: perché non virare su Ranieri? Può chiudere il cerchio di una splendida carriera. Perché non provarci?”. 

“Tutto da rifare”, è invece il titolo de ‘La Stampa’. “Tra le tante pecche c’è l’incompiutezza, il guado tra usato e sicuro e corso nuovo, le insistenze su Jorginho e Di Lorenzo, le remore a lanciare Fagioli, scelto a sorpresa ma inoperoso fino a sabato, le insicurezze su Scamacca responsabilizzato, scaricato e rilanciato. 

Altri hanno messo in campo cuore e tattica, esaltato il gruppo invece dei singoli. Noi no. E’ dal 2010 che si analizza un sistema deficitario e nel mentre abbiamo perso pezzi e ammaccato l’autostima. Si è depotenziato il tifo, smarrito il senso e ovunque ci si giri, in questo Europeo, si trovano Nazionali capace di entusiasmare o di riscattarsi o di riaccendersi, di scatenare struggimenti, un paio addirittura di incantare. L’Italia non ha svegliato un sentimento, non ne aveva e non poteva chiederne in cambio”, è l’analisi de ‘La Stampa’.

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