La terra rossa e Parigi 2024, Sinner da applausi: “io portabandiera? E’ giusto che lo faccia chi…”

Jannik Sinner alla vigilia del debutto al Masters 1000 di Monte-Carlo: dalla terra rossa alle Olimpiadi di Parigi 2024, e sul portabandiera...

CalcioWeb

E’ iniziato il Rolex Monte-Carlo Masters. Gli occhi sono tutti puntati su Jannik Sinner, fresco vincitore del Miami Open. Il tennista azzurro, così come tanti altri campioni del tennis, ama questo torneo, che si disputa sui campi in terra battuta della città in cui vive.

Alla vigilia del suo esordio, Sinner ha raccontato le sensazioni con le quali arriva al debutto stagionale sulla terra.

Obiettivi e aspettative

Non ho grandi aspettative. Questa settimana la prendo come l’opportunità di fare un misto di allenamento e partite. Gli obiettivi chiave saranno il Roland Garros e le Olimpiadi, e Roma che per me è molto importante“, ha affermato l’azzurro, numero 2 al mondo, a La Stampa.

Non è la mia superficie migliore. In passato mi è capitato di faticarci un po’, e la scorsa stagione non è stata fra le migliori. Ma i miei primi quarti in uno Slam li ho raggiunti al Roland Garros, e li ho fatti anche a Roma. Sarà una stagione lunga e complicata, ma credo di poter giocare bene anche sul rosso. Djokovic dice che oggi sono il migliore? All’inizio era impossibile. Se ci riesco ora vuol dire che ho imparato da ciò che ho vissuto. Non è detto che vinca tutte le partite nemmeno ora, ma è vero che la differenza sta proprio lì. Per mesi ho fatto sempre quarti, ottavi, qualche volta semifinale, tutti risultati ottimi, soprattutto nei grandi tornei. Mancava l’ultimo passo, ora è arrivato ed è cambiato tutto”, ha aggiunto.

Sinner portabandiera a Parigi 2024

Sinner ha poi parlato dei recenti rumors che lo vogliono portabandiera alle Olimpiadi di Parigi 2024. “Io portabandiera a Parigi 2024? Secondo me è giusto che lo faccia chi ha già vinto una medaglia d’oro. Per me sarà la prima volta. Sento di aver contribuito insieme ad altri a far crescere il nostro tennis, ma ci sono atleti che hanno costruito la carriera sulle Olimpiadi, e lavorano quattro anni per una gara. Ho letto una intervista a Usain Bolt in cui diceva: “io lavoro quattro anni per correre in meno di 10 secondi, e c’è chi vorrebbe risultati dopo due mesi’. Per loro è un appuntamento fondamentale. Per noi tennisti anche, ma fra Slam, Masters 1000 e Coppa Davis abbiamo più occasioni. Detto questo, se mi chiedono di farlo, mi farà molto piacere“, ha affermato.

Quali gare andrò a vedere alle Olimpiadi? Ancora non lo so, vediamo. Sicuramente l’atletica. E mi piace molto l’idea di poter incontrare atleti di tante discipline, di confrontarmi con loro“, ha concluso.

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