E’ arrivato il momento dei bilanci dopo la prima parte della stagione tra campionato di Serie A e Champions League e il presidente Aurelio De Laurentiis si è presentato ai microfoni dei giornalisti per fare il punto della situazione in casa Napoli. La squadra di Walter Mazzarri è reduce dalla vittoria in rimonta contro l’Hellas Verona ed è rientrata pienamente in corsa per il quarto posto.
“Il mio errore è stato non andare allo scontro frontale con Spalletti. Dovevo tenere il punto fermo. Hai vinto lo scudetto e dici di amare questa città e poi dici che te ne vai con questa semplicità, dimostrando di non credere in quella squadra. Il mio errore è stato di accettare la sua richiesta per riconoscenza, per avermi riportato lo scudetto dopo 33 anni”. Inizia con il botto il discorso del numero uno azzurro con riferimento all’addio con Luciano Spalletti.
“Io al Premio Bearzot al Maschio Angioino, era il 24 marzo, dico che Spalletti resterà con noi e lui non smentisce. Ad aprile arrivano le due sconfitte e il pareggio tra Champions e campionato con il Milan. Per tirare su il morale di Spalletti, per dimostrargli che anche se la squadra era in calo io ero con lui e non lo avrei biasimato per l’uscita dalla Champions, gli mandai l’esercizio dell’opzione via pec. La modalità giuridica prevista. Mai avrei creduto che nella cena del 12 maggio lui ci avrebbe comunicato la sua intenzione di voler tornare a fare il contadino in Toscana, di prendersi un anno sabbatico. Io non mi sono dato per vinto. Volevo trovare un modo di trattenere anche amichevolmente Spalletti. A me venne anche il dubbio che Gravina lo avesse già contattato. Ma non avevo prove. Voleva andar via da vincitore, ci sta”, conclude De Laurentiis.
De Laurentiis su Giuntoli
Sul passaggio di Cristiano Giuntoli alla Juventus: “quando ho preso Giuntoli nessuno si è chiesto chi fosse. Lui è cresciuto per otto anni con noi, nascondendomi che fosse uno juventino sfegatato. Se l’avessi saputo, non l’avrei trattenuto. Gli voglio bene, ma certe cose non le tollero”.
Il retroscena su Thiago Motta
“Thiago Motta era nella lista dei possibili allenatori da Napoli, ma già in una conversazione di circa 6 ore a Roma mi disse che lui puntava ad allenare squadre di cui non dico il nome fuori dall’Italia. Quando tu vai a scegliere un allenatore bisogna essere convinti in due. Quando è venuto da me l’avvocato di Luis Enrique siamo stati 3 giorni a parlare, poi ha preferito il Psg, ci sono dei club che essendo più blasonati hanno più attrazione e io non mi arrabbio mai. Vedi anche Dragusin, al quale ho offerto più soldi del Tottenham, ha preferito l’Inghilterra anche rispetto al Bayern Monaco, non puoi combattere”, le confessioni di De Laurentiis.
La Serie A sul modello Premier League
“La serie A vuole un’autonomia sul modello della Premier League? Sono assolutamente d’accordo, lo dico da almeno 10 anni. L’Inghilterra è l’unica che fa un calcio che si vede in tutto il mondo, che fattura quello che fattura, che permette alle famiglie e ai bambini di andare allo stadio”, dichiara De Laurentiis. “Da noi non ne vogliamo sapere perché tanto i tifosi che vanno allo stadio servono da voti ai politici che non vogliono negare loro la fruizione dello stadio che però considerano terra franca. Bisogna azzerare la legge Melandri, che ha rovinato il cinema e il calcio, abbiamo svenduto per i prossimi 5 anni il campionato italiano”, aggiunge il numero uno azzurro che critica anche la Lega di A: “non siamo strutturati come un’associazione di imprese, non siamo la vera Confindustria del calcio”.
L’aspetto economico
“Io voglio vincere il più possibile e dare dignità al Napoli ma combattiamo in un contesto che è sbagliato. Ci sono tante modifiche da fare nel calcio, noi siamo l’unica squadra italiana che ha un bilancio in attivo ma che gioca contro squadre indebitate a quasi un miliardo che non potrebbero nemmeno iscriversi. Ce la mettiamo tutta ma fatturiamo il 50% di quello che fatturano Inter, Juve e Milan. Noi dobbiamo essere perfetti”, conferma De Laurentiis.