Che strana la vita. Che strano il calcio. Sei francese d’origine, nasci a Parigi e sogni di giocare per la squadra della tua città. Lo fai, ma poi esci fuori dai confini e, ormai affermato, beffi proprio quella squadra – anni dopo – nella finale di una Champions League anomala e infinita. E’ Kingsley Coman a condannare il Paris Saint Germain regalando al Bayern Monaco la sesta Coppa della sua storia.
La partita. Si inizia piano. Ritmi lenti, spenti, le due squadre si studiano e non affondano. Ma fino al duplice fischio è un crescendo. Più velocità di palleggio, spazi aperti e qualche chance. La prima è per Di Maria, che manda alto. Poi il palo del Bayern Monaco e la clamorosa occasione di Mbappé, che spara piano addosso a Neuer un rigore in movimento dopo uno scambio corto in area. In mezzo, l’infortunio a Jerome Boateng, costretto ad uscire zoppicante (al suo posto Sule).
Non molto diverso il copione della ripresa. La gara resta equilibrata ma, a differenza dei primi quarantacinque minuti, il gol arriva. La sblocca Coman. L’esterno francese raccoglie bene un cross in diagonale di Kimmich che supera tutta l’area e schiaccia perfettamente di testa incrociando sull’altro palo difeso da Keylor Navas. La restante mezz’ora, ovviamente, i bavaresi pensano più a contenere ripartendo in contropiede mentre i ragazzi di Tuchel aumentano la pressione e la rapidità di palleggio, non riuscendo però a pervenire al pari. Tra i motivi, c’è anche un Neuer versione Superman, che respinge anche i moscerini che gli passano davanti. E finisce così. 1-0. Lacrime francesi, gioia tedesca. In alto la FOTOGALLERY del match.