Nel film ha interpretato la parte di un forte calciatore. Ma anche nella realtà, seppur non con la stessa fama, lo era. Urs Althaus, gigante svizzero, per tutti è “Aristoteles“, protagonista brasiliano del film “L’allenatore nel pallone” degli anni ’80 con protagonista Lino Banfi. Althaus ha deciso di pubblicare un libro: “Io, Aristoteles, il negro svizzero”. Per presentarlo, è stato intervistato qualche giorno fa dalla pagina Facebook Piutre Fantacalcio, raccontando anche alcuni retroscena delle scene del film.
“Ricordo ancora il provino che mi fece il regista Sergio Martini. Chiese: ‘Sei capace di giocare a calcio?’. Gli mostrai un paio di tricks con il pallone. Lui sgranò gli occhi e la parte fu mia. Ricordo la giornata di riprese con Pruzzo, Ancelotti e Graziani. Feci gol su punizione proprio ai giallorossi. Il regista voleva usare un trucco cinematografico ma io volevo segnare veramente. Il primo tentativo andò in curva. Poi Ancelotti mi suggerì una rincorsa differente… e la palla si infilò sotto l’incrocio dei pali. Il secondo film del 2008? In quell’occasione conobbi alcuni campioni del mondo: apprezzai la simpatia di Francesco Totti, vidi il miglior portiere del mondo, Gigi Buffon, strinsi la mano a un grande campione come Alessandro Del Piero e a due bomber come Toni e Gilardino. Che squadra. Ma il mio idolo italiano era un altro: Mazzola. Prima di innamorami di Pelé”.