La Lazio lancia segnali alla Juventus. “Noi non molliamo e siamo ancora qua”. Nonostante il divario dalla capolista bianconera sia aumentato, salendo a cinque punti (pari biancoceleste con il Milan e vittoria della Vecchia Signora nel derby contro il Torino nell’ultimo turno), la compagine di Inzaghi non molla: sbanca Lecce e attende Milan-Juventus di domani sera.
La gara, però, già prima di iniziare diventa problematica. Il match, infatti, comincia con un po’ di ritardo. Motivo? Il pullman della Lazio si perde tra le campagne salentine, non prima di rischiare di finire in Lombardia. L’autista della squadra, infatti, nel navigatore, scrive “Lecco” anziché “Lecce”, ma non se ne accorge subito. Glielo fa notare Acerbi, nato e cresciuto in Lombardia: “Ma che stiamo tornando dai miei parenti al Nord?” Urla dagli ultimi cinque posti del bus, in cui sta giocando a briscola con Immobile, Lazzari e Cataldi. L’autista si rende subito conto dell’errore, ma il pullman era già arrivato in Emilia Romagna. Ci si ferma all’Autogrill e si torna indietro, questa volta verso Lecce. Ma l’autista è ormai in confusione, sotto pressione e in ritardo, e arrivato in Salento si perde tra le campagne anziché raggiungere lo stadio. “Chiedo scusa, per il ‘Via del Mare’?”, chiede così ad un contadino del posto: “Quale mare, non c’è lu mare, lu sule e lu ientu. Tornate a casa, niente vacanze, c’è lu Coronavirus”. Il povero contadino, infatti, ha capito fischi per fiaschi. L’autista chiedeva come raggiungere lo stadio, lui pensava si riferisse ad una gita fuori porta in spiaggia, di questi tempi non consigliata. Niente da fare, sono le 17 e la squadra non sa dove si trova. Per fortuna che Inzaghi e Liverani hanno giocato insieme. Basta un colpo di telefono, qualche indicazione, e la Lazio raggiunge lo stadio, ma sono le 17.45.
La gara inizia con mezz’ora di ritardo ed un riscaldamento “alla buona”. Biancocelesti in difficoltà? Potrebbe sembrare, ma è il Lecce a prendere sotto gamba l’appuntamento. “Ragazzi, questi qua non sanno manco dove stanno di casa. Vinciamo facile”, sussurra Liverani ai suoi. Il gol di Petriccione al 10′, infatti, pare spianare la strada ai locali. Ma poi sale in cattedra il solito Immobile e ne fa due in pochi minuti e in maniera quasi casuale. Si erano rilassati, i padroni di casa, e questo il bomber lo aveva capito: “Io di Immobile c’ho solo il cognome”, dichiara ai difensori avversari. Il tris è poi firmato da Leiva, che chiude i conti.
Questo racconto non corrisponde assolutamente alla realtà. E’ frutto della fantasia della nostra redazione. L’idea nasce per cercare di ‘alleggerire’ la mente dei lettori, nelle ultime settimane riempita soltanto da notizie negative. Noi di solito amiamo raccontare ciò che succede in campo e tutto ciò che lo circonda, e per questo vogliamo provare a farlo anche in un momento del genere. Con leggerezza e un po’ di ironia, provando a strappare qualche sorriso. Speriamo che l’iniziativa possa essere apprezzata da chi ci legge.