Si continua a discutere sulla ripresa dei campionati. La diffusione del Coronavirus sembra diminuire e c’è chi vorrebbe proseguire la stagione appena possibile. Sicuramente contrario a questa idea è Massimo Ferrero, presidente della Sampdoria, che ha espresso la sua posizione a ‘Il Secolo XIX’: “All’inizio nessuno ha dato troppo peso a questo nemico invisibile e sottile, io invece avevo sempre detto che sarebbe cambiata un’epoca. Noi oggi stiamo tutti a casa, rispettiamo le regole, continuiamo a essere invasi dalle brutte notizie ma la gente non ne può più. Sarebbe utile, ripeto utile, capire che è arrivato il momento di fare riforme profonde per cambiare l’Italia. Questo dramma deve dare vita alla ricostruzione. Le venti squadre di Serie A sono un po’ come la confindustria del pallone, anziché continuare a passare ogni giorno ore in call conference senza cavare un ragno dal buco perché non troviamo una strategia comune? Anziché fare strategia comune ognuno dice la sua: io voglio giocare per lo scudetto, io per non andare in B”.
Per far capire le sue ragioni Ferrero porta l’esempio di Gabbiadini, colpito dal Coronavirus: “Si parla di giocare… capite? Sempre giocare. Immaginatevi Gabbiadini, avuto il Coronavirus, si è ripreso da poco e devo dirgli magari che a maggio si torna in campo. Non è una macchina, che è spenta e la riaccendi. E che testa avrà per giocare? E poi chi ci andrà allo stadio? La gente? E come, con le mascherine? Basta parlarsi addosso. Affrontiamo questo momento con testa e dignità”.