Coronavirus, la drammatica testimonianza di Reina: “Mi è mancato l’ossigeno per 25 minuti”

Pepe Reina, ex portiere di Napoli e Milan, ha raccontato la sua drammatica esperienza sul Coronavirus: "Mi è mancato l'ossigeno"

CalcioWeb

Una drammatica esperienza quella vissuta da Pepe Reina col Coronavirus. Il portiere spagnolo, oggi in prestito all’Aston Villa, ha raccontato quei giorni in un’intervista al ‘Corriere dello Sport’: “La compagnia non mi manca in casa, siamo io, mia moglie Yolanda, cinque figli e i due suoceri. La casa è grande e la solitudine non vi ha accesso. Però isolato lo sono stato dopo aver accusato i primi sintomi del virus. Febbre, tosse secca, un mal di testa che non mi abbandonava mai, quel senso di spossatezza. L’unico spavento quando per venticinque minuti mi è mancato l’ossigeno, come se la gola si fosse improvvisamente ristretta e l’aria non riuscisse a passare. I primi sei, otto giorni li ho trascorsi chiuso in una stanza”.

Reina ha poi raccontato del primo addio al Napoli: “Avrebbero dovuto riscattarmi dal Liverpool, non si trovarono i numeri e quindi dovetti cercare un’altra squadra. Fu il presidente a riprendermi. Che squadra quella di Sarri! Lo spirito con cui ci allenavamo e giocavamo, e la qualità del gioco di quel Napoli. Non vedremo mai più una squadra muoversi in quel modo. Sarri riuscì a portarci al di sopra di limiti e potenzialità. In quegli anni avete visto il miglior Koulibaly, il miglior Mertens, un Allan strepitoso, Albiol una guida formidabile, il contributo prezioso di Callejòn e Insigne. A un certo punto della seconda stagione sembrava che giocassimo a memoria. Non c’erano primedonne, ma grande disponibilità, e umiltà, il nostro leader era il gioco che ci aveva insegnato lui”.

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