Coronavirus, Schnellinger: “Scherzare su tutto ma non su questo. Milan? Da quando è andato via Berlusconi…”

Karl-Heinz Schnellinger, ex difensore del Milan che compie oggi 81 anni, ha rilasciato importanti dichiarazioni sui rossoneri e sul Coronavirus

CalcioWeb

Stasera di sarebbe dovuta disputare Germania-Italia, test amichevole della Nazionale in vista dell’Europeo. Tutto rimandato per l’emergenza Coronavirus. ‘La Gazzetta dello Sport’ ha raggiunto telefonicamente Karl-Heinz Schnellinger, ex difensore del Milan, in gol nella storica semifinale del Mondiale 1970, che compie oggi 81 anni: “Da tre settimane sono chiuso in casa, come e più degli altri, perché alla nostra età io e mia moglie siamo due ricercati dal virus. Si può scherzare sulla torta, ma non su questo e io non capisco perché c’è ancora tanta ignoranza. Purtroppo, infatti, vedo ancora troppa gente in giro che non si rende conto della situazione. Noi qui in Italia siamo stati i primi capire la gravità di questa disgrazia e abbiamo cercato di correre ai ripari, mentre in Germania sono in ritardo”.

Il suo gol all’Azteca permise alla Germania di disputare i tempi supplementari in quel mitico 4-3 per l’Italia: “Quella partita la conosco a memoria, ma mi fa sempre piacere rivederla. Credevo che fosse finita e mi stavo avvicinando agli spogliatoi quando Grabowski ha crossato dalla sinistra e io mi sono buttato sul pallone riuscendo a segnare in spaccata. Così si è parlato del mio gol, anche se lui per il nostro gioco era più importante. Capisco che è stato un gol importante, perché se fosse finita 1-0 per l’Italia non ci sarebbero stati quei supplementari incredibili, ma non è stato il mio unico gol. In casa ho una foto di una mia bellissima rete di testa contro la Samp, quando ero al Mantova”.

Si passa poi al Milan: “Al Milan ho dato l’anima e rimarrà per sempre nel mio cuore. E poi il Milan è stato fondato nel 1899 come la mia prima squadra, il Duren, della città in cui sono nato, che guarda caso ha le maglie rossonere. Un segno del destino. Purtroppo ha tanti problemi, fatica a trovare il ritmo dei tempi migliori ma io spero sempre che torni grande. Da quando è andato via Berlusconi, non ricevo più le tessere dalla società. È una decisione che capisco poco, perché io e i miei compagni rappresentiamo la storia del Milan e allora preferisco stare lontano”.

Sulla decisione di fermare i campionati: “La salute è la cosa più importante. E’ difficile pensare alla ripresa in questo momento. Come è difficile pensare di giocare partite a porte chiuse. Allora tanto vale non giocarle. E’ un momento triste, ma ci sono sacrifici più gravi che stare in casa. Anch’io vorrei abbracciare i miei quattro nipoti. Mi accontento di sentire la loro voce e di vederli via Skype”.

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