Cinque le gare del pomeriggio di Serie A: alcune molto divertenti, altre meno. Non sono mancate le sorprese e i colpi di scena in questa ventisettesima giornata.
Atalanta-Lazio 2-2
Era la partita più attesa del pomeriggio e non ha deluso le aspettative: Atalanta-Lazio finisce 2-2. Difese fedeli al decreto del Governo anche dopo il Coronavirus. Si evitano i contatti a distanze inferiori ad un metro e gli attacchi vanno a nozze. Ad aprire le marcature è il “Papu” Gomez con un’azione personale strepitosa, conclusa con un gran destro a giro che non lascia scampo a Strakosha. Simone Inzaghi prova a scuotere i suoi e la Lazio risponde. Gollini deve fare gli straordinari per opporsi a Immobile, ma sulla respinta è Correa il più lesto di tutti. D’altronde buon cognome non mente. La prima frazione prosegue su buoni ritmi ma senza ulteriori sussulti.
Nella ripresa è la Lazio a partire forte. Milinkovic-Savic colpisce la traversa con un colpo di testa. Al 61′ è Immobile a trovare l’ennesimo gol in campionato: imbucata del solito Luis Alberto (che confeziona assist come fossero caramelle per bambini) con la difesa che resta al palo(mino) e il bomber biancoceleste implacabile davanti a Gollini. Le occasioni fioccano come la neve che ha imbiancato il Centro-Sud negli ultimi giorni. La Dea non demorde e, a sei dalla fine, trova il 2-2 con Toloi. Il brasiliano svetta più in alto di tutti sull’angolo battuto da Ilicic e trova la zuccata giusta. Gol dedicato alle vittime bergamasche del Coronavirus. Un gesto bellissimo e un pari meritato dalla squadra di Gasperini. La Lazio perde due punti e Inzaghi, come al solito, la voce.
Verona-Napoli 2-0
C’era una volta la “fatal Verona”. In quel caso si parlava di Milan, con i rossoneri che persero uno scudetto. Stavolta è toccato al Napoli, che dice praticamente addio alle residue speranze di Champions League. Continua a stupire la banda di Juric, che ora sogna davvero l’Europa. Squadra di Gattuso in parte(nopea) e in parte svagata. Callejon e Milik non ne azzeccano una, Zielinski sta a questa squadra come il parmigiano sulle vongole. E il pressing del Verona è feroce, vincente. Su un pallone recuperato da Amrabat arriva il vantaggio scaligero: palla in verticale per Zaccagni, mancino in mezzo e doppia deviazione di Koulibaly e Manolas, che ingannano Ospina. Il senegalese svirgola e rinvia addosso al compagno. Autogol che nemmeno la Gialappa’s avrebbe potuto immaginare. Comico.
Gattuso prova a scuotere i suoi con i cambi nella ripresa. Entrano Mertens e Lozano, ma i pericoli per Silvestri sono pressoché nulli, tant’è vero che l’estremo difensore del Verona, ribattezzato Gatto Silvestri in altre partite, vive un pomeriggio da Garfield, comodamente seduto sul divano. E, pur senza fare tantissimo in zona offensiva, il Verona trova il raddoppio. Miguel Veloso pennella (come fosse Giotto) un parabola arcuata, direttamente da calcio di punizione, che trova la testa di Rrahmani a battere Ospina per la seconda volta. E’ il gol del futuro calciatore del Napoli a mettere fine alla rincorsa di Gattuso. I tifosi gialloblu quasi non ci credono ma è tutto Vero(na). E dopo la donazione fatta ai tempi del Coronavirus Gattuso ne fa un’altra: lascia un cospicuo assegno negli spogliatoi del “Bentegodi” per ripagare i danni fatti ad armadietti e locali nello sfogo a fine partita.
Fiorentina-Brescia 2-0
C’era preoccupazione in casa Brescia per la possibile retrocessione a tavolino in caso di stop del campionato per il Coronavirus. A Firenze era l’occasione giusta per ripartire e rincorrere la salvezza, che evidentemente viaggia troppo veloce. Iachini ringrazia e si avvicina sempre più a quota 40 punti, un traguardo che sembrava quasi impossibile al suo insediamento sulla panchina gigliata. Privo di Balotelli, fermato da dolori alla schiena (si vocifera per qualche posizione del kamasutra particolarmente scomoda, con Super Mario che ha fatto i fuochi d’artificio dopo la quarantena), il Brescia incappa nell’ennesima sconfitta. La difesa delle Rondinelle, forse atea, non vede mai Chiesa. E il figlio di Enrico fa quello che vuole. Il primo tempo è un bombardamento viola alla porta difesa da Joronen, in stile guerra del Vietnam. Chiesa guida i suoi e sforna l’assist perfetto per l’incornata di Vlahovic, al 19′.
Nella ripresa la pressione viola allenta ma il risultato è sempre lo stesso. Chiesa è una furia: si mette in proprio e conclude di destro all’angolino una ripartenza personale. Il povero Cistana, nell’occasione prova ad aggrapparsi al numero 25 viola e gli strappa la divisa. Chiesa, anziché esultare, va da Cistana dicendogli: “se volevi la maglia bastava dirlo, l’avremmo scambiata a fine partita”. La squadra di Iachini gestice senza rischi l’ultima mezz’ora. Amaro e sconsolato il commento del presidente Cellino sui suoi calciatori, ai microfoni di Sky Sport: “Non sono professionisti, sono presi dalla strada”.
Torino-Udinese 1-0
La pausa ha fatto bene al Torino che, pur non entusiasmando dal punto di vista del gioco, torna a vincere. Forse è il caso di dire che Cairo ci aveva visto Longo. E l’ex allenatore della Primavera granata riporta qualche luce in un momento buio. Torna la coppia Belotti-Zaza e arrivano i tre punti. E dire che l’Udinese non gioca per nulla male. Lasagna è sempre pericoloso, de Paul delizia il pubblico con qualche giocata sopraffina e spaventa Sirigu con un paio di tiri dai 25 metri. Da segnalare un duro scontro verbale tra Okaka e Belotti, con l’attaccante bianconero che, memore dei tempi alla Roma, intima al bomber granata: “Ahò, Gallo abbassa ‘a cresta”.
Poi l’arbitro ci mette del suo e fa più danni di una grandinata in piena estate. Il direttore di gara decide di prendersi la scena e si inventa di sana pianta un rosso a Nuytinck (che il VAR non corregge) e lascia i friulani in 10 poco dopo l’ora di gioco. A decidere la partita è Zaza, al minuto 71. L’ex centravanti di Sassuolo e Juventus anticipa Troost-Ekong sul primo palo e gira in porta. Il Toro, nonostante la superiorità numerica e il vantaggio, rischia e sbuffa nel finale ma ne esce vincitore. Udinese “matata” e superata in classifica.
SPAL-Cagliari 0-0
Al “Paolo Mazza” va in scena uno scialbo 0-0. Una partita che potrebbe essere commentata da Gigi Marzullo e andare in replica all’una di notte, giusto per chi non riuscisse a dormire. Siamo sicuri che 5 minuti di SPAL-Cagliari siano più efficaci di un sonnifero. Due le occasioni degne di nota, una per parte: il solito Joao Pedro impegna Berisha con un colpo di testa, Valoti mette i brividi a Olsen con un tiro dalla distanza.
E’ proprio il caso di dire ‘Febbre a 90°’, visto che l’unico spettacolo è il lato B della guardalinee. E le panchine si distraggono. Più di un calciatore, richiamato per entrare in campo, preferisce rimanere a “scaldarsi”. E, riferiscono gli inviati, la bandierina si è alzata più volte nel corso dei 90′. Tornando al campo, la SPAL smuove pochissimo la sua classifica, di questo passo potrebbe salvarsi nel 2022. Il Cagliari sembra essere fedele al detto popolare: partenza a razzo, finale a cazzo. Ci dispiace solo per chi, oltre ai tifosi delle due squadre, abbia scelto Spal-Cagliari per tornare a vedere il calcio giocato.
Questo racconto non corrisponde assolutamente alla realtà. E’ frutto della fantasia della nostra redazione. L’idea nasce per cercare di ‘alleggerire’ la mente dei lettori, nelle ultime settimane riempita soltanto da notizie negative. Noi di solito amiamo raccontare ciò che succede in campo e tutto ciò che lo circonda, e per questo vogliamo provare a farlo anche in un momento del genere. Con leggerezza e un po’ di ironia, provando a strappare qualche sorriso. Speriamo che l’iniziativa possa essere apprezzata da chi ci legge.