Premessa. Tutta questa negatività intorno a Sarri, dimostrata dai media negli ultimi tempi, a nostro avviso è un tantino esagerata. E’ vero: la Juve non gioca, non entusiasma, non crea. Non lo fa più, di recente. Neanche come prima, all’inizio, a sprazzi. Adesso segna ma solo con giocate estemporanee dei campioni che ha in squadra. Ma è anche vero che l’undici bianconero non si trova sesto in classifica in Serie A e fuori dalla Champions League. E’ primo in campionato, seppur tallonato, e si è qualificato agli ottavi di Coppa con due giornate d’anticipo ed un primato mai in discussione. Il giudizio quindi, assolutamente condivisibile, più che definitivo sarebbe in sospeso. Magari già ad aprile si potranno avere delle risposte, ma al momento la Vecchia Signora è ancora in corsa per tutte le competizioni.
Nel frattempo, proprio tornando al discorso di cui sopra, l’editoriale del giornalista Marcello Chirico su Calciomercato.com ha scoperchiato anche alcune questioni riguardanti il passato, le confessioni di Nedved ad Agnelli su Allegri e, appunto, la figura di Sarri. Ne riproponiamo di seguito uno spaccato.
“Ma Sarri non è stato preso per farci divertire? Per dominare l’avversario e poi rullarlo, vittima di un gioco spettacolare difronte al quale sarebbe stata inutile qualsiasi barricata difensiva. Sarri è arrivato per migliorare una macchina quasi (e sottolineo il quasi) perfetta, comunque vincente, seppur con tecniche e tattiche di gioco che poco piacevano a Nedved e Paratici. Pare che dopo l’ultima eliminazione in Champions ad opera dei ragazzini dell’Ajax, Pavel si sia presentato dal suo amico Agnelli e gli abbia detto: “Andrea, con questo qui sta maledetta Coppa non la vinceremo mai!”. E “questo qui” stava per Massimiliano Allegri, uno col quale anche tantissimi juventini, proprio come Nedved, non sono mai entrati in sintonia, nonostante tutti gli scudetti e i trofei vinti. Ve lo confesso, il suo tipo di gioco (antico) non è mai piaciuto manco a me, pur riconoscendogli indubbie capacità nella gestione della squadra e capacità nel raggiungere gli obiettivi. La vincente Juventus, con ambizione soltanto più europee, andava migliorata. Sarri è riuscita invece a peggiorarla. Da possibile valore aggiunto, il mago di Figline, novello Sacchi o Guardiola nostrano – perché tale lo tratteggiava gran parte della nostra critica sportiva – è diventato il sabotatore della Juventus”.