Luis Figo: la contesa tra Juve e Parma, la testa di maiale, la clausola col Real Madrid

Si rinnova l'appuntamento con la nostra rubrica "L'uomo del giorno". Protagonista di oggi è Luis Figo

CalcioWeb

Luis Figo è stato il primo numero 7 del Portogallo. Dopo di lui è arrivato Cristiano Ronaldo. Ma quell’uomo nato ad Almada il 4 novembre del 1972 è stato un fuoriclasse del pallone. Ripercorriamo la sua carriera tra aneddoti, curiosità e trionfi.

Nato in una famiglia povera, Figo cresce giocando per le strade. Si intuisce da subito che diventerà un grande giocatore. A soli 11 anni Carlos Queiroz, allenatore di un certo prestigio che guiderà anche la nazionale portoghese, lo nota e lo porta allo Sporting Lisbona. Con l’Under 16 portoghese, insieme a Rui Costa, conquista un inaspettato terzo posto al Mondiale di categoria. Due anni dopo quella stessa nazionale vincerà il Mondiale Under 20. In 6 stagioni allo Sporting vince 5 volte il premio di giocatore portoghese dell’anno. Nei primi anni di carriera Figo corre come un fulmine sulla fascia destra e disegna calcio. Figo nell’ottobre 1994 firma un contratto triennale con la Juventus, salvo poi tirarsi indietro poche settimane dopo. Firma allora con il Parma, protagonista in quegli anni. Ma la Juventus fa ricorso e la FIGC invalida i contratti, squalificando Figo per due anni dal campionato italiano. A 23 anni Figo firma con il Barcellona e diventa subito titolare.

Nel 2000 Florentino Perez, in corsa per la presidenza del Real Madrid, gli fa firmare un precontratto. Figo ammise anni dopo di aver firmato per farsi alzare l’ingaggio dal Barcellona per trattenerlo. Perez vince e diventa numero uno Blancos. Un contratto da 12 miliardi e Figo si trasferisce ai rivali, senza tanti patemi. 140 miliardi di Lire. È nettamente il passaggio più costoso della storia. Il Barcellona non la prese bene, per usare un eufemismo. La maglia di Figo viene ritirata dal mercato e chi ne possiede una va a cambiarla con un’altra di un qualsiasi giocatore blaugrana. Figo ha svelato un particolare sul suo passaggio dal Barcellona al Real: “Le cose iniziarono a diventare sempre più serie fin quando non raggiunsi un accordo con il candidato presidente alla guida del Real. Poi, però, mi dissero che se non avessi firmato per i Blancos avrei dovuto pagare tutti gli abbonamenti del Bernabeu per un anno. Quella fu una clausola che firmò il mio agente. Non ne sapevo nulla”.

E i “clasicos” diventano infuocati. A Figo viene lanciato di tutto in campo: monetine, ma anche una testa di maiale. Con il Real Madrid vince tutto e nel 2000 anche il Pallone d’Oro. Fa parte di quella squadra denominata Galacticos. Nel 2005, a 33 anni, giunge in Italia, con un ritardo di un decennio. Arriva all’Inter. Non è più l’esterno degli anni d’oro che correva a tutta birra sulla fascia, ma il piede c’è. Si ritira al termine della stagione 2009. Figo ha lasciato il segno ovunque, ha regalato assist al bacio ai compagni ed è stato un simbolo della sua generazione tra dribbling e fantasia.

Condividi