Il 10 luglio 2016 il Portogallo vinceva l’Europeo. La Francia si arrendeva ai tempi supplementari al gol di Eder. Una notte storica per i lusitani che speravano di non rivivere quella della finale del 2004 in casa, clamorosamente persa contro la Grecia. Al 9′ Payet decide di togliere dalla scena Cristiano Ronaldo con un fallo molto duro che Clattenburg non fischia neanche. Al 24′ l’asso lusitano alza bandiera bianca. Al suo posto entra Quaresma. Il Portogallo si affida al giovane Renato Sanches e al portiere Rui Patricio, che sventa le conclusioni dei vari Sissoko, Griezmann e Giroud. Quaresma sfiora il gol in contropiede, Gignac rischia di diventare l’uomo del match al 91′: entrato dalla panchina, l’attaccante colpisce il palo a Rui Patricio battuto. Ma il destino aveva in serbo altri piani. Si va ai supplementari. Nel secondo extra-time Guerreiro pareggia il conto dei legni con la traversa su punizione. Al 110′ è però Eder, anche lui entrato dalla panchina a far esplodere la gioia dei portoghesi. L’attaccante del Lille sfodera un destro radente dai 28 metri che trova Lloris in ritardo e si infila all’angolino. La Francia ci prova ma non arriva al pari. Ronaldo, che ha guidato i compagni dalla panchina, può festeggiare, tutto il Portogallo può festeggiare. Una vittoria sì fortunata ma anche frutto del cuore, dello spirito di squadra e del destino, che ha voluto scrivere ancora una volta una storia diversa.