La rubrica di CalcioWeb “L’uomo del giorno” celebra oggi Vincenzo Montella, che compie 45 anni. L’ex calciatore della Roma, tornato ad allenare la Fiorentina nell’ultima parte della scorsa stagione, è stato confermato qualche giorno fa anche per il prossimo anno sulla panchina viola dal nuovo proprietario italo-americano Rocco Commisso.
Una vita trascorsa sui campi da calcio quella di Vincenzo Montella, cresciuto nella scuola Calcio San Nicola di Castello di Cisterna, all’inizio con la passione per il ruolo di portiere, poi rapidamente trasformata in quella per la numero 9. L’approdo nel vivaio dell’Empoli lo fa conoscere al calcio italiano: sotto la guida di un giovane Luciano Spalletti, Montella sviluppa il suo straordinario fiuto per il gol, siglando 17 reti nella stagione 94-95. Nell’estate del 1995 passa in Serie B al Genoa, dove prende vita uno dei suoi tratti distintivi, l’aeroplanino al momento dell’esultanza. L’attaccante segna 21 gol nella sua unica stagione in rossoblu, ottenendo anche l’unico trofeo internazionale della sua carriera, la Coppa Anglo-Italiana vinta a Wembley per 5-2 sul Port Vale. Il debutto in Serie A arriva con l’altra squadra di Genova, la Sampdoria. In tre anni Montella segna 54 gol in 83 presenze, stabilendo due record: il maggior numero di doppiette consecutive in Serie A (quattro nella stagione 1996-1997, eguagliando il record di Ettore Puricelli nel Bologna della stagione 1940-1941) e il miglior bottino di sempre per un esordiente (22 gol).
Il suo rendimento in blucerchiato gli vale la chiamata in azzurro da parte del Ct Dino Zoff. Nell’estate del 1999 la Roma lo acquista per 40 miliardi di lire. L’anno dopo nella Capitale arriva Batistuta e un aneddoto che riguarda Montella e l’argentino rivela il carattere di ferro che si cela dietro alla calma serafica dell’Aeroplanino. Alla richiesta della maglia numero 9 da parte di “Bati”, Montella si impunta, minacciando non solo di andarsene ma anche di far saltare l’intero affare. Alla fine sarà Batistuta a piegarsi, scegliendo la 18. Già vent’anni fa si intuiva la personalità da allenatore. Proprio al fianco di Batistuta, Montella vince lo scudetto in giallorosso, con un girone di ritorno da protagonista impreziosito da gol in Roma-Parma che laurea la squadra di Capello campione d’Italia. Nel derby della stagione 2001-2002 entra per sempre nel cuore del tifo giallorosso, segnando uno storico poker, record per il derby della Capitale. Nonostante un rapporto non idilliaco con Capello e, più avanti, qualche screzio (dovuto allo scarso impiego) con Spalletti ritrovato a Roma, Montella chiude la carriera da giocatore in giallorosso nel 2009, inframezzata da due esperienze fuori dalla Capitale: una di sei mesi al Fulham, l’altra di un anno nuovamente alla Samp. A Genova e a Roma ci tornerà da allenatore, non con gli stessi risultati da giocatore. Montella siede anche sulle panchine di Catania, Milan e Siviglia, ma è a con la Fiorentina che tocca l’apice della sua ancora breve carriera da allenatore, con un quarto posto in campionato e raggiungendo la semifinale di Europa League e la finale di Coppa Italia. Ora Commisso gli chiede di aprire un altro ciclo, stavolta vincente.