La Cina frena gli investimenti nel calcio: Inter e Milan colpite di ‘striscio’, problemi per il Parma

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Gli investimenti dalla Cina nel calcio subiscono delle limitazioni che toccano solo parzialmente Inter e Milan. Il governo cinese si appresta a mettere un freno agli esborsi ‘calcistici’ da parte delle società cinesi. Tutto ciò tocca solo in una minima parte i club nostrani come Inter e Milan, ma andiamo con ordine. Fu Yixiang, presentatosi come vicepresidente della Camera di commercio italo-cinese, ma in realtà non più facente parte dell’organo, è intervenuto nel corso della trasmissione ‘Lunedì di Rigore’ su Telelombardia spiegando quanto sta accadendo in Cina. “Il ministero cinese ha dato una indicazione precisa in cui ha quantificato gli investimenti favorevoli, consigliati e vietati. Tra questi ultimi ci sono immobiliare, turismo (hotel e alberghi), entertainment e i club sportivi“, sin qui tutto chiaro, ma la grande parte dell’investimento relativo ad Inter e Milan c’è già stato, dunque i tifosi non devono preoccuparsi. Più che altro tale restrizione riguarda il futuro, non vedremo più acquisti di club da parte di società cinesi come è accaduto con le milanesi.

LaPresse/Fabrizio Corradetti
LaPresse/Fabrizio Corradetti

Fu Yixiang prosegue:  “La legge non pone limiti, dice che non si può investire e non dice fino a ottobre o meno. Se l’Inter lo scorso anno ha potuto investire quest’anno non ha potuto anche perchè non è cosi facile esportare capitale cinese all’estero, soprattutto finalizzato allo sport. Suning è una grande azienda magari ha degli introiti extra Cina, ma l’Inter ricordiamo anche che hanno un rapporto con l’Uefa che li vincola. Per il Milan è tutto un caso suo che non riesco a giudicare”. Esattamente, l’analisi è correttissima ma va spiegata. Innanzi tutto gli introiti extra Cina possono essere utilizzati e Suning ad esempio ne ha eccome, mentre il Milan ha utilizzato i denari di Elliott, soldi extra Cina dunque. Ma ciò è valso per l’acquisto dei club, dopodichè c’è il Fair Play finanziario che comunque non permette di inserire capitali all’interno dei club, dunque squadre già acquistate negli anni passati dai cinesi non subiranno un contraccolpo enorme dopo queste restrizioni da parte del governo. I club di proprietà cinese, come la maggior parte dei club europei, saranno ‘costretti’ ad autofinanziarsi con introiti derivanti dalla Champions, dal merchandising e dagli stadi. Insomma, un programma già ampiamente previsto da Inter e Milan.

LaPresse/Francesca Soli
LaPresse/Francesca Soli

Vedremo invece sempre meno club acquistati da società cinesi nelle prossime stagioni. Il Parma ad esempio sta avendo qualche difficoltà:  “La situazione riguarda anche l’investimento nel Parma calcio. Il problema non è tanto pagare qualche milione ma le prospettive di investimento futuro. Gli investimenti nel calcio sono considerati incomprensibili in cui non c’è un vero ritorno in termini economici e si pensa che ci sia rischio di riciclaggio”. In serata, è arrivato anche un comunicato che va a smontare tutta la questione. La Camera di Commercio Italo Cinese “precisa che dal 2016 il Signor Fu Yixang non è più Vice Presidente della Camera di Commercio Italo Cinese. Le dichiarazioni rilasciate sono da considerarsi a titolo esclusivamente personale. Inoltre precisiamo che la nota del Consiglio di Stato sugli investimenti cinesi all’estero, pubblicata lo scorso 18 agosto, specifica che gli investimenti in ambito sportivo sono ristretti ma non rientrano tra i settori proibiti“.

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