Condanna Lucarelli Jr. e Apolloni, il giudice: “no goliardata, stupro di gruppo”

Le motivazioni del giudice per la condanna al figlio di Lucarelli e a Federico Apolloni: nessuna goliardata, fu stupro di gruppo

CalcioWeb

Non si è trattato (…) di un disinteressato momento di goliardia tra ragazzi giovani che hanno appena trascorso una serata in discoteca ma di una vera e propria azione collettiva, volta a carpire il consenso della persona offesa ad atti sessuali con il maggior numero di loro, nonostante la piena consapevolezza dello stato di alterazione” della vittima. È quanto scritto dal gup di Milano, Roberto Crepaldi, nelle motivazioni della sentenza con cui ha condannato a 3 anni e 7 mesi, con rito abbreviato, Mattia Lucarelli, figlio dell’ex attaccante Cristiano Lucarelli, e Federico Apolloni. I due giovani calciatori del Livorno sono stati accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una studentessa americana di 22 anni.

Inflitte, a tre amici dei calciatori, pene inferiori comprese fra 2 anni e 5 mesi e 8 mesi di reclusione: sebbene si trovassero in una stanza diversa da quella del presunto stupro, non è stata esclusa la loro responsabilità. “Nessuno ha espresso la volontà di dissociarsi” e “quello serbato dagli imputati“, si legge nell’atto, “non è stato un mero contegno passivo“. Al contrario il giudice ha ritenuto di sottolineare “il concreto e decisivo apporto morale di ciascuno dei ragazzi, che si sono continuamente scambiati frasi di istigazione fino a far convergere le loro volontà in un vero e proprio accordo criminoso avente a oggetto l’abuso delle condizioni della ragazza nell’ambito di un rapporto sessuale di gruppo, evento poi realmente verificatosi“.

La ricostruzione della vicenda

Secondo le indagini, la ragazza americana starebbe stata avvicinata dal figlio di Lucarelli e da Apolloni, più altri 3 amici, fuori dalla discoteca “Il Gattopardo” di Milano. La giovane è stata portata nell’appartamento di Mattia Lucarelli, luogo nel quale sarebbe avvenuta la violenza. Agli atti anche i filmati dei presunti abusi presenti nei telefoni dei ragazzi. Il gruppo ha respinto le accuse parlando di rapporto consenziente.

Secondo il giudice non regge la versione della difesa sul tasso alcolemico della ragazza, ritenuto tutt’altro che modesto: “lo stato di intossicazione”della vittima, “palesemente ubriaca”, era tale da “compromettere in parte la sua capacità di movimento” e, “sul piano psicologico, anche la sua comprensione della realtà e la sua capacità di resistere agli stimoli”. Per il gup, dunque, “non vi è dubbio che l’intento iniziale, poi raggiunto, degli imputati fosse quello di indurre la persona offesa ad un rapporto sessuale con tutti o alcuni di loro”.

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