“Una mattina mio padre si è svegliato, ha preso l’accetta ed è andato ad ammazzare mia madre mentre stava lavando i panni al fiume vicino casa. Una delle mie sorelle era presente, io stavo giocando a pallone lì vicino. Ho raccolto il cervello di mia mamma nel fiume e l’ho portato alla caserma: hai visto che poi è successo? Ho detto al maresciallo. Quante volte sono venuto qui, adesso il sangue lo vedi. Oggi però non ho rancore per nessuno: mio padre era un uomo malato che non è stato curato“.
È il racconto shock che Andrea Carnevale, ex calciatore di Napoli, Roma e della Nazionale, ha rilasciato ai microfoni de “La Stampa”. Il racconto della sua tragedia familiare, l’omicidio della madre da parte del padre, un episodio con il quale ha dovuto convivere per il resto della sua vita e della sua carriera.
Carnevale ha spiegato di aver deciso di raccontare quanto accaduto affinchè la sua storia possa contribuire a fare sensibilizzazione sul tema della violenza domestica e di genere. “É giusto divulgare, voglio aiutare a far sì che cose del genere non si ripetano e fare sensibilizzazione. A Milano, l’associazione Telefono Donna mi vorrebbe come testimonial, sto valutando la proposta perchè non so come conciliarla col mio lavoro. Hanno anche proposto di fare una docuserie sulla mia storia. Alle mie figlie dico sempre: la prima volta che un fidanzato o un marito alza una mano su di voi dovete lasciarlo. Alla seconda non ci dovete arrivare, perchè quello lo rifarà, sicuro al cento per cento“, ha concluso.