“Se ne parla a settembre”, Gravina al capolinea: il sostituto fra gli eroi dei Mondiali 2006?

"Se ne parla a settembre", l'ultimo bluff del calcio italiano. Gravina al capolinea: il sostituto fra gli eroi dei Mondiali 2006?

CalcioWeb

Lo sport italico più diffuso, il “se ne parla a settembre” – che è un mantra per allontanare mentalmente scadenze e nodi assortiti in prossimità del pettine – sta come ogni anno per disvelare il suo bluff. Insomma, settembre è quasi arrivato e lo ha fatto – come sempre – assai velocemente.

Nel frattempo il calcio italiano (al di là di qualche lite da pollaio innescata dal Presidente FIGC Gravina che ha tutto l’interesse a buttarla in caciara dopo i disastri epocali in serie di cui si è reso protagonista il nostro football negli ultimi anni) è rimasto immobile, anzi i problemi si sono acuiti perché, come è noto, il “se ne parla a settembre” non appartiene ai campionati che, con il loro carico di guai irrisolti, volenti o nolenti si ritrovano ai nastri di partenza a cavallo di Ferragosto.

Come è ben noto Gravina, col giochetto delle modifiche statutarie, è riuscito a guadagnare tempo e a far slittare di qualche mese le prossime elezioni federali alle quali, in cuor suo, lui non ha mai smesso di ambire per un altro mandato. Ma in maniera sotterranea alcuni grandi movimenti, alcuni smottamenti ci sono, li percepisce chi ha i “sismografi” adatti.

E la situazione generale del nostro calcio è talmente imbarazzante che, ormai, non basta più semplicemente individuare un nome spendibile al posto di un Gravina evidentemente giunto – senza gloria – al capolinea.

La partita si gioca su un duplice fronte ed è un fronte che deve muoversi in maniera sincrona, contemporanea. Il calcio italiano – e dunque la FIGC – mancano di progettualità, di modernità, di freschezza (basta guardare la carta d’identità dei principali protagonisti), di lungo respiro e, ultimamente, anche di corto respiro.

Manca, quindi una visione, prospettica e manageriale contemporaneamente. Ma, al tempo stesso, alla luce di scandali e disastri assortiti uno dietro l’altro, il calcio italiano ha polverizzato la sua credibilità, in Italia e all’estero, tra i tifosi e le aziende.

E per recuperare credibilità servono – si – idee nuove e piani di sviluppo concreti, reali, ma anche volti credibili, noti. Noti per la loro credibilità, gente che faccia da garante a un sistema che non è più stimato da nessuno. Servono manager giovani e facce che hanno fatto innamorare i tifosi guadagnandosi la stima del calcio mondiale, sul campo per carisma, stile, comportamento.

E la via alla quale stanno insistentemente pensando nei palazzi che contano, quelli della politica (ricordiamoci sempre che, mentre le leghe sono espressione privata, la Figc è direttamente sottoposta al Coni che, a sua volta, dipende dal Ministro dello Sport, dal Governo) porta a un volto nazional-popolare per la poltrona di presidente ma che abbia anche dimostrato equilibrio e capacità gestionali di gruppo e situazioni.

Questo volto potrebbe essere pescato, ad esempio, tra i Campioni del Mondo del 2006 (tre o quattro nomi spendibili su scala internazionale ci sono, eccome) e a questo, come detto, andrebbero affiancate una o due figure manageriali pure, con un progetto serio.

L’idea di area governativa è giungere alle candidature per le elezioni federali non solo con il nome del candidato Presidente (vedi sopra), ma con una squadra, un Consiglio federale, già definiti, noti e spendibili e, in particolare con dei manager che mettano in condizione il candidato Presidente di potere declinare la propria leadership al servizio di programmi concreti già come cifra da spendere in fase di preparazione alle elezioni, senza dover poi andare incontro al consueto stallo successivo.

Se ne parla a settembre” è alle porte, cari signori del calcio italiano, ma qualcuno di voi potrebbe amaramente scoprire che per qualcun altro, invece, settembre è già qui.

Almeno da luglio…

Condividi