Scopriamo l’emendamento Mulè: ben più del piccolo passo che sembra

I dettagli sull'emendamento Mulé: di cosa si tratta, cosa prevede e il testo approvato in Commissione Cultura alla Camera

CalcioWeb

Prima o poi i nodi vengono al pettine e però se li si lascia attorcigliarsi sempre di più e poi si tira, forte e all’improvviso, si rischia di fare danni seri. E se serve mancanza di equilibrio l’Italia è maestra, salvo poi, per carità di patria, accettare tutti i compromessi necessari per ricomporre le cose.

Il caso relativo all’emendamento Mulè ci consegna un mondo del calcio, quello italiano, in mano a soggetti sprovveduti o, nella migliore delle ipotesi, confusi. Molto confusi.

Proviamo a mettere ordine, ma la faccenda è complicata, in verità: mentre Gravina capisce di essere sempre più solo e col biglietto di sola andata in tasca (le parti che contano – note e occulte – hanno già individuato il candidato/successore, con buona pace di Gravina stesso, ma questa è un’altra storia della quale ci occuperemo presto) già da qualche mese qualcuno prova a ridurre il suo potere.

Il nodo, da tempo, sta nella pretesa, più che legittima, delle Lega Serie A di contare di più (ad oggi esprime la miseria del 12% del peso totale in FIGC, pur mantenendo, attraverso la mutualità una buona fetta del sistema), ma l’emendamento presentato da Giorgio Mulè (siciliano di Caltanissetta, 56 anni, già sottosegretario alla Difesa nel Governo Draghi e oggi vicepresidente della Camera dei Deputati in quota Forza Italia) ha rischiato di fare saltare il banco.

Insomma, i proprietari dei clubs di Serie A, quelli attorno ai quali ruota gran parte della giostra pretendono di contare di più e qua Mulè (da qualcuno consigliato, magari dal suo caro amico e collega di partito Claudio Lotito) va giù pesantissimo.

Nella prima stesura dell’emendamento al decreto sport si parla di piena autonomia statutaria e regolamentare, del diritto di veto su tutte le delibere federali che impattino sui campionati di riferimento e, addirittura, della possibilità di adire direttamente il Tar saltando la trafila della giustizia sportiva in caso di controversie.

Insomma, un vero e proprio golpe che scatta perché i clubs maggiori non ne possono più della totale sordità di Gravina che amministra il calcio come una propria pertinenza senza dare ascolto a nessuno. Era ben chiaro, però, che i vertici del calcio europeo e mondiale non sarebbero rimasti immobili e infatti proprio in queste ore hanno tuonato ufficialmente paventando addirittura un’esclusione dell’Italia dalle prossime competizioni internazionali per clubs (e non solo).

Il cavallo di battaglia è sempre lo stesso: l’autonomia dell’organizzazione sportiva intesa come declinazione delle singole Federazioni; una struttura, però, arcaica e, nella coniugazione italiana e di Gravina, praticamente feudale.

Un po’ di voce grossa, un po’ di gioco delle parti e l’emendamento è stato parzialmente mutato (e approvato). Il Governo ha inteso far vedere i muscoli non ritirando l’emendamento, ma, di fatto, lo ha modificato in gran parte.

Dalla stesura è sparito il diritto di veto e anche il ricorso diretto alla giustizia amministrativa e, in buona sostanza a quell’autonomia delle leghe, che è il vero tarlo che mese dopo mese mangia sempre più spazio e che, secondo qualcuno è il prodromo di uno scisma che, nel tempo, potrebbe realizzarsi.

Cosa prevede l’emendamento Mulè

Il testo dell’articolo 1 bis approvato recita: “nel rispetto degli statuti delle federazioni di riferimento al fine di garantire una adeguata rappresentanza nei sistemi federali di cui al presente articolo, negli sport a squadre composte da atleti professionisti e con meccanismi di mutualità generale previsti dalla legge, le leghe sportive professionistiche hanno diritto a una rappresentanza equa negli organi direttivi delle federazioni sportive nazionali di riferimento che tenga conto anche del contributo economico apportato al relativo sistema sportivo”.

Può sembrare che la montagna, alla fine, abbia partorito il topolino e magari è anche vero, giacché si parla solo di norma programmatica, ma la linea sembra tracciata e, con essa, un solco profondo che porti verso un nuovo disegno delle rappresentanza sui tavoli che contano e in direzione di una robusta revisione dell’ “uno vale uno” che stride con chi poi porta soldi e visibilità al movimento sembra davvero alle porte e in tal senso il chiaro ed esplicito riferimento al legame tra rappresentanza e contributo economico al sistema non è roba da poco.

Una sorta di primo, piccolo passo che, però, come detto, rappresenta un solco, anche perché la partita vera tra poco si giocherà sul terreno concreto, operativo, del prossimo decreto attuativo che entrerà mani e piedi dentro al cuore delle indicazioni programmatiche della norma che recita, ancora: “ai rapporti economici tra le società di calcio professionistiche regolati e definiti in compensazione tramite le leghe sportive professionistiche di competenza si applicano le disposizioni dell’articolo 48-bis del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602. Con decreto del Ministro per lo sport e i giovani, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, da adottare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sono stabilite le modalità di attuazione delle disposizioni del presente comma”. 

Alla fine si sono dichiarati tutti contenti: la Figc perché ha rimandato la resa dei conti e le Leghe che sanno bene che una linea nuova (ancora solo a livello programmatico, ma poi i programmi dovranno pur essere attuati) e anche rivoluzionaria per certi aspetti è passata.

Che il solco di cui sopra -a questo punto vestito dall’uniforme normativa statale – poi, vada seguito da qualcuno che abbia a cuore la “defeudalizzazione” del calcio italiano e dei suoi vertici è esattamente il tema che porterà Gravina a non uscire dall’angolo nel quale si è cacciato e che la disfatta della Nazionale in Germania ha provveduto a blindare a doppia mandata.

Ma questa, come già detto, è un’altra storia che, molto presto, troverà pieno diritto di cittadinanza su questi schermi. Stay tuned!

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