Gay Shame, arbitraggi scandalosi, Senna inquinata: a Parigi le Olimpiadi della vergogna

Bufera sulle Olimpiadi di Parigi 2024: dalla cerimonia ai disservizi, dagli arbitraggi shock alla Senna inquinata, collezione di figuracce

CalcioWeb

Quanto sono belle le Olimpiadi? L’evento sportivo per eccellenza, 4 anni di preparazione, sforzi e sacrifici di atleti di tutte le discipline, di ogni parte del mondo, con l’orgoglio di rappresentare il proprio Paese e magari portare a casa una medaglia che resterà per sempre nella storia sia che essa arrivi dallo skateboard sia che venga celebrata nei 100 metri dell’atletica.

Riformuliamo la domanda iniziale: quanto sono belle le Olimpiadi… di Parigi 2024? Poco. Davvero poco. La Francia è riuscita a collezionare, in nemmeno una settimana dall’inizio dei Giochi, una serie di figuracce a dir poco clamorose. Una critica arriva dal mondo intero, comprensibile visto il respiro internazionale dell’evento, ma che è stata capace di far arrabbiare atleti, federazioni, Nazioni, religioni e chi più ne ha più ne metta.

Si comincia dai… sabotaggi

Chi ben comincia è a metà dell’opera“, si dice. Ma spesso sono proprio i primi segnali negativi a fare da ‘cattivi presagi’ per ciò che verrà dopo. Ecco, dunque, che i giorni precedenti alle Olimpiadi sono stati caratterizzati dal disservizio legato alle linee ferroviarie, un sabotaggio che ha coinvolto circa 800.000 viaggiatori fra cancellazioni e ritardi.

Sicurezza che, se fin qui è riuscita a evitare attacchi terroristici (e la speranza è che, almeno sotto questo aspetto, non accada niente di grave) che da sempre prendono di mira eventi del genere, rimane comunque molto debole, come dimostrato da un nuovo sabotaggio, questa volta alle reti di fibra ottica: Parigi si è salvata, per ora.

Olimpiadi, organizzazione imbarazzante: avesse funzionato qualcosa…

Veniamo all’organizzazione logistica. I letti normali, come in qualsiasi struttura esistente che ospita gli atleti di ogni manifestazione (dal Roland Garros alle gare di calcio e rugby per restare a Parigi), non andavano bene. Quale occasione migliore per mostrare al mondo un’immagine green della Francia usando i Giochi come pretesto? Ecco, quindi, i letti di cartone. La prima preoccupazione degli atleti? La possibilità che fossero anti-sesso, letteralmente che si rompessero. I test sono diventati virali.

A far ‘ginnastica’, poi viene fame. E alla mensa del Villaggio Olimpico, il ‘ristorante’ più grande del mondo, con 3200 posti, aperto per l’intero periodo dei Giochi, a orario continuato, garantendo con un migliaio di inservienti 40mila pasti al giorno, c’è chi ha sbagliato i calcoli riguardo il cibo. In pochi giorni uova e carne sono state razionate a causa della forte domanda. Tradotto: stavano per finire ancor prima che le Olimpiadi fossero iniziate!

La Gran Bretagna, non proprio il Paese della ‘buona cucina’, ha scelto di portare dei cuochi dalla madre patria per provvedere a sfamare i propri atleti a dovere lamentando “scarsa varietà del cibo” e “carne servita cruda“.

Senna inquinata: gare delle Olimpiadi a rischio

Problemi logistici che riguardano anche la realizzazione delle gare. Gregorio Paltrinieri e gli altri atleti del nuoto in acque libere dovranno gareggiare nella Senna (un fiume, solitamente si gareggia in mare aperto). Peccato che nuotare nelle acque della Senna sia vietato da oltre un secolo a causa della scarsa qualità dell’acqua. Parigi ha investito 1.4 miliardi per rendere possibile tutto ciò, ma i recenti test effettuati hanno portato alla cancellazione degli allenamenti di triathlon a causa dell’inquinamento delle acque.

E a proposito di lamentele… cosa dovrebbe dire il Sud Sudan che, alla sua seconda partecipazione alle Olimpiadi, si è visto sbagliare l’inno nazionale? L’orgoglio di una nazione calpestato durante la gara inaugurale di basket contro Porto Rico: l’inno suonato era quello del Sudan e non del Sud Sudan. Errore simile, durante la cerimonia di apertura, con gli organizzatori che hanno confuso Corea del Sud e Corea del Nord. Del resto, che sarà mai un ‘limite geografico’ nelle Olimpiadi più inclusive di sempre…

La Cerimonia d’apertura delle Olimpiadi: Gay Shame, altro che Gay Pride!

Anche la Cerimonia d’apertura delle Olimpiadi di Parigi 2024 è stata bombardata da critiche piovute da ogni dove. Colori, luci, coreografie e stranezze sono presenti da sempre nello show inaugurale ma a Parigi si è superato il limite. Il climax si è raggiunto con l’Ultima Cena versione drag queen, capace di scatenare l’indignazione del mondo cristiano.

Lungi da noi criticare il mondo LGBTQ+ e la lotta per la parità dei diritti ma, proprio in quest’ottica, il messaggio proposto rischia di risultare controproducente. È stato un trionfo del trash, una rappresentazione forzata, ostentata e (quel che è peggio) caricaturale che ha fatto indignare anche chi si impegna, giornalmente e in maniera seria, per il movimento arcobaleno. Un Gay Shame (vergogna, ndr) più che un Gay Pride (orgoglio, ndr).

Arbitraggi scandalosi alle Olimpiadi: Italia penalizzata

Per non farci mancare nulla, non potevano mancare le polemiche legate allo sport. Incredibile ma vero, fin qui, nel caos a cinque cerchi, lo sport era nettamente passato in secondo piano. Ci hanno pensato gli arbitri, a suon di disastri, ad accendere il luminoso riflettore delle critiche anche sulle gare. E l’Italia, purtroppo, ha pagato un conto salatissimo.

Domenica a dir poco scandalosa. Prima il pugile azzurro Abbes Mouhiidine, favorito per una medaglia, eliminato al primo turno, dopo un match dominato, per un verdetto inspiegabile della giuria. Poi la judoka Odette Giuffrida che si è vista prima negare la finale per l’oro e poi la possibilità di vincere il bronzo dallo stesso arbitro, con le stesse modalità, subendo penalità scandalose che hanno portato le stesse avversarie a non esultare per la vittoria.

Infine, la portabandiera Arianna Errigo, anch’essa derubata da una decisione arbitrale senza senso nella stoccata decisiva del fioretto, sul 14-14. Lacrime, delusione e anche tanto, tanto orgoglio per chi ha visto sfumare 4 anni di duro lavoro a causa dell’incompetenza (o del protagonismo?) dei direttori di gara.

Lo specchio perfetto di un’Olimpiade che punta ad apparire, più che essere. Ma per Macron, nell’attuale clima di tensioni e incertezze presente nella politica francese, siamo sicuri, le ‘Macroniadi’ saranno un successo…

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