Storia degli Europei – Dalla Danimarca ‘in vacanza’ al golden gol che beffa l’Italia

Ritorna il nostro viaggio nella storia degli Europei: dall'edizione 1992 al 2000, la favola della Danimarca e la beffa di Italia-Francia

CalcioWeb

Gli Europei del 1992 vedono la loro fase finale in Svezia (l’assegnazione, avvenuta nel 1988, porta l’amaro in bocca all’altra aspirante, la Spagna) e i gironi di qualificazione lasciano indietro come vittime illustri la Spagna, la Cecoslovacchia e l’Italia.

Gli azzurri hanno un girone non facile perché trovano l’Urss (alla sua ultima partecipazione sotto questa sigla, già alla fase finale, nel 92, giocherà sotto la denominazione transitoria CSI, Comunità Stati Indipendenti) e i sovietici per gli italiani sono sempre stati un boccone difficilissimo da digerire.

E però è l’Italia del post-notti magiche, il magone della finale mondiale svanita ai rigori contro l’Argentina è ancora ben presente, ma una cifra tecnica importante è compagna di viaggio degli gli azzurri. Ma, come accade spesso, l’Italia si complica la vita da sola e, pur pareggiando in casa per 0-0 contro i sovietici, poi pareggia in Ungheria (dove l’Urss vince per 1-0) e perde inopinatamente in Norvegia per 2-1.

L’unica possibilità è vincere a Mosca, allo stadio “Lenin”, davanti a 92.000 spettatori, il 12 ottobre del 1991, ma gli azzurri si divorano un paio di occasioni e poi è un clamoroso palo colpito da Rizzitelli a negare all’Italia l’accesso alla fase finale degli europei. Finisce 0-0 con tanti rimpianti.

La ‘Cenerentola’ Danimarca

In realtà un’altra sorpresa arriva dal fronte non tecnico: le vicende della guerra civile slava, dopo la frantumazione della Jugoslavia portano la Nazionale (vincitrice del girone numero 4 con un solo punto di vantaggio sulla Danimarca) a dover fare un passo indietro, portando al ripescaggio, proprio a dieci giorni dal via, della Danimarca stessa che deve raccattare i suoi calciatori ormai in vacanza qua e là per il mondo.

Dunque nel gruppo A troviamo i padroni di casa della Svezia unitamente alla “Cenerentola” Danimarca, unitasi proprio alla fine al gran ballo, e a Francia e Inghilterra che, secondo i pronostici, dovranno far fuori agevolmente le squadre scandinave. Ma le cose vanno diversamente e sono proprio Francia e Inghilterra ad andare a casa, con la Svezia prima e la Danimarca clamorosamente seconda.

Dall’altro lato, nel girone B, l’Olanda campione in carica e la Germania (finalmente tornata unica) hanno gioco facile contro Scozia e Csi (ormai in disfacimento).

Nella prima semifinale i tedeschi rischiano poco contro la Svezia e accedono in finale, mentre l’Olanda crede di passeggiare al cospetto dei danesi e cade male, malissimo: prima gli “arancioni” recuperano il match solo all’ 88mo agguantando il 2-2 che porta ai rigori e poi perdono dagli 11 metri.

La Danimarca è clamorosamente in finale contro la Germania e tutta Europa crede che la bella favola danese sia ormai al capolinea e che in finale i tedeschi (che non sottovalutano mai nessuno) non correranno troppi rischi.

Il 26 giugno del 1992, però, a Goteborg, il football si prende nuovamente la scena a dispetto dei pronostici e così la Danimarca vince agevolmente per 2-0 diventando incredibilmente per la prima (e unica) volta Campione d’Europa.

Euro 1996, è ancora Germania: la rivincita contro i cechi è servita

Cambiano i tempi e il football, ormai, è sempre più show televisivo, quindi l’Uefa decide di allargare il campo e il numero delle partecipanti alla fase finale diventa di sedici, suddivise in 4 gironi. Le qualificazioni, addirittura, vedono 48 Nazionali al via… come sono lontani i tempi delle 17 iscritte alla prima edizione, quella del 1960, quando fu un’impresa – non sempre riuscita – convincere le Federazioni a partecipare.

Comunque sia gli azzurri passeggiano in fase eliminatoria e si classificano al primo posto con la Croazia che, però, diventa secondo per gli scontri diretti (fatale la sconfitta 1-2 a Palermo).

I punti totalizzati, tuttavia, sono tanti e ciò fa si che l’Italia sia la migliore delle seconde in una speciale classifica avulsa che si stila senza gare aggiuntive e che qualifica altre sei squadre su otto seconde in altrettanti gironi.

Vengono salvate, oltre gli azzurri, la Francia, la Scozia, la Bulgaria, la Turchia, e la Danimarca (campione in carica), mentre le ultime due delle seconde classificate, Olanda e Irlanda, si giocano l’ultimo posto disponibile nello spareggio “secco” di Liverpool che vede una doppietta di Kluivert consentire agli “orange”, di aggregarsi alla comitiva.

Queste sette compagini si aggiungono alle vincitrici dei gironi (Romania, Spagna, Svizzera, Germania, Croazia, Portogallo, Repubblica Ceca e Russia, alla loro prima uscita dopo la frammentazione politica di Cecoslovacchia e Urss) e alla Nazionale del Paese organizzatore, l’Inghilterra.

Il parterre allargato non è l’unica novità, viene introdotto il “golden gol”, cioè la rete che spezza l’equilibrio durante i tempi supplementari chiude i tempi stessi e la gara. Una cazzata che farà anche vittime illustri (l’Italia in finale 4 anni dopo) e che verrà poi ritirata.

L’Italia di Sacchi

L’Italia non è un’Italietta qualsiasi: è la Nazionale due anni prima vicecampione del mondo e sconfitta solo ai calci di rigore nella finale di Pasadena 94. Il CT è Arrigo Sacchi e nella sua nevrosi in questi due anni prova in maglia azzurra 89 calciatori!!!

Il girone in cui “cadono” gli azzurri è molto complicato e la squadra di Sacchi trova Germania, Russia e Repubblica Ceca.

L’esordio a Liverpool è più che promettente e la sempre ostica Russia viene sconfitta dagli azzurri per 2-1 grazie a una doppietta di Casiraghi e 4 giorni dopo, ancora all’ “Anfield Road” tocca proprio all’Italia fare i conti con quella che sarà la sorpresa del torneo: la Repubblica Ceca.

Gli azzurri sono ancora “ubriachi” della vittoria contro la Russia e, soprattutto, Sacchi prova a dimostrare che lui e i suoi moduli sono più importanti dei calciatori e stravolge la squadra vittoriosa; così mette fuori il tandem Casiraghi-Zola che aveva fatto impazzire la difesa russa, manda dentro Ravanelli e Chiesa, Mussi e Fuser.

Ci pensa dopo 4 minuti Nedved a riportare tutti sulla terra. Non basta il momentaneo pareggio di Chiesa (padre, ovviamente), perché poi i Cechi tornano in vantaggio e chiudono il match sul 2-1.

Il giorno della verità sul calendario lo si trova al numero 19 del mese di giugno di questo 1996, quando a Manchester una volitiva Italia (accompagnata dalle consuete polemiche, ultima quella relativa all’esclusione di Del Piero) sbatte sul muro tedesco, Zola sbaglia anche un rigore e non si va oltre lo 0-0, mentre la Repubblica Ceca, contemporaneamente, trova il gol di uno “strano” 3-3 contro la deludente Russia a due minuti dalla fine, sul campo di Liverpool.

La classifica recita: Germania 7; Repubblica Ceca e Italia 4; Russia 1. Il verdetto è impietoso: Repubblica Ceca qualificata perché in vantaggio negli scontri diretti. Il 2-1 subito a Liverpool e le “astrusità” di Sacchi sono fatali per gli azzurri che vanno a casa. Quella contro la Germania sarà il penultimo atto di Arrigo Sacchi sulla panchina azzurra.

I calciatori dichiarano di non capirlo, al Paese non piace fino in fondo e, dopo l’amichevole del 6 novembre persa a Sarajevo contro la Bosnia per 2-1, Sacchi si dimetterà e lascerà il testimone a Cesare Maldini.

La fase finale

Ma torniamo alla fase finale degli Europei, dove tutte le favorite hanno superato il turno. Così ci si appresta a vivere i quarti di finale con questi abbinamenti: Francia-Olanda, Repubblica Ceca-Portogallo, Germania-Croazia e Spagna-Inghilterra.

In questi europei i calci di rigore come soluzione finale la faranno da padroni – due partite su quattro nei quarti e entrambe le semifinali saranno decise dagli undici metri – e allora i penalty spingono avanti l’Inghilterra sulla Spagna e l’Olanda sulla Francia, mentre Repubblica Ceca e Germania superano di misura Portogallo e Croazia, con questi a lamentarsi a lungo della direzione arbitrale filo-tedesca.

Anche le semifinali vivono delle emozioni dei rigori: i tedeschi spediscono a casa gli inglesi a casa loro, nel loro tempio, Wembley, mentre la sempre più sorprendente Repubblica Ceca liquida il Portogallo e sfida i tedeschi in finale in un’ultima partita a sorpresa che, comunque è in qualche modo la riedizione di Germania Ovest-Cecoslovacchia del 1976, quella del “cucchiaio” di Panenka e che, soprattutto, vede di fronte le due squadre che hanno eliminato gli azzurri dal girone.

E la sorpresona pare materializzarsi fino alla fine, giacchè i Cechi vanno clamorosamente in vantaggio al quarto d’ora del secondo tempo, ma anche le favole conoscono, a un certo punto, la parola fine che stavolta viene scritta dall’uno-due tedesco firmato Oliver Bierhof.

Il suo primo gol porta la finale ai supplementari, mentre il raddoppio chiude l’Europeo e inaugura il golden gol al quinto minuto di gioco del primo tempo supplementare.

La Germania è ancora campione d’Europa, 16 anni dopo il trionfo di Roma, l’Italia che l’aveva presa a pallonate nello sfortunato 0-0 che aveva portato all’eliminazione degli azzurri, si mangia le mani…

Euro 2000: l’Italia a un minuto dal sogno…

E siamo nel nuovo millennio ed è subito torneo continentale, ma anche subito grande novità: per la prima volta una competizione internazionale viene organizzata da due Paesi: Belgio e Olanda.

Le qualificazioni non presentano sorprese, gli azzurri vincono il girone come fanno anche Norvegia, Germania, Francia, Svezia, Spagna, Romania, Repubblica Ceca e Serbia.

Stavolta il sistema del ripescaggio delle seconde è più complicato e allora il Portogallo si qualifica come migliore seconda, mentre le altre 8 seconde danno vita a spareggi one-to-one per qualificare le ultime quattro e arrivare a 16 (comprese le Nazionali di Belgio e Olanda, Paesi organizzatori). Inghilterra, Slovenia, Danimarca e Turchia vincono gli spareggi e completano, dunque, il quadro.

Un’Italia dirompente

Nel girone l’Italia, guidata da Dino Zoff, trova Turchia, Belgio e Svezia. Conte e Inzaghi regolano la Turchia (2-1), Totti e Fiore mettono i puntini sulle i contro il Belgio, mentre tocca a di Biagio e Del Piero mandare a casa la Svezia (2-1).

Gli italiani strabuzzano gli occhi: non sono abituati a una Nazionale che vince, subito, tutte le partite del girone qualificatorio; da sempre gli psicodrammi ci accompagnano nelle prime uscite. Ma stavolta no, stavolta è una Nazionale che propone la serenità di Zoff, del suo allenatore, del capitano del Mundial 1982.

Il percorso degli azzurri pare inarrestabile: nei quarti Totti e Inzaghi rimandano a Bucarest la Romania, mentre in semifinale va in scena la serata pazza e magica di Francesco Toldo.

Il portiere azzurro non si fa battere da due rigori calciati dagli olandesi nei tempi regolamentari e poi in occasione di quattro penalty su cinque della serie successiva ai tempi supplementari, chiusi su un miracoloso 0-0, visto che gli azzurri giocano 86 minuti in inferiorità numerica per l’espulsione di Zambrotta e, soprattutto, considerato che ad Amsterdam si gioca contro i padroni di casa e con tutto lo stadio contro. L’Italia è in finale con 4 vittorie e 1 pareggio in 5 partite.

La finale: Italia-Francia e il golden gol

Intanto negli altri gironi sorprese non se ne segnalano e così ai quarti la Francia batte la Spagna per 2-1, il Portogallo regola la Turchia per 2-1 mentre l’Olanda travolge la Serbia (6-1).

Detto della semifinale Italia-Olanda, dall’altro lato del tabellone la Francia si prende un grosso spavento contro il Portogallo, ma poi i transalpini la recuperano e la vincono al golden gol, su rigore di Zidane, per 2-1 La finale è Italia-Francia, con i francesi campioni del mondo in carica.

Si gioca a Rotterdam e nel primo tempo entrambe le squadre si studiano senza mordere. All’ottavo minuto della ripresa Zoff ha un’intuizione: fuori Fiore, dentro Del Piero, con Totti a inventare da trequartista. Due minuti dopo Del Vecchio va in gol.

E’ il 55′ e ora la Francia sbanda, non si raccapezza, in un paio di occasioni l’Italia va vicinissima al raddoppio che avrebbe chiuso l’Europeo, in un’occasione Toldo si supera, ma al minuto 94 è ormai quasi terminato anche il recupero, milioni di italiani hanno tirato fuori dal frigo lo champagne quando sull’ultimo, disperato, assalto francese, la difesa azzurra si concede l’unica sbavatura della gara, la palla filtra in mezzo, viene “sporcata” da Cannavaro, in qualche modo l’aggiusta per Wiltord che pesca dal mazzo il jolly e il tiro della vita.

Il gol dell’1-1 a recupero ormai scaduto significa che la finale dei primi europei del nuovo millennio va ai supplementari ma ora l’inerzia è tutta della Francia che dopo un po’ trova il golden gol con Trezeguet e, con esso, il titolo continentale bissando (invertendo, però, la cronologia) l’accoppiata campione del mondo-campione d’Europa riuscita alla Germania Ovest nel 1972 e 1974.

Dino Zoff lascerà l’incarico di Ct della Nazionale azzurra poche ore dopo in risposta ad alcuni commenti offensivi di Silvio Berlusconi.

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