Italia, un disastro firmato Spalletti: è crollato prima della Croazia. Adesso dimissioni inevitabili

L'Italia è stata eliminata dalla Svizzera dopo un Europeo davvero inguardabile: Spalletti non ha dato un briciolo di identità in dieci mesi di gestione e adesso non può che dimettersi

CalcioWeb

Inguardabile. L’Italia è uscita dall’Europeo nel modo peggiore: a testa bassa, umiliata e letteralmente presa a pallonate dalla Svizzera dopo essersi salvata dal girone soltanto al 98° minuto grazie al gol di Zaccagni all’ultimo respiro contro la Croazia. Proprio la partita con la Croazia è lo spartiacque che segna in modo determinante l’avventura dell’Italia nel torneo che si disputa in Germania. Luciano Spalletti ha sbagliato tutto nelle scelte e nell’approccio, e adesso non può che dimettersi. Perché l’Italia non era mai andata così male.

Agli europei l’ultima volta che gli Azzurri non erano arrivati neanche ai Quarti di Finale risale addirittura al 2004, venti anni fa, quando l’Italia dei campionissimi allenata da Trapattoni uscì nel girone da prima in classifica e imbattuta, ma a pari punti con Svezia e Danimarca che combinarono il famoso biscotto per eliminare gli Azzurri a suon di gol reciprocamente regalati.

Da salvare, stavolta, non c’è nulla. Se non le prodezze di Donnarumma: senza di lui sarebbe stata un’umiliazione in praticamente tutte e quattro le gare. E soprattutto il Capitano è stato l’unico che ha avuto il coraggio, intervistato dopo la sconfitta, di chiedere scusa. Con le lacrime agli occhi, il portiere appena 25enne ma già super esperto, ha parlato in modo chiaro e netto sfogando tutta la propria rabbia per la prestazione fornita e chiedendo scusa ai tifosi. Cosa che non ha fatto Spalletti, che invece ha cercato alibi nella forma fisica, addirittura nel caldo (che gli svizzeri, anche solo geneticamente, dovrebbero soffrire di più!), e in generici e non meglio precisati “condizionamenti esterni“.

Ecco, se qualcuno dall’esterno ha condizionato Spalletti nelle sue scelte, il mister faccia nomi, cognomi e si dimetta (cosa che avrebbe comunque dovuto fare prima, in caso – appunto – di condizionamenti esterni). Altrimenti si prenda le sue responsabilità e si dimetta comunque, per il bene futuro della Nazionale. Spalletti si è dimostrato totalmente incapace e inadeguato al ruolo. L’ha fatto in modo particolare dopo la sconfitta con la Spagna, prima della partita con la Croazia: non ha retto alle pressioni, non ha difeso la squadra, non ha difeso le sue scelte, il suo modulo, i suoi calciatori, e ha ribaltato tutto: è passato dal 4-2-3-1 delle prime due partite, le migliori, al 3-5-2 della partita con Croazia, quando la squadra è stata per la prima volta inguardabile, e oggi al 4-3-3. Spalletti, quindi, ha cambiato tre moduli nelle ultime tre partite, rivoluzionando anche gli interpreti. La storia del calcio, invece, insegna che si vince solo utilizzando sempre lo stesso modulo e la stessa squadra, a meno di situazioni eccezionali.

Se è vero che la Nazionale rispetto agli Europei vinti tre anni fa ha perso tanti campioni del calibro di Chiellini, Bonucci, Verratti, Insigne e Immobile, è anche vero che i calciatori di qualità ci sono ancora e hanno valori importanti, basti pensare che l’Inter che stravince in Italia e ha raggiunto la finale di Champions League un anno fa, gioca con sei italiani tra i titolari (Darmian, Acerbi, Bastoni, Dimarco, Barella e Frattesi), a cui bisogna aggiungere Donnarumma e Jorginho che predicano calcio ad altissimo livello in Francia e Inghilterra e in Champions League. E invece nella partita decisiva contro la Svizzera, Spalletti si è ridotto a schierare ben quattro calciatori della Roma arrivata sesta, con due soli punti sull’ottava, nell’ultima serie A.

Spalletti non è riuscito a dare un’identità alla sua squadra. Non ha scelto un modulo, non ha scelto i titolari e le alternative. O meglio, forse lo aveva timidamente fatto, seppur con tanti dubbi e tentennamenti, e poi alla prima difficoltà (la sconfitta di misura rimediata con la Spagna) si è rimangiato tutto, ha rivoluzionato modulo e uomini, ha perso la squadra, ha tolto certezze, ha sbagliato tutto. E poi quando in conferenza stampa dopo il pareggio con la Croazia ha accusato qualcuno dei calciatori di aver spifferato qualcosa ai giornalisti, ha perduto anche la fiducia del suo gruppo. Infatti oggi è venuto meno anche lo spirito: in campo abbiamo visto undici fantasmi.

Doveva difenderle, quelle scelte, il mister. Doveva difenderla, quella partita con la Spagna, eccessivamente criticata eppure giocata meglio delle due successive contro avversarie enormemente inferiori rispetto agli spagnoli. E doveva difendere i suoi ragazzi, anziché accusarli neanche in modo velato oggi dopo l’eliminazione utilizzandoli come scudo per se stesso (ha detto: “ci sono mancate le qualità individuali“, invece è esattamente l’opposto!).

Ecco perchè l’inadeguatezza di Spalletti si è palesata proprio in questo Europeo. Non ha retto il peso del ruolo, non si è dimostrato all’altezza. E adesso non potrà che rassegnare le dimissioni: l’Italia merita una guida esperta e matura come Claudio Ranieri. Altrimenti così perdiamo anche i prossimi Mondiali… Nel senso che neanche ci andiamo, per la terza volta di fila…

Condividi