Moduli, pensieri e contraddizioni: perchè l’Italia deve ripartire dal 3-5-2

Momento di riflessioni tecniche e tattiche sulla formazione dell'Italia dopo il ko contro la Spagna: perchè ripartire dal 3-5-2

CalcioWeb

Il day after di Spagna-Italia porta con sè un comprensibile momento di riflessione. Tante le critiche piovute sugli azzurri dopo il ko contro la ‘Roja’ di ieri sera. Un quadro fin troppo pessimistico. Dove aver parlato del contesto, passiamo a un punto fondamentale per il prosieguo dell’avventura dell’Italia a Euro 2024: il modulo. La formazione dell’Italia a Euro 2024, nelle prime due uscite, ha sorpreso parecchio.

Perchè l’Italia gioca 4-2-3-1 a Euro 2024?

Il 4-2-3-1 con il quale il CT Spalletti schiera gli azzurri ha fatto sollevare più di qualche sopracciglio. Partiamo dalle convocazioni. Tanti i centrali presenti in rosa, così come gli esterni di centrocampo che, all’occorrenza, possono fare i terzini (solo Di Lorenzo gioca terzino nel suo club). Chiara la possibilità, se non proprio la volontà di base, di schierare una difesa a 3, provata anche pre Euro 2024.

A ciò va ad aggiungersi il taglio di Orsolini e la scelta di non prendere in considerazione Politano, calciatori molto utili nel 4-2-3-1 come esterni d’attacco, pur mantenendo in rosa Chiesa, Zaccagni ed El Shaarawy (3 per due posti, un po’ pochini). L’infortunio di Acerbi ha tolto certezze? C’è stato un ripensamento durante il ritiro?

Con il 4-2-3-1 l’Italia è costretta a schierare Dimarco in una posizione in cui spinge meno e deve difendere maggiormente. Anche Bastoni e Calafiori, il primo braccetto di difesa a 3 e il secondo terzino sinistro adattato centrale di sinistra/braccetto a 3, devo coesistere adattandosi allo schema a 4 con Bastoni, per forza di cose, a destra.

Jorginho, mai brillante dal punto di vista atletico e agonistico, va in netta difficoltà giocando nel centrocampo a due con Barella che viene, comprensibilmente, sacrificato in fase offensiva e deve scegliere correttamente le situazioni in cui salire per non lasciare scoperto il centrocampo.

In attacco, infine, Pellegrini si adatta a giocare sull’esterno, ruolo nel quale risulta meno pericoloso rispetto a un Zaccagni o un El Shaarawy, sperando possa offrire maggior qualità davanti e con Frattesi dare una mano a centrocampo in fase di non possesso. Un’idea un po’ contorta da mettere in pratica.

L’Italia riparta dal 3-5-2: blocco Inter, solidità e zero contraddizioni

Su CalcioWeb ne avevamo già parlato ampiamente prima dell’inizio dell’Europeo, l’Italia deve affidarsi al 3-5-2. Il primo vantaggio sarebbe quello di sfruttare a pieno gli uomini a disposizione e nelle loro posizioni. Con Bastoni a destra (o al centro se il problema è avere un difensore con i piedi buoni), Calafiori a sinistra e Darmian a destra, riformando 2/3 della difesa dell’Inter.

Di Marco a fare l’esterno di centrocampo, suo ruolo naturale nel quale può sfruttare al meglio le proprie caratteristiche. Di Lorenzo (che alla Reggina ha fatto anche il braccetto) esterno sull’altra fascia con compiti di maggior copertura, aiutato da Darmian su quel lato la partita contro Nico Williams di ieri sarebbe stata decisamente più decorosa.

A centrocampo Cristante o Frattesi per una soluzione più muscolare, Pellegrini per dare maggiore qualità insieme a Jorginho e Barella. Davanti Scamacca e Chiesa, adattato già alla Juventus per l’intera stagione nell’attacco a due.

Con questo modulo, oltre a guadagnarne nella fase difensiva, vero punto di forza degli azzurri, si potrebbero variare anche in corsa su un 3-4-3 sfruttando El Shaarawy o Zaccagni per un assetto più offensivo, utilizzare uno fra Pellegrini e Frattesi a partita in corso come jolly per cambiare la partita. Chissà che Spalletti, già contro la Croazia, non abbia in serbo più di una sorpresa tattica.

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