Caso plusvalenze: “ora s’indaga anche sull’Inter”, nel mirino scambi con un’altra squadra di Serie A

Il caso delle plusvalenze potrebbe portare nuove conseguenze nel campionato di Serie A: la situazione del club nerazzurro

CalcioWeb

Il caso delle plusvalenze torna alla ribalta nel campionato di Serie A e non sono da escludere clamorosi provvedimenti. Dopo la penalizzazione nei confronti della Juventus, il caso potrebbe portare conseguenze anche ad altre squadre del massimo torneo italiano.

Secondo quanto riporta ‘Il Fatto Quotidiano’ nell’ambito delle plusvalenze della Roma, la Procura ha inviato gli atti ad altre Procure in Italia, a partire da quella di Milano.

La posizione dell’Inter

Per quanto riguarda l’Inter, nel mirino è finita l’operazione che nel 2018 portò in nerazzurro Radja Nainggolan e la coppia Santon-Zaniolo in giallorosso. Nell’operazione, il belga era stato valutato 38 milioni di euro generando una plusvalenza ai giallorossi superiore ai 31 milioni di euro, mentre Zaniolo venne valutato 5,7 milioni e Santon 10 milioni, con plusvalenze per i nerazzurri rispettivamente di 4,2 e 8,1 milioni di euro.

Nainggolan
Foto di Fabio Murru / Ansa

Secondo la tesi degli investigatori “nell’ambito delle operazioni ‘a specchio’ esaminate, sembra che la contabilizzazione abbia assunto il ruolo non più di mezzo, ma quello (…) di fine. Vale a dire che col fine di poter contabilizzare una plusvalenza più alta di quella effettiva (…) si decideva di fissare i valori dei calciatori oggetto di scambio a un prezzo diverso da quello che sarebbe stato stabilito se la decisione avesse comportato un incremento della liquidità da impiegare per l’operazione”.

Inoltre, negli atti sono stati depositati altri documenti che potrebbero complicare la situazione. Dopo il caso della Juventus, la proprietà della Roma avrebbe incaricato uno studio legale per indagare sulle eventuali plusvalenze del passato in casa giallorossa. E tra i risultati sarebbero emersi degli scambi contestati dalla Procura, tra cui quello con l’Inter del 2018. I nuovi atti provenienti da Roma potrebbero spingere a riaprire il caso.

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