La Roma di De Rossi e Ghisolfi, parola d’ordine ridimensionare. Ma come, non era tutta colpa di Mourinho?

La Roma riparte senza big: l'arrivo di Ghisolfi, la conferma di De Rossi e lo scenario da smobilitazione. Eppure c'era chi se la prendeva con Mourinho...

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La Roma conclude oggi la sua stagione con la vincente amichevole australiana contro il Milan, una passerella molto utile sotto il profilo commerciale ma priva di senso calcistico. E’ tempo di bilanci per la società capitolina, e molti nodi stanno venendo al pettine. La stagione è stata segnata dal controverso esonero di Josè Mourinho, a cui il club giallorosso ha dato il benservito dopo due anni di grandi successi e nel bel mezzo di una terza stagione ancora tutta da giocare (era il 17 gennaio). Tra l’altro l’esonero è costato 9 milioni di euro alle casse della società. Ma analizziamo l’aspetto sportivo.

Dopo i due sesti posti consecutivi conquistati in campionato, Mourinho alla 20ª giornata di serie A il giorno dell’esonero era 9° in classifica a soli 5 punti dal quarto posto con 29 punti grazie a 8 vittorie, 5 pareggi e 7 sconfitte. De Rossi ha avuto un ruolino di marcia di poco migliore: 10 vittorie, 4 pareggi e 4 sconfitte nelle sue 18 partite che hanno consentito alla squadra di chiudere la stagione al 6° posto (come i due anni precedenti), a -6 dal quarto posto (che diventeranno -8 se l’Atalanta vincerà la gara da recuperare).

La Roma, quindi, dall’esonero di Mourinho ha superato Napoli e Fiorentina che sono crollate, e ha recuperato qualche punto alla Lazio che precedeva la Roma di 4 punti e invece ha concluso la stagione quasi appaiata a -2. Non certo un grande stravolgimento: difficile pensare che anche con il portoghese in panchina sarebbe finita diversamente.

A livello internazionale, però, i risultati aumentano i rimpianti per l’esonero di Mourinho che arrivava da due finali consecutive: la vittoria della Conference League due anni fa e la finale di Europa League lo scorso anno. Sempre in Europa League, la Roma di Mourinho si era qualificata alla seconda fase con un ottimo ruolino di marcia nel girone (4 vittorie, un pareggio e una sola sconfitta). Con De Rossi, poi, ha eliminato il Feyenoord ai rigori, il Brighton agli Ottavi, il Milan ai Quarti ma poi ha perso la semifinale con il Bayer Leverkusen.

Complessivamente, su tutte le competizioni (Mourinho ha fatto anche la Coppa Italia), l’allenatore portoghese ha ottenuto il 46,4% di vittorie su 28 partite. De Rossi, invece, ha ottenuto il 50% di vittorie su 26 partite: non certo una svolta. Il vero handicap della Roma non era in panchina, ma nella qualità dell’organico di gran lunga inferiore alle big del campionato di serie A e – a maggior ragione – di quelle europee. Con De Rossi si è visto un gioco diverso, che però non ha portato risultati significativamente migliori. Anzi. Di certo con Mourinho la squadra non avrebbe mai incassato due gol in casa nella gara d’andata della semifinale di Europa League.

Proprio Mourinho nei suoi due anni e mezzo a Roma aveva fatto un lavoro straordinario: è solo merito dei suoi risultati internazionali se la Roma è addirittura sesta nel ranking UEFA per club, migliore italiana, al punto che persino in caso di eventuale qualificazione in Champions League sarebbe stata in prima fascia:

ranking uefa club

E non è un caso neanche il numero degli spettatori dell’Olimpico, legato esclusivamente alla speciale sintonia tra il pubblico romano e l’allenatore portoghese. La Roma ha chiuso la stagione in serie A con una media di 62.970 spettatori a partita, superando quella dello scorso anno che era stata di 62.043. Parliamo di quasi il doppio rispetto a quante persone frequentassero l’Olimpico sponda giallorossa in serie A nel decennio precedente all’arrivo di Mourinho, in media poco più di 30.000.

roma olimpico

Il comprensibile timore è che adesso senza lo Special One tutto l’ambiente si ridimensioni. Anche perchè i Friedkin hanno confermato De Rossi e contestualmente il nuovo ds Ghisolfi ha come priorità quella di far quadrare i conti e razionalizzare le spese. Quasi tutti i big sono partiti o in partenza e tutto lascia pensare che nella prossima stagione sarà molto difficile confermare il 6° posto degli ultimi tre anni in serie A. Praticamente impossibile pretendere di ripetersi in Europa.

Come ti sei ridotta, grande Roma…

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