Inter, Lautaro Martinez a 360°: il rinnovo, la rottura con Lukaku e il rapporto con Inzaghi

Le indicazioni di Lautaro Martinez: l'attaccante dell'Inter grande protagonista della stagione del club nerazzurro

CalcioWeb

Lautaro Martinez è stato uno dei protagonisti principali della cavalcata vincente dell’Inter. Il ‘Toro’ è in contatto con la dirigenza sul fronte rinnovo e l’accordo è vicino alla fumata bianca. Aver vinto la classifica cannonieri insieme allo scudetto è stata “una gioia nella gioia, i numeri dicono che ogni stagione riesco a migliorarmi perché questa è la mia mentalità: cercare di superarmi, avere nuovi obiettivi. Il gruppo viene davanti al singolo, io ho solo capitalizzato un lavoro di tutta la squadra”. Sono le parole del capitano dell’Inter Lautaro Martinez alla ‘Gazzetta dello sport’.

Che tipo di capitano sono? “L’ho detto dall’inizio ai miei compagni, un capitano ha bisogno di tutti. Ho parlato con i vari Darmian, Acerbi, Dimarco, Bastoni, Barella…: serviva il loro aiuto e me lo hanno dato per spiegare ai nuovi cosa sia l’Inter e chiarire il percorso da fare tutti insieme”, aggiunge il campione del mondo 2022.

“Ad esempio, a inizio stagione ho parlato in maniera netta ad Asllani che vedevo un po’ giù: aveva bisogno di una scossa e anche così è cresciuto perché ha tutto per essere il play del futuro dell’Inter. Per un po’ non mi ha parlato, ma poi ha capito e mi ha ringraziato”.

Lukaku e Thuram

“Ho fatto grandi cose con Romelu, uno che da solo porta via due uomini, ma con Marcus ho più possibilità, più scelta, più spazi. Ed è stato decisivo partire insieme già dal ritiro. Dopo anni ho fatto una preparazione completa, dopo aver superato definitivamente il problema alla caviglia che non mi aveva fatto vivere il Mondiale come avrei voluto”, continua Lautaro Martinez. “Ho più sentito Lukaku? No, non mi ha risposto quella famosa volta e per entrambi è finita lì. Abbiamo tutti voltato pagina”, aggiunge il 26enne argentino.

La Champions

“L’Inter veniva da anni senza successi e negli ultimi 4 ha sempre messo in bacheca qualcosa. Il ciclo deve continuare, ha ragione il direttore Marotta quando dice che ‘dobbiamo alzare l’asticella’. Non scelgo tra gli obiettivi, li voglio tutti, ma il prossimo passo è la Champions: a Istanbul era un sogno vicinissimo, mentre l’unica partita che vorrei rigiocare quest’anno è quella contro l’Atletico. Ma a Milano, non a Madrid: se avessimo sfruttato le occasioni, sarebbe stato diverso. Certo, anche al Metropolitano abbiamo sbagliato: se vai in vantaggio, devi conservarlo. Su questo bisogna migliorare”, continua l’attaccante.

Il rinnovo

“Siamo vicini, mancano solo un paio di cosette… Ho detto ‘in settimana’ perché poi finisce il campionato e volevo definire tutto prima della Coppa America. Mi rendo conto che la situazione societaria possa ritardare tutto: noi parliamo con Marotta e Ausilio, ma dipende anche dalla proprietà… Aspettiamo, non so cosa accadrà da qui alla prossima settimana, ma non ci sono problemi tra di noi”, continua l’attaccante sul futuro.

“Io considero l’Inter semplicemente casa. L’ho sentita proprio così dal giorno 1 ed è forte anche il legame con Milano: qui c’è una atmosfera speciale, qui crescono i miei figli, qui mia moglie ha un ristorante. Qui sento l’amore della gente. Devo tutto alla società e al popolo interista: mi sono stati dall’inizio vicini, solo grazie a loro sono riuscito a diventare capitano, che è onore e responsabilità. Alzare la coppa della seconda stella con la fascia è un sogno che mi ha dato il calcio”.

Inzaghi

“Mister Inzaghi ci lascia giocare liberi e allenare con felicità. Ci divertiamo, e non solo perché adesso si vince. In questi tre anni è cresciuto anche lui assieme a noi, nella tecnica, nella tattica, nel modo con cui parla alla squadra. Abbiamo fatto un salto tutti insieme. È una persona tranquilla ma, quando si arrabbia, si arrabbia sul serio… Quando lo chiamiamo ‘demone’ per scherzare, lui si gira e ride…”, conclude l’attaccante.

Condividi