Allegri, esonero o licenziamento per giusta causa? Il parere dei legali: cosa sta succedendo 

Allegri rischia il licenziamento per giusta causa dopo i fatti di Coppa Italia: la situazione che si configura in casa Juventus

CalcioWeb

Massimiliano Allegri rischia il licenziamento per giusta causa. Dopo i fatti relativi alla finale di Coppa Italia, la società bianconera sembra aver avviato l’iter legale che andrebbe a influire sulla natura dell’esonero.

L’eventuale licenziamento per giusta causa di Allegri, a differenza dell’esonero, porterebbe all’annullamento del contratto, in essere fino al 30 giugno 2025, dell’ormai ex allenatore del club bianconero, che in questo modo non potrebbe più percepire i 7 milioni netti di stipendio che ancora gli spetterebbero in caso di semplice esonero.

Il licenziamento per giusta causa – sottolinea l’avv. Rita Santaniello avvocato co-responsabile del dipartimento di diritto del lavoro dello studio internazionale multidisciplinare Rödl & Partner- è un licenziamento disciplinare e pertanto può essere intimato solo all’esito di un procedimento disciplinare. Dal punto di vista procedurale una volta che la Juve ha fatto pervenire ad Allegri la contestazione disciplinare, contestandogli, probabilmente, la condotta non consona ai valori della Juve e ai regolamenti aziendali, quest’ultimo ha 5 giorni di tempo per fare pervenire le sue giustificazioni ovvero per renderle di persona.

Solo dopo aver esaminato le giustificazioni dell’ex allenatore della Juve, il club potrà eventualmente decidere per il licenziamento per giusta causa. Licenziamento che poi a sua volta potrà essere impugnato giudizialmente da Allegri. Considerando i valori in gioco e i rischi a carico di entrambe le parti in una eventuale causa – conclude Rita Santaniello di Rödl & Partner – è ragionevole pero attendersi che le parti cercheranno di raggiungere un accordo transattivo“.

Si aggiunga a ciò il danno reputazionale che l’ex allenatore della Juve si è auto-provocato: “le sue gesta anti-sportive rilanciate da tutti i media italiani ma anche a livello internazionale – spiega Davide Ciliberti spin doctor del gruppo di comunicazione Purple & Noise – lo rendono un personaggio potenzialmente inadatto come testimonial pubblicitario o anche per le varie promozioni ed eventi che di solito contribuiscono non poco al ‘portafoglio’ degli sportivi, posto che – continua l’esperto – a differenza dei vari Pirlo, Del Piero, Bobo Vieri, Mancini, il livornese non è mai stato particolarmente un campione in questo“.

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