Addio a Pioli, Kjaer e Giroud: Milan, è la fine di un ciclo fin troppo sottovalutato

Al termine di Milan-Salernitana danno l’addio al mondo rossonero Pioli, Giroud e Kjaer pilastri di un ciclo fin troppo sottovalutato

CalcioWeb

Serata di forti emozioni quella di San Siro. Milan-Salernitana è la partita che chiude la stagione 2023-2024 dei rossoneri, una gara che dal punto di vista prettamente sportivo ha ben poco da raccontare, visto che i rossoneri sono secondi già da tempo e i granata già retrocessi da un pezzo, ma che sotto il profilo delle emozioni ha un peso decisamente differente.

Milan-Salernitana è l’ultima gara di Stefano Pioli, Simon Kjaer e Olivier Giroud con il Milan. Situazioni, percorsi e motivazioni differenti: Pioli, forse, sarebbe voluto rimanere un altro anno come da contratto; Kjaer, ormai logorato dagli infortuni, proverà a continuare la sua carriera a un livello un po’ più basso; Giroud, a 38 anni da compiere, giocherà in MLS il tramonto della sua straordinaria carriera.

Abbiamo parlato di differenze, ma c’è anche un minimo comune denominatore che lega i 3: l’essere stati, ognuno a suo modo, pilastri di un ciclo del Milan fortemente sottovalutato e che oggi si chiude definitivamente.

Stefano Pioli: l’allenatore della rinascita del Milan fra critiche e risultati

Partiamo proprio da Stefano Pioli, l’artefice del Milan di oggi, con tutti i pregi e i difetti del caso. Pioli veniva da alcune brutte esperienze in carriera tra Inter e Fiorentina, sembra poter finire fuori dal giro del calcio ad alti livelli. Al Milan è arrivato dopo l’esonero di Giampaolo, fra lo scetticismo generale dei #PioliOut ancor prima della firma. Il tecnico di Parma, che con gli hashtag poco riconoscenti dei tifosi ci ha convissuto per 4 anni e mezzo, ha saputo riportare il Milan nel posto in cui la storia impone che stia.

Risollevata un’annata iniziata in maniera tragica, il Milan 2019-2020 chiude al 6° posto con 66 punti e torna in Europa League dopo diversi anni di assenza dalle coppe. È il primo piccolo gradino verso la risalita. Nel 2020-2021 i rossoneri sono una realtà consolidata, scacciano dubbi e critiche, chiudono secondi dietro l’inarrivabile Inter di Conte raccogliendo 79 punti: è l’annata che segna il ritorno in Champions League a 8 anni dall’ultima volta.

Nel 2021-2022 arriva il 19° Scudetto, 10 anni dopo l’ultima volta, vinto davanti all’Inter con 86 punti raccolti. Nel 2022-2023 il Milan chiude con 70 punti al 4° posto ma raggiunge la semifinale di Champions League dalla quale mancava da 15 anni. Nell’annata attuale, la 2023-2024, il Milan ha chiuso secondo con 75 punti raccolti.

La media di Pioli, nei 4 anni in cui è stato dall’inizio alla fine della stagione l’allenatore del Milan è di 77.5 punti, uno Scudetto, due secondi posti e un quarto posto più relativi ritorni in Europa. Un percorso decisamente sottovalutato e ingiustamente criticato da parte dei tifosi.

Simon Kjaer: da scarto dell’Atalanta a leader

Anche la storia di Simon Kjaer inizia con un grande rilancio. Acquistato dall’Atalanta, il difensore danese fatica a imporsi, finisce ai margini della rosa e viene praticamente bocciato dopo meno di metà stagione. A gennaio 2020 rescinde con i nerazzurri e firma con il Milan fra lo scetticismo. Da ‘bollito’ diventa un perno imprescindibile della difesa, si impone come uno dei migliori centrali del campionato e fa valere la sua esperienza e la sua leadership in un reparto giovanissimo e che spesso pecca di esperienza e concentrazione. Qualche infortunio di troppo lo fa scivolare progressivamente a ruolo di riserva ma capace di farsi trovare sempre pronto quando chiamato in causa.

Olivier Giroud: il bomber inossidabile

Che dire di Olivier Giroud… arrivato anche lui fra lo scetticismo generale fra carta d’identità e ruolo di riserva al Chelsea. Il francese ha dimostrato una grandissima professionalità e una fame di gol guidando l’attacco rossonero: con 11, 13 e 15 reti nelle 3 stagioni disputate in maglia rossonera. Numeri forse inferiori alla media per un attaccante del Milan, ma preziosissimi se si guarda al lavoro sporto, all’aiuto alla manovra, al cuore e alla grinta messi in ogni singola partita da Olivier Giroud. A 38 anni da compiere, non era scontato.

Condividi