Inter da record: perchè Simone Inzaghi è l’allenatore più bravo e più sottovalutato (almeno) d’Italia

Simone Inzaghi ha trasformato l'Inter con la forza del lavoro, e il meglio deve ancora venire: tutti i dati (che nessuno dice)

CalcioWeb

Simone Inzaghi lo celebriamo oggi, perchè tra qualche settimana lo faranno tutti. E noi invece ne lodiamo le gesta da anni. Adesso che percepiamo qualche mugugno in sottofondo, dopo l’eliminazione dalla Champions ai rigori contro l’Atletico Madrid. E allora è il momento giusto per mettere qualche puntino sulle i. Partendo dalla fine, e cioè proprio dall’eliminazione di Champions. Al Cívitas Metropolitano è finita ai rigori, dopo due partite in cui le due squadre hanno segnato lo stesso numero di gol anche se l’Inter ha avuto un’enormità di occasioni in più rispetto agli avversari. Sia all’andata che al ritorno. Non c’è ombra di dubbio che sul campo, ai punti, la qualificazione l’avrebbero meritata i nerazzurri, ma a molti è sfuggito che sorta di corazzata la squadra di Barella & company si trovava di fronte. Nell’Atletico Madrid, infatti, giocano campioni del calibro di Oblak, Witsel, Azpilicueta, Koke e Ñíguez; ci sono anche i Campioni del Mondo titolarissimi ai Mondiali di un anno fa con l’Argentina, Molina e de Paul, e un terzo titolarissimo di quella finale, il francese Griezmann, la stella assoluta dei madrileni.

Nel reparto offensivo, la squadra allenata da Simeone si può permettere anche Morata e Depay. Nell’Inter giocherebbero tutti titolari. Simone Inzaghi non ha a disposizione nel suo organico non solo alcun finalista dei mondiali, ma neanche alcun semifinalista. A determinare l’abisso di differenza per qualità ed esperienza nell’organico tra le due squadre c’è proprio il livello internazionale dei calciatori. Poi s’è messa di mezzo anche la sfortuna: l’Inter ha perso per infortunio Thuram all’andata e Arnautovic al ritorno. Le occasioni da gol più clamorose non realizzate sono quelle di Arnautovic all’andata, Thuram e Barella nel finale del ritorno sul risultato di 1-1. Rimane l’enorme rammarico perchè sul campo questa grande differenza di qualità ed esperienza tra le due squadre non s’è vista, e non s’è vista proprio grazie al lavoro di Inzaghi. Ma rimane il fatto che l’Inter è uscita dalla Champions League ancora una volta a testa alta, ancora una volta contro una big con cui se l’è giocata alla pari. Come col City in finale un anno fa e col Liverpool agli Ottavi due anni fa. E quando ti eliminano City, Atletico e Liverpool, per giunta in questo modo facendogliela sudare fino all’ultimo secondo del recupero, sono e restano medaglie.

Il cammino dell’Inter di Inzaghi in Champions League negli ultimi tre anni

Da quando Inzaghi è arrivato all’Inter tre anni fa, i nerazzurri sono stati eliminati il primo anno dal Liverpool agli Ottavi di Finale, rimanendo in gara fino al 90° minuto del ritorno vincendo ad Anfield contro la squadra che poi avrebbe perso in tutto il torneo soltanto la finale con il Real Madrid. L’anno scorso la sconfitta per l’Inter è arrivata proprio nella finalissima contro il Manchester City, anche qui di misura. Quest’anno di nuovo agli Ottavi con l’Atletico Madrid ai rigori. Significa che l’Inter di Simone Inzaghi ha superato il girone di Champions tre anni su tre, dopo dieci anni in cui non era riuscito a superarlo neanche una volta (e l’ultima volta che l’aveva fatto, nel 2012, era stato eliminato agli Ottavi dall’Olympique Marsiglia).

In questi tre anni di grandi emozioni in Champions League, l’Inter di Simone Inzaghi ha eliminato – tra le altre – il Barcellona, il Porto, il Benfica due volte, lo Shakhtar Donetsk. Tutto facile e scontato come scrive qualcuno, sempre pronto a sminuire il lavoro del mister? Per scoprirlo parlano i dati: l’anno prima di Inzaghi, con Conte, l’Inter è arrivata ultima nel girone di Champions superata proprio dallo Shakhtar Donetsk e persino dal Borussia Mönchengladbach. L’anno precedente, sempre con Conte, è arrivata terza nel girone con Barcellona e Borussia Dortmund. E l’anno precedente, con Spalletti, erano stati Barcellona e Tottenham ad eliminare l’Inter dal girone.

Perché, quindi, doveva essere scontato che con Inzaghi l’Inter avrebbe dovuto eliminare Barcellona, Shakhtar, Porto, Benfica, Milan etc. etc. se nei tre anni immediatamente precedenti con Conte e Spalletti la stessa squadra era stata eliminata da alcune di queste stesse squadre (Barcellona e Shakhtar), o altre di analoga forza?

E le altre big del nostro calcio, come stanno andando in Champions League?

Il Milan due anni fa è arrivato ultimo in un girone in cui, oltre al Liverpool, c’erano proprio Atletico Madrid e Porto, e quest’anno è stato eliminato sempre nel girone dal Borussia Dortmund, che ha vinto a San Siro 1-3 dopo aver pareggiato 0-0 in Germania. L’anno scorso la squadra rossonera ha perso la semifinale proprio contro l’Inter, nell’unica volta in cui ha superato il girone negli ultimi 10 anni.

La Juventus l’anno scorso è stata eliminata nel girone dal Benfica, che ha vinto sia all’andata che al ritorno. Due anni fa è stata eliminata agli Ottavi di Finale dal Villareal, che ha vinto addirittura 3-0 il ritorno in casa dopo aver pareggiato 1-1 l’andata allo Stadium; tre anni fa è stata eliminata dal Porto sempre agli Ottavi di Finale; quattro anni fa è uscita ancora una volta agli Ottavi di Finale battuta dal Lione; cinque anni fa ha perso con l’Ajax ai Quarti di Finale.

Non è chiaro, quindi, se Porto, Benfica, Atletico Madrid, diventano squadre semplici solo per l’Inter di Simone Inzaghi ma quando eliminano Milan e Juve in modo per giunta sonoro e a tratti umilianteci può stare”… Misteri!

Il grande show di Simone Inzaghi all’Inter: due trofei l’anno garantiti

Da quando Inzaghi è arrivato all’Inter, ha garantito due trofei l’anno: Coppa Italia e Supercoppa nelle prime due stagioni, Supercoppa e Scudetto quest’anno. Perché per il Tricolore ormai è solo una questione di formalità: manca solo la matematica. Ed è lo scudetto più importante, quello della seconda stella. Attenzione: prima di Inzaghi, l’Inter aveva vinto un solo trofeo in dieci anni (lo scudetto di Conte). Perché, quindi, sminuire le tre vittorie in Supercoppa e le due vittorie in Coppa Italia se nel decennio precedente nessun altro aveva mai vinto nulla nella Milano nerazzurra? Sicuramente Coppa Italia e Supercoppa sono trofei minori rispetto a Scudetto e Champions League, ma il numero di vittorie di Inzaghi ha portato l’Inter a risalire al secondo posto nell’albo d’oro di Coppa Italia, superando la Lazio e raggiungendo la Roma, e al secondo posto anche nell’albo d’oro della Supercoppa, superando Lazio e Milan e qualificandosi alla prossima edizione. Se dovesse vincere anche quella, l’Inter raggiungerebbe addirittura la Juventus al primo posto battendo il record assoluto della storia. Mai nessuno, infatti, ha vinto 4 supercoppe consecutive: il record attuale di tre consecutive è proprio dell’Inter di Simone Inzaghi che quest’anno ha eguagliato il Milan di Fabio Capello (1992, 1993 e 1994).

Calcio spettacolo all’insegna dei giovani italiani

Ma l’elemento più importante di Simone Inzaghi all’Inter, oltre ai freddi numeri dei trofei vinti e dei risultati eccellenti in Champions League, è quello del bel gioco e della valorizzazione dei giovani. Un regalo enorme per la società e per il calcio italiano, perchè con Inzaghi l’Inter ha portato ben sei italiani al top assoluto del calcio internazionale: si tratta di Dimarco, Frattesi, Barella, Acerbi, Darmian e Bastoni. Le sei stelle italiane dell’Inter quest’anno hanno realizzato complessivamente 15 gol e 14 assist in 29 partite di serie A, nonostante siano tutti difensori e centrocampisti. Spalletti, infatti, ha cambiato il modulo della Nazionale proprio per basare l’Italia dell’Europeo sul blocco Inter. E il gioco di Inzaghi è un vero show che entusiasma i tifosi e gli appassionati, rendendo l’Inter (forse per la prima volta nella storia, almeno negli ultimi decenni) simpatica anche tra gli osservatori che guardano il calcio senza la debolezza del tifo ma soltanto per divertimento.

Il precedente della Lazio

Simone Inzaghi è un allenatore giovanissimo, non solo per i suoi 48 anni anagrafici ma anche perchè allena soltanto dal 2016 e ha allenato due soli club in carriera dimostrando serietà e quella virtù eccezionale, ormai tristemente perduta, che è l’aziendalismo. Prima dell’Inter, Inzaghi ha allenato per 5 stagioni la Lazio. E all’Inter sta già programmando la quarta: una longevità rara e già sufficiente di per sè a garantire professionalià, stabilità e pianificazione.

Anche alla Lazio, come all’Inter, Inzaghi aveva raggiunto risultati eccezionali: lo storico 3° posto in serie A nel 2020 ad appena 5 punti dallo scudetto della Juve, toccando così il punto più in alto nella storia del campionato del club capitolino dallo scudetto del 2000. Inzaghi ha anche riportato la Lazio in Champions League per la prima volta 13 anni dopo il 2007. E non si è accontentato: ha persino superato il girone di Champions, tra l’altro senza mai perdere una partita contro Borussia Dortmund, Bruges e Zenit San Pietroburgo, arrivando agli Ottavi di Finale per la prima volta 21 anni dopo il 2000, l’unico precedente storico in cui la Lazio aveva superato il girone di Champions.

E anche a Roma non sono mancati i trofei: con la Lazio aveva già vinto la Coppa Italia nel 2019 e due volte la Supercoppa nel 2018 e nel 2020. Da quando ha lasciato la Lazio nel 2021, nelle tre stagioni successive i biancocelesti non hanno mai più vinto neanche un trofeo.

Con 8 anni di carriera da allenatore, Inzaghi ha vinto 5 volte su 5 partecipazioni la Supercoppa (due con la Lazio, tre con l’Inter), 4 volte su 8 partecipazioni la Coppa Italia (due con la Lazio e due con l’Inter), ha raggiunto la qualificazione in Champions League quattro volte (una con la Lazio e tre con l’Inter), ha superato il girone di Champions League quattro volte su quattro (una con la Lazio e tre con l’Inter), adesso si appresta a vincere il suo primo Scudetto e l’anno prossimo, oltre ad essere testa di serie in Champions League, parteciperà anche al nuovo Mondiale per club e, ancora una volta, alla Supercoppa, con una squadra ancora più forte, matura e ambiziosa.

Ed è quindi evidente che il meglio deve ancora venire per l’Inter, anche perchè avrà ancora l’allenatore più bravo d’Italia, e anche il più sottovalutato. Forse perchè è anche una brava persona non abituata a coccolare giornalisti amici sui grandi media: di quelli hanno bisogno soltanto coloro che faticano ad affermarsi sul campo.

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