Antonio Conte inedito a ‘Belve’: il ritorno alla Juve e il dito medio ad Agnelli

Antonio Conte intervistato da 'Belve': l'ex Ct della Nazionale italiana in versione inedita, dalla Juventus a Agnelli

CalcioWeb

Quella di martedì è stata una serata di rivelazioni legate al mondo del calcio. Non solo Fabrizio Corona sullo scandalo scommesse, in tv si è presentato anche Antonio Conte, intervistato dalla giornalista Francesca Fagnani alla trasmissione Belve, in onda su Rai 2. L’ex Ct della Nazionale italiana è fermo dopo l’esperienza sulla panchina del Tottenham ed è in attesa dell’occasione giusta. Continuano a trovare conferma le voci sul possibile ritorno alla Juventus dalla prossima stagione.

“Sogno? Lo tengo per me. I matrimoni si fanno in due, magari non accadrà mai di tornare o allenare quella squadra, chissà…”, le conferme in tv. “Devo sentire stimoli per continuare. Quello di cui mi sono più pentito è l’addio alla Juventus dopo tre anni. Quando anche per le piccole cose vedi grandi problemi… Decisi di andar via”. 

“Io sono esigente con me stesso e gli altri. Sono feroce perché odio perdere. Io sono un leader riconosciuto, in ogni squadra che vado è stato così. Sono nato per fare questo. Accetti il mio modo di essere se mi prendi, la mia idea, con i suoi pregi e difetti. Poi io sono una persona schietta ma anche molto impulsiva”, le prime parole dell’allenatore. Conte Belve

La sconfitta? “La vivo come un lutto per 36/48 ore, ecco perché la vivo da solitario. Mi sento male fisicamente però cerco di capire le motivazioni. L’importante è avere la forza, la rabbia di reagire alla sconfitta, a una disgrazia momentanea”. 

Sul rifiuto al Napoli: “non predo squadre in corsa perché sono situazioni create prima. Poi non so se Napoli e Roma si sono fatte vive. Con De Laurentiis parlo costantemente, c’è un rapporto personale e ha stima della mia persona. Poi ha fatto una scelta con Garcia e le sue scelte sono state lungimiranti, gli daranno ragione anche quest’anno. È un visionario”. 

Sul dito medio ad Agnelli: “non mi pento perché mi aveva mancato di rispetto. Poi però ci siamo chiariti”. 

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