Cabrini scrive a Gianluca Vialli: la lettera è da brividi

Gianluca Vialli è stato costretto a lasciare la Nazionale italiana per curarsi dal tumore: la lettera di Antonio Cabrini

CalcioWeb

Gianluca Vialli è stato costretto a lasciare la Nazionale italiana, una decisione comunicata ufficialmente alla Figc. L’ex calciatore della Juventus continua la battaglia contro il tumore al pancreas, un avversario durissimo da sconfiggere. L’ex calciatore continua a lottare come un leone, è stata una sua grande caratteristica anche da giocatore.

Continuano ad arrivare messaggi dal mondo del calcio. L’ultimo, da brividi, è stato di Antonio Cabrini, ex calciatore della Nazionale e alla Juventus. La lettera pubblicata dalla Provincia di Cremona è commovente.

malattia Vialli
Foto di Alessandro Di Marco / Ansa

La lettera di Cabrini a Vialli

“Ricordi? Era il 1984 e le belle partite che avevi giocato con la maglia della Cremonese ti avevano fatto diventare un uomo mercato, l’oggetto di desiderio di due club allora fra i più importanti: la Sampdoria del presidente Paolo Mantovani e la Juventus della famiglia Agnelli. Giampiero Boniperti, il presidente del club bianconero, ti voleva prendere a tutti i costi. Alla fine, nonostante l’insistenza dell’Avvocato e di Boniperti, tu scegliesti la Samp, del presidente Mantovani”.

Poi la spedizione a Messico ’86: “eravamo i campioni in carica, dopo la grande impresa del 1982, ma non riuscimmo a ripeterci, arrendendoci alla Francia negli ottavi di finale. Quell’avventura non fu particolarmente fortunata per la Nazionale, ma ci permise di ritrovarci fianco a fianco, dopo gli anni dell’infanzia cremonese: i nostri genitori erano amici e fra noi ragazzi tu eri il più piccolo, il nostro cucciolo”.

Infine il messaggio all’amico: “visto che due settimane fa alle storiche tre T di Cremona – Turòn, Toràs e… Tetàss – ne è stata aggiunta una quarta, la T del Tugnàss, io dico che dovremmo aggiungerne una quinta, la T di Testòòn. Perché noi cremonesi siamo dei testoni, abbiamo la testa dura e non molliamo mai. Quando giocavo, mi chiamavano “Chel che sburla anca quand finìs el camp”, quello che corre anche quando finisce il campo. Vale anche per te, Luca: continua a correre, continua a spingere. Perché il campo non finisce mai. Te lo dico con il cuore, con l’amicizia che ci lega da sempre: forza, Amico mio. Antonio”. 

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