Claudio Caniggia: le corse in auto e il cane di Vavassori investito, cocaina e donne

Si rinnova il classico appuntamento con la nostra rubrica "L'uomo del giorno". Protagonista di oggi è Claudio Caniggia, ex attaccante argentino

CalcioWeb

Classe 1967, Claudio Paul Caniggia, è nato a Hendersen, in provincia di Buenos Aires, il 9 gennaio ed è il protagonista della nostra rubrica “L’uomo del giorno”. Fini da piccolo nutre una passione per il calcio. La sua prima squadra è il River Plate. Debutta a 18 anni. Nel 1988 si trasferisce al Verona e l’anno successivo all’Atalanta, squadra con la quale giocherà maggiormente nella sua esperienza italiana. Due stagioni alla Roma, poi Benfica. Boca Juniors, nuovamente Atalanta, Dundee, Rangers, Qatar SC e Webley. In quest’ultima squadra, semiprofessionista dell’Inghilterra, gioca all’età di 45 anni segnando 7 gol.

Caniggia ha giocato anche con la Nazionale argentina per 50 volte mettendo a segno 16 gol. Nel corso dei Mondiali del 1990 si mise in evidenza con due gol pesantissimi: uno al Brasile e uno in semifinale all’Italia, portando la gara ai supplementari.

Tante controversie nella carriera di Caniggia. Nel 1993 risultò positivo alla cocaina e venne squalificato. Tredici mesi di squalifica e l’inizio del declino. C’è chi dice che non è mai guarito dalle dipendenze. Caniggia si è sposato con Mariana Nannis dalla quale ha avuto 3 figli: Alexander, Charlotte e Axel. La sua nuova compagna è la 26 Sofia Bonelli, giornalista e modella argentina.

Alcune curiosità e aneddoti legati a Caniggia

E’ un campione dei 100, 200 e 400 metri. Si dice corresse i 100 mt in 11 secondi, per questo motivo è stato soprannominato hijo del viento (figlio del vento). Faccia da rockstar e chioma bionda. L’ex moglie, Mariana, ospite a “Live – Non è la d’Urso”, ha fatto scottanti rivelazioni sui gusti sessuali dell’ex marito: “A lui piacciono i travesta”, frase esplicita per sottolineare la passione di Caniggia per le transessuali.

“Vola, Caniggia vola. Elimina l’Italia e portaci in Europa col sachelì de coca (sacchetto di coca, ndr) Caniggia vola”. Con questo coro, liberamente ispirato a La Notte Vola di Lorella Cuccarini, i tifosi dell’Atalanta inneggiavano a Claudio Paul Caniggia. Correva in campo, correva fuori. In un’intervista a “Libero” rivelo: “Quando Mondonico ci lasciava il martedì libero scappavo a Montecarlo. Il mercoledì mattina, alle 6,30 partivo: Montecarlo-Bergamo in due ore e mezza con la Porsche, a 240 km/h”.

Nella stessa intervista racconta una gara di velocità con Cristiano Doni: “Una mattina mi sorpassò mentre andavamo all’allenamento. Mi suonò il clacson, allora gli dissi: ‘Dove vai? Se accelero ti caghi sotto‘. Ci sorpassammo diverse volte. Arrivati a Zingonia fui io a varcare per primo il cancello. Parcheggiai di fianco a Vavassori (allora tecnico dell’Atalanta, ndr). Scendo e il mister inizia ad urlare: ‘Nooooooo!’ e Doni: ‘Scusi, non l’avevo visto’. Cristiano gli aveva investito il cane da caccia. Lo toccò solo con la carrozzeria su zampa e muso. Ma il mister furioso disse: ‘Fatevelo da soli l’allenamento. Vado dal veterinario‘”. Una delle tante follie di Caniggia. Un biondo pazzo e velocissimo. Il figlio del vento.

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