Rudi Völler, dallo sputo di Rijkaard alla pubblicità del burro fino all’origine del soprannome “Zia Kathy”

Si rinnova il classico appuntamento con la nostra rubrica "L'uomo del giorno". Protagonista di oggi è Rudi Völler, ex attaccante tedesco della Roma

CalcioWeb

Rudolf Völler, detto Rudi, nato ad Hanau, vicino a Francoforte, è stato un grande centravanti tedesco. Molto abile nel gioco aereo, ha indossato le maglie di Kickers Offenbach, Monaco 1860, Werder Brema, Roma, Marsiglia, Bayer Leverkusen. Ha vestito quella della Nazionale per 90 volte con 47 gol. È stato campione del mondo con la Germania Ovest nel 1990. Oggi è direttore esecutivo del Bayer Leverkusen. Il complesso sportivo della città di Francoforte è stato rinominato in suo onore all’inizio del nuovo millennio. Völler è stato introdotto nella Hall of Fame della Roma nel 2014. E pensare che dopo le difficoltà iniziale stava per lasciare i giallorossi. Fu il presidente Dino Viola ad imporsi ed insistere, venendo ripagato dai gol del tedesco. La Curva Sud iniziò ad intonare il coro: “vola, tedesco, vola!”.

Sempre disponibile con i compagni. Rizzitelli raccontò: “Una volta durante una partita si è avvicinato a me e mi ha detto: Ruggiero, stai qui. Sei stanco, lo vedo. Correrò io per te. Beh, un campione così che fa un gesto del genere è una cosa che ti dà una forza incredibile. Dopo pochi minuti ho ritrovato le energie grazie a lui e ho ricominciato a correre più di prima”. Völler è una delle tre persone, assieme a Mario Zagallo e a Franz Beckenbauer, ad aver raggiunto la finale di un Mondiale sia da giocatore che da allenatore (nel 1986 e nel 1990).

Nel 2000 divenne anche Ct della Germania. Ma in realtà non doveva essere lui a guidare i tedeschi. Nel 2000, la Federazione voleva infatti nominare il tecnico del Bayer Leverkusen Cristoph Daum, che però era ancora legato al club da un altro anno di contratto. Völler, all’epoca direttore sportivo a Leverkusen, ricevette quindi l’incarico in quanto conoscitore del sistema di Daum, cosa che gli avrebbe consentito di iniziare a metterlo in pratica mentre il primo portava a termine i suoi compiti come allenatore del Bayer. Daum non guiderà mai la Nazionale tedesca a causa di problemi con la droga e Völler finì quindi per rimanere sulla panchina della selezione teutonica, con la quale raggiunse la finale della Coppa del Mondo del 2002.

In Germania il soprannome di Voeller è Tante Kathe’ (“Zia Kathy”) affibbiatogli dal compagno di nazionale Thomas Berthold che, come Rudi, proveniva dalla zona di Francoforte, dove le vecchie signore che erano solite portare i capelli grigi acconciati in una permanente venivano chiamate dai bambini “Zia Kathy”. Quando gli inconfondibili capelli di Völler hanno cominciato a ingrigirsi, Berthold gli ha dato questo soprannome.

Durante la Coppa del Mondo del 1990, Völler venne sputato da Frank Rijkaard durante gli ottavi di finale. Anche il tedesco venne espulso. Si dice che il calciatore del Milan continuò ad insultarlo, spingerlo e calpestarlo anche negli spogliatoi. Qualche mese più tardi, però, Völler partecipò ad una campagna pubblicitaria di una marca di burro olandese, il cui slogan era: ‘Everything better in butter’ (“tutto è meglio nel burro”). Nella stessa pubblicità partecipavano i due protagonisti di quel siparietto, entrambi in accappatoio color panna. Völler chiese a Rijkaard: “Perché mi hai sputato?”. E Rijkaard rispose: “Per lo sputo ho sbagliato, scusami, ma quella sera sembravi fortissimo, ho dovuto farlo”.

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