Carlo Ancelotti, dai trucchi di Sacchi agli scherzi. L’elicottero, le esibizioni canore e quel Mantova-Inter

Si rinnova il classico appuntamento con la nostra rubrica 'L'uomo del giorno'. Protagonista di oggi è Carlo Ancelotti, allenatore italiano dell'Everton

CalcioWeb

Carlo Ancelotti è uno dei migliori allenatori. Dopo le giovanili nel Reggiolo, è passato al Parma, squadra con la quale ha esordito in Serie A. In carriera ha vestito anche le maglie di Roma e Milan. Ha vinto la Coppa dei Campioni (poi Champions League) due volte da calciatore rossonero e tre volte da allenatore (due col Milan e una con il Real). Nel corso della sua lunga carriera da tecnico ha guidato la Reggiana dove conquistò la promozione in serie A, poi il Parma. Nel primo anno arri14vò secondo, poi quinto. Poi la chiamata della Juventus. Con il Milan ha vinto tutto: nel 2009 salutò l’Italia e se ne andò all’estero. Ha allenato vincendo in tutti maggiori campionati con Chelsea, Psg, Real Madrid, Bayern Monaco. Poi il ritorno in Italia, al Napoli. Oggi guida l’Everton.

Ancelotti è stato sposato per 25 anni con Luisa Gibelli, da cui ha avuto due figli: Katia e Davide (spesso suo assistente). Dopo la fine del suo matrimonio, ha avuto una relazione di qualche anno con una giornalista rumena, Marina Cretu. Nel 2011, mentre era al Chelsea, ha conosciuto Mariann Barrena McClay, una donna d’affari canadese di origini spagnole, con la quale si è sposato nel luglio 2014 a Vancouver. Il 12 novembre 2007 l’Università bulgara di Plovdiv ‘Paisii Hilendarski’ gli ha conferito una Laurea honoris causa in Comunicazione e Sport. Nel 2009 ha pubblicato l’autobiografia intitolata ‘Preferisco la coppa: vita, partite e miracoli di un normale fuoriclasse’, i cui proventi economici sono stati destinati interamente alla ‘Fondazione Borgonovo’ per la lotta alla SLA. È apparso nei film ‘L’allenatore nel pallone’ e ‘L’allenatore nel pallone 2’ con Lino Banfi. Ha interpretato in entrambi se stesso: nel primo film è ancora un calciatore della Roma, mentre nel sequel allena il Milan. È apparso nel ruolo di se stesso anche nel film ‘Mezzo destro mezzo sinistro – 2 calciatori senza pallone’, con Gigi e Andrea durante una partita di tennis. Ha recitato anche nel film ‘Don Camillo’ con Terence Hill, giocando nei ‘Devils’ di Peppone.

Qualche rimpianto per Ancelotti: “Errori? Ne cito due su tutti. Il primo risale ai tempi del Parma, quando rifiutai Roberto Baggio. Mentre alla Juventus non sono riuscito a capire che Henry non era un esterno”.

Divertente aneddoto raccontato da Sacchi. Ancelotti esagerava con il cibo: “Nei test sui cinquanta metri, per non demoralizzare Carlo, gli abbassavamo il tempo impiegato”.

Ancelotti ha raccontato un aneddoto su Paolo Montero: “Alle quattro di notte, quando allenavo la Juventus, tornavamo da Atene dopo aver perso contro il Panathinaikos e abbiamo trovato un gruppo di ultras ad aspettarci. Al passaggio di Zidane lo hanno spintonato ed è stata la loro condanna. Non a morte, ma quasi. Paolo Montero ha visto la scena da lontano, si è tolto gli occhiali con un’eleganza che pensavo non gli appartenesse e li ha messi in una custodia. Bel gesto, ma pessimo segnale, perché nel giro di pochi secondi si è messo a correre verso quei disgraziati e li ha riempiti di botte. Quante mazzate a quei poveracci. La nostra era una squadra pronta alla battaglia, da una scintilla scoppiava l’inferno: Montero, Fonseca, Davids…annusavano aria di rissa e ci si buttavano dentro”.

Sempre Ancelotti ricorda il rapporto con Gattuso. Una difficilissima partita contro l’Ajax. Al secondo minuto di recupero il risultato è fermo sul 2-2 che avrebbe eliminato il Milan visto lo 0-0 rimediato ad Amsterdam. Poi Tomasson spinge in rete il pallone del 3-2 e Gattuso corre ad abbracciare il mister; gli sale sulle spalle e gli mette un braccio intorno al collo senza accorgersi che il buon Carletto stesse fumando: “Per poco non mi fece ingoiare la sigaretta. Ancora oggi lo considero un gesto affettuoso”.

Tanti gli scherzi organizzati dai milanisti ad Ancelotti. Ambrosini racconta: “Ricordo quel giorno in cui Ancelotti, prima di un match, negli spogliatoi, organizzando i calci piazzati disse: ‘le punizioni da destra le batterà Dinho, da sinistra Andrea, dal limite dell’area David oppure Dinho, e dai 25/30 metri Andrea. Sono stato chiaro?’ In quel periodo, bastava uno sguardo tra di noi per capire tutto in un secondo. Ci guardammo, e partì lo scherzo. Rispose Pirlo… ‘No mister, io non ho capito niente’. Allora mi ripeto: ‘dalla destra Dinho, dalla sinistra tu Andrea, dal limite dell’area Dinho oppure David, e dai 25/30 metri sempre tu Andrea’. Tutti noi cominciammo a sorridere, fino a quando Clarence disse: ‘Mister ed io? Batto quelle dal limite?’ A quel punto si infuriò Carlo, buttó tutto per aria e gridò: ‘Fate un po come c…o vi pare, vado a sciacquarmi la faccia che non ci sto capendo più nulla. Siete troppi, e pure stronzi…‘”.

Grande appassionato di cinema, Ancelotti ha spesso usato le pellicole per caricare i suoi. Prima di Milan-Juventus, finale di Champions del 2003, fece proiettare il discorso di Al Pacino in ‘Ogni maledetta domenica’.

Indimenticabili le esibizioni canore di Ancelotti: da ‘Alè Milan alè’ a ‘Hala Madrid y nada mas’ fino a ‘I migliori anni della nostra vita’, cantata ai tempi del Bayern Monaco. Ma anche le canzoni napoletane ai tempi degli azzurri. Indimenticabile anche l’imitazione dell’esultanza di Cristiano Ronaldo dopo un gol contro l’Eibar. Con il portoghese mantiene un ottimo rapporto.

Ha superato l’esame teorico e quello pratico ed ha ottenuto la licenza di pilota d’elicottero. Da bambino era tifoso dell’Inter. A Mantova i biglietti terminarono e il piccolo Carlo si mise a piangere davanti ai cancelli dello stadio. Uno steward, intenerito, lo fece entrare per assistere al secondo tempo. L’Inter fece 5 gol nella ripresa e vinse 1-6, facendo gioire il piccolo Ancelotti.

Un allenatore amato dalla maggior parte dei calciatori. Flessibile anche con chi esagerava. Epico un aneddoto su Ronaldinho, uno che amava fare festa. Il brasiliano venne beccato alle 3 di notte e interrogato in conferenza sul comportamento del numero 80 del Milan disse: “Aveva il permesso fino alle 5 del mattino. E’ tornato alle 3, significa che non si stava divertendo”.

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